La Commissione antidoping

Massimo Casciello

La Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping compila ogni anno la lista delle sostanze vietate e redige una relazione per il Parlamento. Dai dati emerge un nuovo fenomeno che mette in luce la medicalizzazione degli atleti: il 70% usa farmaci o integratori non giustificati da esigenze terapeutiche

La legge 14 dicembre 2000, n. 376 recante “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta al doping” ha introdotto nell’ordinamento italiano una regolamentazione innovativa ed all’avanguardia in materia di tutela della salute degli sportivi e di prevenzione e contrasto del fenomeno doping, affidando un ruolo centrale al Ministero della Salute. Il problema del doping non viene, infatti, più preso in considerazione soltanto quale violazione della lealtà e dell’etica sportiva, ma, soprattutto, come un comportamento a rischio per la salute di chi pratica attività sportiva a tutti i livelli.
In quest’ottica è stata istituita presso il Ministero della Salute, ed opera dal 2001, la Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive.
La Commissione è composta da esperti designati dal Ministero della Salute, dal Ministero competente in materia di sport, dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome, dall’Istituto Superiore di Sanità, dal CONI e dal Comando Carabinieri per la tutela della salute.
In questi anni, la Commissione ha attuato i numerosi compiti attribuiti dalla legge, finalizzando le proprie iniziative soprattutto alla lotta ed alla prevenzione della diffusione del fenomeno doping nella popolazione giovanile e nei settori sportivi amatoriali ed in generale alla tutela della salute nelle attività sportive.
In particolare, la Commissione redige annualmente la proposta di revisione della lista dei farmaci, delle sostanze e delle pratiche mediche il cui impiego è considerato doping, assunta con decreto di concerto tra il Ministero della Salute ed il Ministero competente in materia di sport, nel rispetto della lista internazionale delle sostanze e pratiche mediche vietate per doping, emanata dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA). Per l’anno 2013, la lista è stata assunta con il DM 17 aprile 2013, mentre la proposta per l’aggiornamento 2014 è attualmente alla firma dei Ministri competenti.
La lista comprende anche l’elenco dei farmaci, contenenti i principi attivi vietati per doping, sulle cui confezioni viene apposto un apposito pittogramma e sul foglietto illustrativo una specifica avvertenza, al fine di garantire piena informazione agli sportivi ed evitare il cosiddetto doping involontario. In questo, l’Italia si pone all’avanguardia rispetto agli altri Paesi.
Per quanto riguarda l’attività di controllo antidoping, la Commissione predispone, generalmente a cadenza trimestrale, il programma dei controlli.
Annualmente vengono realizzati circa 1.500 controlli, i cui risultati sono riportati nella Relazione annuale al Parlamento.
Fino al 2006, la Commissione svolgeva i controlli su tutte le manifestazioni sportive a livello nazionale. Successivamente all’affidamento al CONI del ruolo di Organizzazione nazionale antidoping, al fine di evitare sovrapposizioni e coordinare le attività di lotta al doping, è stato firmato tra questo Ministero, l’ex Ministero per le politiche giovanili ed il CONI l’Atto di intesa 4 settembre 2007, con il quale si è concordato di considerare le attività sportive non agonistiche e le attività agonistiche non di rilievo nazionale oggetto prevalente dell’attività della Commissione. Al CONI sono stati, invece, affidati i controlli sulle attività agonistiche di livello nazionale ed internazionale.
La Commissione ha, quindi, avviato un programma di controllo anche sulle attività amatoriali e sullo sport di base organizzato dagli Enti di promozione sportiva, e sta ottenendo dei risultati che dimostrano come la diffusione del doping in questi ambiti sia molto preoccupante, soprattutto in alcune discipline sportive, costituendo un serio problema di tutela della salute.
