Democrazia partecipativa

Clelia Bartoli

L’intento principale del Coordinamento è quello di ragionare insieme ai Rom per individuare alternative praticabili e soluzioni dignitose e per favorire la costruzione di un processo di cittadinanza attiva e di reale “cittadinizzazione”.

Nello scorso mese di febbraio, nella Villa palermitana Niscemi, situata nella Piana dei Colli, si è svolto l’incontro di presentazione del gruppo di lavoro che si occuperà della questione Rom nella città. Seguiranno il lavoro la dottoressa Giulia Veca, la dottoressa Clelia Bartoli ed il dottor Michele Mannoia. Questi tre esperti, che si occupano, rispettivamente, di diritti umani, mediazione culturale e sociologia con esperienza in questo ambito, stanno seguendo uno studio esplorativo socio-politico degli aspetti legati alla presenza di una comunità Rom nella città di Palermo. In marzo sono stati avviati i lavori. Quello che segue è un report della giornata di lavoro e collaborazione sui temi della Democrazia partecipativa con e sui Rom.

LAVORI DELLA SESSIONE MATTUTINA
Giovedì 21 marzo, presso i locali del Circolo Didattico “Alcide De Gasperi”, si è tenuta la prima giornata del FoRom di Palermo. La dottoressa Laura Purpura (Ufficio Nomadi e Immigrati) ha presieduto la sessione mattutina ed ha moderato gli interventi. Hanno preso la parola gli Assessori Catania, Evola e Ciulla, i quali hanno pubblicamente sottolineato la volontà dell’Amministrazione comunale di Palermo di migliorare la condizione di marginalità dei Rom che hanno scelto di vivere in città, trattando la questione non più secondo la logica dell’emergenza, ma coinvolgendoli in un progetto di Democrazia partecipata in grado di elaborare interventi condivisi finalizzati ad un loro reale e proficuo inserimento nel tessuto sociale e produttivo della città. Tutti gli Assessori hanno ribadito la necessità di ascoltare i bisogni e i desideri dei Rom “palermitani”, manifestando la piena volontà di accogliere e di implementare le idee che sarebbero emerse nel corso della giornata e nei giorni seguenti al primo FoRom. Nella loro qualità di consulenti a titolo gratuito del Comune di Palermo, sono poi intervenuti i coordinatori del FoRom (Michele Mannoia, Giulia Veca e Clelia Bartoli) i quali – dopo aver ringraziato i Rom la cui presenza rappresenta un indicatore della loro disponibilità al confronto con la comunità della quale essi fanno parte e le istituzioni che hanno espresso, a loro volta, un segnale forte in termini di rispetto dei diritti umani – hanno spiegato le finalità del Coordinamento rom, sottolineando come quest’ultimo intenda assumersi soltanto oneri e non onori. È stato, infatti, più volte ribadito come il gruppo di coordinamento intenda coinvolgere non soltanto – e primariamente – la piccola comunità che vive a Palermo e tutti coloro i quali, nel corso degli anni, hanno acquisito competenze e conoscenze su questo “mondo di mondi”, tanto variegato quanto discriminato, ma anche tutti i cittadini, palermitani e non. L’intento principale del Coordinamento è quello di ragionare insieme ai Rom per individuare alternative praticabili e soluzioni dignitose e per favorire la costruzione di un processo di cittadinanza attiva e di reale “cittadinizzazione”.

Successivamente, ha preso la parola il presidente della VI circoscrizione, nel cui perimetro sorge il Campo, Michele Maraventano, il quale ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro sin qui svolto dal Coordinamento e per la volontà dell’Amministrazione comunale di occuparsi con questa modalità inedita della popolazione romanì, manifestando, altresì, solidarietà e disponibilità a titolo personale ed a nome del Consiglio di quartiere.

Sono poi intervenuti i due esperti proposti dal Coordinamento rom: Dimitris Argiropoulos (dell’Università di Bologna) e Giorgio Amadei. Il primo è uno studioso della popolazione romanì ed è coordinatore di varie attività finalizzate all’inclusione sociale dei gruppi marginali; il secondo è un architetto cooperante, esperto in tecniche di autocostruzione e di auto-recupero con finalità sociali. Sia Argiropoulos, sia Amadei, nel corso dei loro interventi, hanno anticipato i contenuti, le finalità e gli obiettivi dei due workshop pomeridiani. Ha poi preso la parola Aljus Beciri, mediatore rom della comunità romanì di Palermo, il quale ha messo in luce le condizioni di precarietà nelle quali versano i Rom della nostra città, la volontà di partecipare a questa sorta di cantiere sociale, l’auspicio che il FoRom lavori al meglio delle sue possibilità, ma anche il timore che – come è già avvenuto con la precedente Amministrazione comunale – i Rom finiscano con l’essere l’oggetto passivo, piuttosto che il soggetto attivo, di una concertazione di politi-che abitative e di inclusione. A riprova dell’interesse e dell’ampia partecipazione che la manifestazione ha suscitato per la comunità romanì, si sono poi succeduti vari interventi di membri della comunità di rom kossovari, serbi e romeni che vivono sia al Campo, sia in altre zone della città.

