Elezioni Europee 2014: a tutto Renzi

di Angela Caporale

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Fonte: fattoquotidiano.it

Si sono svolte domenica 25 maggio, in Italia, le elezioni europee, il più importante esercizio democratico transnazionale in tutto il mondo, vanto dell’Unione Europea che, attraverso di esse, elegge il suo Parlamento. Nel tradizionalmente euro-scettico Regno Unito, ha prevalso l’UKIP di Nigel Farange, primo partito con il 27,5% dei voti, in Francia il Front National di Marine Le Pen ha confermato il suo trend di crescita costante (parallelo al pantano dal quale il PS di François Hollande stenta ad uscire) affermandosi con il 25% (alle scorse elezioni europee, nel 2009, il FN ottenne il 6,34% dei voti). In Grecia, Tsipras e la sua Syriza sono riusciti a frenare l’avanzata del partito neo-fascista Alba Dorata, conquistando quasi il 27% dei greci. In Germania, la CDU della cancelleria Angela Merkel mantiene la guida politica del Paese, ma cedendo qualche voto in percentuale ai rivali storici dell’Spd.

E in Italia? In Italia è successo quello che nemmeno il più visionario dei sondaggisti aveva previsto. Il framework dell’intera campagna elettorale è stato quello di un testa a testa tra la forte (e talvolta verbalmente violenta) spinta al cambiamento del MoVimento 5 Stelle e il richiamo istituzionale alle riforme e al cambiamento interno al sistema del Partito Democratico e del suo, ormai indiscusso, leader Matteo Renzi. Questo testa a testa si è trasformato in un abisso: 40,8% i voti raccolti dal PD (record storico per un partito di centro-sinistra), 21,1% quelli dei 5 Stelle. Forza Italia si ferma al 16,8%, seguito dalla Lega Nord (6,2%), Nuovo Centro Destra-UDC (4,4%) e Lista Tsipras (4,0%): questi i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento per eleggere dei rappresentanti.

Questo lunedì di maggio mostra un’Italia (una gran parte dell’Italia) in festa che, sulle ali dell’entusiasmo, sogna la fine del ventennio Berlusconiano, ma anche il ridimensionamento del populismo grillino. Dall’altra parte, la delusione è cocente. Il #vinciamonoi, slogan della campagna dei pentastellati, non potrebbe suonare in maniera più amara quest’oggi, per di più storpiato in rete in #vinciamopoi. Le stesse parole di Beppe Grillo mostrano delusione ed incertezza sul futuro del suo movimento, dedicando una poesia di Kipling ai suoi sostenitori. “Siamo andati oltre la sconfitta” ammette Grillo, in un video diffuso sul suo blog, “Quest’Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare, di pensare un po’ ai loro nipoti, ai loro figli, ma preferiscono stare così.” Incoraggia inoltre i militanti e i 17 eletti al Parlamento Europeo (un numero non esiguo per un partito così recente) a continuare con il loro progetto di opposizione. E’ una giornata di bilanci negativi anche per Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia (che non ha potuto votare in virtù della condanna definitiva che lo ha interdetto dai pubblici uffici). Berlusconi è deluso dal risultato che ritiene al di sotto delle sue aspettative. Tuttavia conferma l’importanza del suo partito come opposizione a tutte le sinistre, rilanciando la formazione di una coalizione in grado di vincere alla prossima competizione elettorale.

I sorrisi, invece, sono tutti di casa al Nazareno, sede del Partito Democratico, e nelle molte sezioni sparse per l’Italia. E’ il sorriso di chi una vittoria così non l’ha mai vista e l’entusiasmo di un progetto nuovo che esce rafforzato da questa, indiretta, investitura popolare. Matteo Renzi che in tempi non sospetti aveva dichiarato che con lui il partito avrebbe raggiunto un tale consenso, che è stato molto criticato anche internamente per essere diventato Presidente del Consiglio senza legittimazione diretta, che comunica direttamente con i cittadini attraverso tweet, televisione e slides alle conferenze stampa, è riuscito a convincere i cittadini italiani della bontà del suo progetto. “Qualcuno mi ha rinfacciato che ho festeggiato poco – ha dichiarato Renzi in conferenza stampa questa mattina – preferisco mantenere il senso della realtà. Ora non c’è più tempo per rinviare le riforme, non ci sono più alibi. Vogliamo arrivare al 1° luglio (giorno di inizio del semestre europeo a guida italiana, ndr) con umiltà, responsabilità e precisione.” Un successo, ma mantenendo i piedi per terra e prefigurando un nuovo ruolo di forza di PD all’interno del Parlamento Europeo, dove porterà la più ampia rappresentanza di un solo partito. Questa “terza via” è quella mediana tra populisti e restauratori, Renzi insomma si candida a guidare le forze progressiste europee e si prepara a sfruttare al meglio il semestre di presidenza di turno.

Infine una piccola nota sulla partecipazione elettorale che si è attestata attorno al 57,22%, in calo rispetto al 65,87% del 2009. Tuttavia rispetto agli altri paesi europei, il dato italiano, sebbene trainato dalla coincidenza con le elezioni amministrative, è di tutto rispetto.

di Angela Caporale

@puntoevirgola_

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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