La scuola apre le porte: nuovo anno scolastico. Problematiche, partecipazione e crescita.

 

La rivista Social News, nel numero 6 di Luglio-Agosto 2013 (anno10), affronta l’argomento scuola, “Maestri di strada”. Tra i vari articoli contenuti, vi sono i temi: di integrazione sociale di scuole, site in zone periferiche; il problema della dispersione scolastica affrontato come male della società; l’apprendimento e la partecipazione; una nuova strada per la scuola del futuro. In questi giorni ha inizio il nuovo anno scolastico 2013/2014 e i ragazzi ritornano tra i banchi di scuola, dove spesso vivono le attività didattiche, come un supplizio, un obbligo o addirittura una prigione. In merito al rapporto studenti e istituzione scolastica sono stati interpellati il preside e alcuni alunni di una scuola superiore di secondo grado.

 

Il Dirigente Scolastico, Prof. Pietro De Luca dell’Ist. Professionale di Stato, Daniele Marignoni- Marco Polo.
(Foto scattata dalla Prof.ssa Mirella Sorba in occasione della co-gestione del 9 Aprile 2013).

Esistono ancora ragazzi entusiasti del loro percorso di crescita e istruzione?

È stato chiesto al Prof. Pietro De Luca, Dirigente Scolastico dell’Istituto Professionale di Stato, Daniele Marignoni- Marco Polo, di Milano, di raccontare l’esperienza di co-gestione, tra, docenti, alunni, ex-alunni e ospiti: «L’esperienza della co-gestione del 9 aprile scorso, ha avuto senz’altro una ricaduta positiva all’interno della scuola. E’ stata innanzitutto la prima volta che veniva organizzata con il coinvolgimento attivo di studenti e docenti, ed ha prodotto sicuramente una presa di coscienza da parte dei ragazzi che nella scuola, oltre al lavoro privilegiato della didattica curriculare, possono trovare e trova spazio lo svolgimento di una didattica allargata a temi sociali, o di approfondimento, che mirano ad arricchire le loro competenze ed a sviluppare in loro l’autonomia e la corresponsabilità. Pur essendo il primo tentativo, come dicevo, la ricaduta è stata estremamente positiva, sia per i temi affrontati, sia per la serietà nella partecipazione. La scuola assolve interamente al proprio compito se ricerca attraverso il lavoro istituzionale e, soprattutto, attraverso forme di compartecipazione alla costruzione dei saperi non solo specifici delle discipline, ma anche atti ad investire, oggi più che mai la formazione del cittadino, in termini di conoscenza, partecipazione e stimolo alla costruzione del proprio ruolo positivo nella ricerca di un sempre  maggiore e democratico sviluppo della nostra società. La buona riuscita e la risposta seria e consapevole dei ragazzi  è uno stimolo a proseguire su questa strada».

 

Il parere dei ragazzi, ha denotato entusiasmo e apertura alla conoscenza:

Jenny di IV N ha detto: «Mi  ha colpita l’incontro con gli ex-studenti, perché mi ha fatto riflettere molto sul mio futuro»; Karina di IV N «Mi ha colpita molto l’incontro con la vittima di mafia e la collaboratrice di Libera, perché ho avuto esempi di esperienze dirette»; Diana Capristan di IV N: «L’ incontro con gli ex-studenti mi ha colpita, perché ho avuto informazioni dai ragazzi riguardo il mondo del lavoro»; D. Reins Rey Villanueva di I M: «Sono stato affascinato dall’iniziativa di pallavolo, perché ho avuto l’iniziativa di giocare con gli altri studenti della scuola ed è stata anche un’opportunità per approfondire le conoscenze, soprattutto per me che frequento il primo anno»; Bilotta Cecilia e Klein Gaia di IV M, dicono: «L’incontro con gli ex-alunni è stato interessante per trarre consigli sul mondo del lavoro»; Santillan Kristopher Rayan, di IV M, dice: «L’esperienza è stata positiva, perchè ha permesso di uscire dalla campana di vetro, in cui siamo soliti vivere, e ci ha trasportati nella realtà».