Dall’analisi dei risultati dei controlli effettuati dalla Commissione nel 2013 emerge che le positività più numerose riscontrate riguardano il ciclismo e che gli agenti dopanti rilevati in percentuali maggiori sono gli anabolizzanti, seguiti dagli ormoni e dai cannabinoidi. Significativa è anche l’età degli atleti risultati positivi, che nello sport amatoriale riguarda non solo i giovani, ma, soprattutto, la fascia di età superiore ai 39 anni. Riguardo alla territorialità, il 41% dei casi di positività è stato rilevato in gare svoltesi al Nord, il 33,3% al Centro ed il 25,6% al Sud e nelle Isole. Bisogna, comunque, considerare che circa la metà dei controlli totali sono stati effettuati nelle Regioni settentrionali, nelle quali si concentra la maggiore attività sportiva organizzata.
Altro fenomeno a cui la Commissione sta prestando molta attenzione ai fini della tutela della salute è la cosiddetta medicalizzazione degli atleti.
Da un’analisi degli ultimi dieci anni di controlli emerge che, in media, il 70% degli atleti dichiara di assumere o di aver assunto farmaci non vietati e/o “prodotti salutistici” nei giorni precedenti il controllo. La categoria di farmaci più utilizzata è quella dei FANS (circa il 45% delle dichiarazioni) mentre, tra i prodotti “salutistici”, prevalgono integratori e sali minerali. Spesso sono assunti più farmaci o un’associazione di farmaci e prodotti salutistici. Ciò dimostra comunque una tendenza all’assunzione di sostanze non sempre giustificata da esigenze terapeutiche. Su tale tema la Commissione ha promosso anche specifiche campagne informative finalizzate alla sensibilizzazione ed all’educazione ad un uso corretto dei farmaci e degli integratori.
La Commissione, inoltre, collabora strettamente con il Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS) e con la magistratura, svolgendo attività di controllo antidoping su segnalazione nell’ambito di indagini penali, considerato che, in Italia, la violazione della normativa antidoping costituisce anche un illecito penale.
La lotta e la prevenzione del doping viene attuata anche attraverso la promozione di progetti di ricerca e campagne formative/informative.
La Commissione, infatti, promuove e finanzia ogni anno un apposito bando finalizzato, da un lato, a migliorare lo sviluppo di nuovi approcci metodologici per il controllo del doping e della tutela della salute dell’atleta, alla promozione di studi inerenti lo stato di salute correlato alla pratica sportiva, ivi incluse le patologie ricorrenti in atleti ed ex atleti ed alla medicalizzazione degli atleti, nonché la promozione di studi epidemiologici retrospettivi sull’uso e sulla tipologia di sostanze e metodi vietati per doping e sull’uso di principi attivi, amminoacidi, sali minerali e nutraceutici nei praticanti l’attività sportiva a livello agonistico ed amatoriale; dall’altro, a promuovere campagne formative/informative finalizzate a diffondere, soprattutto fra i giovanissimi, una cultura dell’antidoping attraverso il coinvolgimento diretto di tutti i soggetti e le professionalità maggiormente a contatto con tale target, nelle scuole e nelle attività ludico-sportive. Le campagne sono organizzate in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, le Federazioni sportive e gli Enti di promozione sportiva, le Regioni, le ASL, le Università ed hanno coinvolto anche categorie professionali come i medici di medicina generale e gli specialisti in medicina dello sport, i pediatri, gli insegnanti, i genitori, gli operatori del settore sportivo e le Forze dell’Ordine.
La Commissione sta anche realizzando, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il portale “Salute e antidoping – Portale istituzionale della Commissione per la Vigilanza ed il controllo sul Doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (CVD)” secondo le “Linee Guida per la comunicazione on-line in tema di tutela e prevenzione della salute” emanate dal Ministero della Salute per fornire un’informazione autorevole ed aggiornata su tutti i temi correlati al doping.
Un altro progetto in corso di realizzazione in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità riguarda il “Sistema Nazionale di Allerta Doping (SNAD)”, finalizzato alla precoce individuazione di nuove sostanze e metodi utilizzati a scopo di doping potenzialmente pericolosi per la salute pubblica ed all’attivazione di segnalazioni di allerta che coinvolgano tempestivamente le strutture deputate alla lotta al doping ed alla tutela della salute degli sportivi.

Massimo Casciello
Presidente Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping del Ministero della Salute

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