Addio Madiba

di Cristina Sirch

“Non si può trovare passione nel vivere in modo mediocre, non accontentatevi di una vita che è meno di quella che siete capaci di vivere.”

MandelaE’ morto ieri Nelson Rolihlahla Mandela, il primo presidente ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid nel suo paese, il Sud africa, e premio Nobel per la pace nel 1993. In queste sue parole troviamo l’essenza del suo spirito.

Una vita spesa per la lotta al razzismo, icona della società multirazziale e della pace, Mandela è l’uomo che non poteva piangere: 27 anni passati in carcere e costretto a lavorare in una miniera di calcare, immerso nella polvere bianca, provocarono gravi danni agli occhi del leader dell’African National Congress; una volta liberato nel 1990 poteva ancora vedere, ma detriti e polveri avevano ostruito i suoi condotti lacrimali lasciandolo incapace di piangere. Ora è il mondo che piange l’uomo della libertà.

Mai parola di vendetta venne da lui pronunciata dopo il lungo periodo passato nelle prigioni del regime segregazionista bianco e dopo l’elezione a presidente nel 1994 ha fatto della riconciliazione, caparbiamente voluta, il filo conduttore del suo operato. Un unificatore, esempio di pace, uguaglianza e giustizia per milioni di persone.

Madiba, come lo chiamava il suo popolo, al suo popolo ha dedicato ogni giorno della sua vita, sopportando il peso di anni di ingiustizie e rinunciando alla libertà condizionata in cambio della rinuncia alla lotta.

95 anni vissuti a piene mani, ha scosso il mondo intero quest’uomo fermo nei suoi principi e allo stesso tempo tollerante, capace di grande umiltà e grande coraggio.

“Sembra sempre impossibile fino a quando qualcuno lo fa”, N. Mandela.

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