 

In conclusione:

Possiamo, quindi, affermare che nella nostra società, dilaniata da troppi malfunzionamenti, esistono ancora adolescenti che affrontano volentieri e con maturità le varie esperienze scolastiche. Un anno scolastico può divenire un percorso di crescita maturo e realistico, con nuovi orizzonti aperti al mondo che ci circonda, in un cammino solido e fruttuoso, indice di un desiderio di crescere, nella consapevolezza del bisogno di arricchire il proprio bagaglio culturale, con occhio attento e sensibile.

 

Come si evolve la scuola: confronto e tolleranza.

La scuola italiana cresce insieme al suo paese e ha subito notevoli evoluzioni, con ripercussioni, anche, spiacevoli. Oggi, in un periodo di crisi, la scuola vive la sua via crucis, in una processione a cui assistono docenti, alunni, famiglie. Ripercorrendo le orme del passato si possono elencare episodi salienti dell’evolversi e del mutare della scuola. Se ritorniamo al periodo successivo al Regno sabaudo in cui ormai si parlava di Regno d’Italia, 1861, si ha una visione scolastica di istituzione rivolta a garantire uno sviluppo e una formazione sociale unitaria. Ne consegue, quindi, la necessità  di un corpo docente opportunamente formato sia culturalmente, sia ideologicamente. Emerge, ancora, l’esigenza di un’ alfabetizzazione attuata attraverso la scolarizzazione dei ceti popolari. Per attuare tutto questo è stato necessario accentrare la burocrazia scolastica al Ministero della pubblica istruzione, conferendo tra i vari compiti anche quelli di decidere i programmi scolastici. In un’intervista rilasciata a “Il Resto del Carlino“, a Bologna il 29 Agosto del 1920, si evidenzia la necessità di obiettività, e quindi, di un apporto contribuente di singole soggettività, nel libero confronto e dialogo, per una crescita consapevole. Croce si oppone, quindi, a qualsiasi forma di controllo ideologico. Questa posizione appare attuale, non solo in riferimento a diverse opinioni politiche, ma anche in riferimento alle diverse appartenenze culturali, che compongono le scuole di oggi, in cui si ha un’utenza multiculturale. Vanno ricordati gli interventi attuati con la riforma del 1923, con cui si inserisce, nella scuola elementare, lo studio della religione cristiana e i “Patti lateranensi” del 1929 che ha stabilito la religione cristiana come religione di Stato, obbligatoria anche nella scuola statale. Mentre, con gli anni Sessanta e Settanta si è ritornati ad una laicizzazione dell’istituzione scolastica, infatti, oggi non si parla più di insegnamento della religione cattolica, bensì, di storia delle religioni, orientato a fornire una visione del mondo e delle varie culture e credenze, inserita in un contesto scolastico comune di educazione alla legalità con offerte educative rivolte anche ad una cultura generale legala alla realtà in cui viviamo. Una cultura molto vicina alla teorizzazione di Croce, aperta alla multiculturalità e alla tolleranza. Ai nostri tempi, le classi sono formate da alunni provenienti da paesi di versi, con mentalità, usi e costumi differenti, come del resto lo è anche la società in cui viviamo e di cui le aule delle nostre scuole ne sono lo specchio. Compito dei docenti, attuali e futuri, è quello di essere aperti al dialogo, in modo tale da evitare casi di razzismo che possono sfociare in episodi di bullismo. La cultura scolastica deve offrire maggior spazio alla ricerca e alla lettura di opere di narrativa di paesi diversi, in modo da sensibilizzarne i lettori e chiarire le idee evitando preconcetti. Un percorso culturale all’insegna del confronto e della tolleranza.

 

 

Bibliografia:

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 Per informazioni:

Maestri di strada, «SocialNews», anno 10 – Numero 6, Luglio- Agosto 2013 @uxilia editore.

http://www.marignonipolo.it

http://www.linformatore.info/?p=487 Quando la scuola produce cultura ed è al servizio dei ragazzi. Una scuola che sa guardare oltre, Istituto Professionale di Stato Daniele Marignoni- Marco Polo, di Tiziana Mazzaglia, in «L’informatore delle autonomie locali», 24/04/2013, tot. pg. 4.

 

 



di Tiziana Mazzaglia


 

di Tiziana Mazzaglia

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