La cultura a Catania brilla come oro…e le gazze la portano via! Il furto di alcuni manoscritti di Giovanni Verga.

Foto in bianco e nero di Giovanni Verga, pubblicata in parecchi libri.

Catania, patria della famiglia Verga, da cui discende il famosissimo Giovanni Verga. Autore di famosi romanzi e novelle, con Mastro don Gesualdo, I Malavoglia, Storia di una capinera, Rosso Malpelo… esponente del Verismo, seguace di un altro Catanese, Luigi Capuana, fondatore del Verismo. Finalmente, dopo ottant’anni sono stati recuperati dai carabinieri dei beni culturali, tra Pavia e Roma. L’allarme arriva alla Soprintendenza ai Beni Librari della Regione Lombardia nel dicembre 2012, per via di una vendita all’asta di un Fondo verghiano. Hanno avuto inizio, quindi, le indagini a cura della Procura della Repubblica di Roma e affidate al reparto operativo dei carabinieri dei beni culturali, con a capo il maggiore Antonio Coppola. Nel frattempo, rimangono custoditi al Fondo manoscritti Maria Corti, presso L’Università degli studi di Pavia, dove sarà valutata l’esatta consistenza e il completo recupero. Sono venuti alla luce anche due reperti archeologici del V-II secolo, provenienti da uno scavo clandestino. Per il fondo Verga si parla di un valore stimato a 4 milioni di euro, ma in realtà si parla di un patrimonio inestimabile che appartiene a Catania, città natale di Verga. Trentasei manoscritti che sembrano essere stati affidati dal figlio di Verga ad uno studioso di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) perdendone, così, le tracce fino ad oggi, con il ritrovamento e l’accusa di appropriazione indebita nei confronti di una donna romana A. P. di 76 anni. Si ha notizia di un susseguirsi di inutili tentativi di recupero delle opere negli anni dal 1957 al 1977 da parte di Pietro Verga, figlio di Giovanni Verga, a cui il Tribunale di Catania, nel 1975 ha attribuito il possesso legale di tutti i manoscritti di famiglia. Adesso si attende solo il ritorno a casa, una casa che è non solo patria dell’autore, ma soprattutto protagonista, in quanto il verismo puntava come diceva Stendhal a descrivere quanto accadeva nelle strade, come uno specchio che fa vedere la realtà. Catania attende la prima stesura de I Malavoglia, in cui lo scenario si apre su Acitrezza e la casa del Nespolo, la bozza di Mastro don Gesualdo, de La Lupa, de I carbonari della montagna, le corrispondenze con Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Benedetto Croce e la prima stesura del romanzo Amore e Patria, scritto all’età di soli sedici anni, ormai ritenuto disperso. Oro della cultura italiana che luccica, così, tanto da essere rubato invece di illuminare gli studiosi e gli appassionati. Sono stati derubati non solo la famiglia Verga e la città di Catania, ma anche tutti noi che abbiamo visto formare la nostra cultura sulle opere di grandi maestri come Verga, che ci ha permesso di essere trasportati nella sua quotidianità attraverso la lettura delle sue opere e ci ha insegnato molto, dal valore della famiglia ai diritti umani e lavorativi.

Per approfondimenti:

La roba rubata! Una ricerca durata 56 anni, di Tiziana Mazzaglia, in «Notizie in… controluce», Settembre 2013, pg. 15  http://www.controluce.it

di Tiziana Mazzaglia

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