Scrittrice indiana uccisa in Afghanistan: lottava per i diritti delle donne

di Claudia Fallica

Sushmita Banerjee – fonte: www.ansa.it

Sushmita Banerjee, scrittrice e operatrice sanitaria indiana di 49 anni, ha trascorso la sua vita impegnandosi per i diritti delle donne nei paesi sotto la guida di organizzazioni fondamentaliste islamiche, documentando i soprusi cui erano costrette, scrivendo articoli, pubblicando libri, rilasciando interviste.

Aveva capito in prima persona cosa vuol dire vivere sotto il dominio dei talebani, quando da giovane, sposata con un uomo afghano, lo aveva seguito nel suo Paese, e aveva sofferto le imposizioni e le restrizioni che il regime talebano imponeva alle donne.

Riuscita a scappare e tornata in India, aveva fatto della sua storia un best-seller mondiale, La moglie bengalese di un uomo di Kabul, e aveva raccontato al mondo che ancora oggi ci sono donne costrette a vivere recluse in casa, vendute come animali, senza diritti e senza libertà.

Dopo quasi vent’anni, presa la decisione di vivere di nuovo insieme al marito e di girare un documentario sulla condizione delle donne del luogo, lo raggiunge in Afghanistan, dove mercoledì scorso, è stata rapita dalla loro casa a Kharana da parte di un gruppo armato e uccisa con una pistola. Il suo corpo è stato gettato davanti a una scuola islamica.

Nonostante la polizia locale sostenga che il delitto sia opera dei talebani contrariati per l’impegno sociale della donna, ancora nessuna rivendicazione da parte dei militanti islamici.  Il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, nega ogni coinvolgimento nei fatti.

Tuttavia, chiunque sia il mandante, questa è ancora la punizione per chi grida a voce alta i diritti delle donne, in Afghanistan.

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