LAVORI DELLA SESSIONE POMERIDIANA

Dopo una breve pausa, l’assemblea si è divisa in due gruppi di lavoro. Il primo workshop (Prospettive di inserimento dei Rom nel tessuto cittadino e nel mondo del lavoro) – moderato da Dimitris Argiropoulos con la collaborazione di Giulia Veca e Michele Mannoia – è stato focalizzato non solo sulle difficoltà da affrontare, ma anche sulle potenzialità e sulle risorse da valorizzare per facilitare l’inserimento dei Rom nel mondo del lavoro. Il secondo workshop (Analisi delle potenzialità, delle criticità e delle risorse per superare l’idea di “Campo”) è stato moderato da Giorgio Amadei con la collaborazione di Clelia Bartoli. Analogamente al primo, anche questo workshop ha privilegiato un approccio di empowerment, in virtù del quale si è potuto ragionare in termini di vincoli da superare e risorse di cui avvalersi per contrastare il disagio abitativo, la segregazione e l’idea di “Campo” con soluzioni alternative come, ad esempio, l’autocostruzione e l’auto-recupero. Più nel dettaglio, ai due workshop hanno partecipato oltre 60 persone, così distribuite: 30 al workshop sull’inserimento lavorativo e 33 a quello sulla questione abitativa. In entrambi è da rimarcare la considerevole presenza numerica dei Rom, quantificabile in circa la metà dei partecipanti al primo, ed in ben oltre la metà al secondo. Per il resto, alle due assemblee hanno preso parte membri di associazioni, mediatori, antropologi, studenti della Facoltà di Giurisprudenza, dei corsi di Laurea in Cooperazione Internazionale e di Servizio Sociale e Politiche Sociali (Facoltà di Lettere e Filosofia), architetti, autocostruttori esperti in bioedilizia, ricercatori e semplici cittadini, sensibili ai temi trattati ed intervenuti a titolo personale.

Il clima dei due workshop è stato sostanzialmente positivo, sebbene non siano mancate anche alcune critiche le quali, tuttavia, nella gran parte dei casi, possono essere considerate costruttive. La discussione avviata nell’ambito dei due momenti assembleari e l’analisi delle problematiche emerse sono risultate particolarmente utili alla messa a fuoco degli ostacoli da superare e delle risorse da mettere in campo nel prosieguo dei lavori di questo Coordinamento. In particolare, il workshop sull’inserimento lavorativo, tra gli altri elementi, ha contribuito a fare emergere il problema di una mancanza di formazione adeguata tra i membri della popolazione romanì. Soltanto due dei circa 45 adulti che abitano al Campo della Favorita hanno, infatti, conseguito la licenza media. Pochi altri sono in possesso della licenza elementare, mentre la stragrande maggioranza non possiede alcun titolo di studio. Pertanto, nel corso di questo workshop, si è discusso della necessità di predisporre non soltanto – e più in generale – percorsi di alfabetizzazione per le donne e per gli uomini, ma di individuare, altresì, un percorso specifico finalizzato alla formazione di mediatori e/o facilitatori da destinare ai giovani del Campo già in possesso di un titolo di studio spendibile in questo senso.
Parallelamente al tema della formazione, è stato discusso quello delle esperienze lavorative pregresse e delle numerose e variegate abilità della popolazione romanì nei settori dell’edilizia, del commercio ambulante e dell’artigianato (in particolare delle attività di sartoria); abilità e competenze sulle quali sarebbe opportuno insistere, sperimentando, sulla falsariga di quanto già avvenuto in altre città italiane, la strada della piccola cooperativa e quella dell’accesso al micro credito.
Non da ultimo, resta da affrontare il problema prioritario della condizione giuridica dei Rom che abitano nella città di Palermo e dei documenti di soggiorno. Per questo motivo, il Coordinamento si è impegnato a verificare, nei prossimi giorni, la condizione giuridica di ciascun membro della comunità rom. Ciò allo scopo non solo di conoscere nel dettaglio le diverse tipologie configurate, ma anche di aprire un tavolo di lavoro con la Prefettura e la Questura.

Oltre alle tematiche affrontate nel corso di entrambi i workshop, altri aspetti di rilevanza non secondaria sui quali il FoRom continuerà ad impegnarsi sono quelli relativi, più in generale, al tema della povertà e a quello del disagio sperimentato quotidianamente dai Rom, al pericolo sempre incombente di una guerra tra poveri, al pessimismo ed alla delusione che serpeggiano tra le famiglie, ormai stanche di promesse non esaudite e, infine, alle spaccature ed ai conflitti interni alla comunit stessa, nonché alla difficoltà per i Rom di uscire da una logica assistenzialista intraprendendo, al contrario, un percorso di emancipazione e di iniziativa personale.

A conclusione dei workshop, i partecipanti si sono riuniti in plenaria e i moderatori hanno restituito una sintesi di quanto emerso nelle due assemblee. A chiusura dei lavori, l’assemblea plenaria si è collegata con l’équipe di Napoli della Onlus “Maestri di Strada”, coordinata da Cesare Moreno, attualmente impegnato, per conto del Ministero della Pubblica Istruzione, sul fronte del contrasto alla dispersione scolastica della popolazione romanì.

Clelia Bartoli
Docente di Diritti Umani, presso il Polo Territoriale della Provincia di Trapani,
Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Palermo

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