Italia: terra in cui c’è chi può tutto e chi può niente.

Gaia Triscornia, 21 anni, Carrara. Foto pubblicata dal Corriere Fiorentino il 05/09/2013.

In Italia chi studia non è apprezzato e il praticantato dura una vita. I concorsi arrivano come giochi al lotto, in cui puoi vincere una sicurezza per la vita mentre tutti gli altri rimangono condannati a fermarsi nel purgatorio. È successo a Carrara, dove Gaia Triscornia, una ragazza di 21 anni, ha avuto la cattedra, per l’insegnamento di laboratorio tecnico pratico, a cui si accede con il solo diploma, presso l’Istituto Statale di istruzione superiore Domenico Zaccagna, lo stesso frequentato da studentessa. Ha conquistato un lavoro a tempo indeterminato, la sicurezza di maturare una pensione e può vivere serenamente. Un percorso che rimane un sogno per tutti gli altri, raggiunto con il concorso voluto dall’ex ministro Francesco Profumo, molto criticato già mentre era stato solo annunciato. Inutili, erano stati i tentativi di intervento dei vari sindacati, a cui il ministro aveva addirittura rifiutato la parola. Un concorso arrivato, come falce, per molti aspiranti docenti, laureati, già abilitati con il concorso del 2000. Insegnanti da più di dieci anni, con un percorso di studi arricchito da master, pubblicazioni, corsi professionali, aggiornamenti, tutti a pagamento e per concludere, ciliegina sulla torta, più di dieci anni di pratica! Anni di lavoro, in cui non puoi maturare la pensione, in cui non hai sicurezze per il futuro. Arriva il 30 giugno, con la chiusura della scuola e si ritorna disoccupati e si inizia l’attesa angosciosa di settembre, aspettando una chiamata, dalla lista delle, sole, venti scuole che si possono scegliere. L’iter, degli aspiranti insegnanti consiste nell’attendere la pubblicazione del bando, per l’inserimento nella graduatoria di terza fascia entrando, così, in una lista, con il punteggio del titolo di studi che permette di insegnare la materia scelta. Da qui, quando si è fortunati, si è convocati per le supplenze e si devono aspettare le condizioni, in vigore, dettate dal Ministero, al fine di potersi abilitare. Una volta esisteva il concorso, l’ultimo è stato nel 1999/2000 ed ha formato una graduatoria di abilitati non ancora entrati in ruolo. Poi, ci sono stati gli anni delle Scuole di specializzazione, le SSIS. A seguire, anni di stallo, in cui tutte le porte sono state chiuse, fino ad arrivare all’anno scorso, quando, è stato deciso di annullare la graduatoria e di bandire un nuovo concorso, cui potevano accedere concorrenti, con solo il titolo di studi richiesto per singola materia. I concorrenti già abilitati, con anni di insegnamento sono stati trascinati in un secondo concorso, in cui i titoli e le esperienze non sono stati valutati e hanno, così, visto azzerare la loro carriere in una sorta di gioco dell’oca, perché erano trascorsi troppi anni! Come se la colpa fosse loro e non dei tagli avvenuti alle ore di lezione e alle classi dimezzate, arrivando da quindici alunni a trenta, e addirittura quaranta alunni, causando una minore richiesta di insegnanti. Molti docenti, già di ruolo, si sono trovati ‘perdenti posto’, hanno cioè perso la cattedra conquistata. Uno stile di vita continuamente precario, esasperante e umiliante, senza futuro, senza garanzie e senza tutela. Solo dopo ripetute proteste, si è riusciti ad avere, qualche mese fa, il bando per gli insegnanti che hanno già svolto almeno tre anni d’insegnamento. Questi saranno trasportati dalla graduatoria di terza fascia a quella di prima fascia, in un’altra coda immensa, con il loro numerino in mano, per fortuna non tatuato sulla pelle! E poi, ci sono quelli che arrivano al traguardo a 62 anni, come è successo ad un’insegnante di educazione artistica. Dopo trentatré anni di supplenze, ormai ad un’età in cui si avvicina alla pensione, senza poterla maturare. Si sono verificati, anche, episodi di suicidio di professori esasperati da questa carriera labirinto, come è successo a Carmine Cerbera di 48 anni, per lui “essere senza lavoro era un tormento”. Docente di storia dell’arte, una materia che ha subito enormi tagli alle ore di lezione, comportando perdite di cattedre. Una materia non più valorizzata da questa società, in cui si ha poco interesse, sia per la cultura del nostro passato, sia per il valore dei beni culturali. Un’Italia in cui c’è chi può avere tutto e chi niente!


 Per approfondimenti:

corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2013/5-settembre-2013/a-ventun-anni-torna-scuola-prof-2222918988426.shtml

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/03/napoli-prof-precario-si-suicida-essere-senza-lavoro-era-tormento/402654/

Meritocrazia, «SocialNews», anno 5, numero 8, Ottobre 2008,  @uxilia editore.

Ripensare il sistema educativo, di Giorgia Meloni, in «SocialNews» 01/01/2013, https://www.socialnews.it/articoli/7503

Scuola: è tutto un quiz, dalle professionalità di eccellenza agli “asini” con patente. Il palio della Scuola, di Tiziana Mazzaglia, in «L’informatore delle autonomie locali»,  28/12/2012. http://linformatore.info/?p=319

Cento giorni e cento notti di un precario, di Tiziana Mazzaglia, in «Notizie in… controluce», Dicembre, 2012, pg. 15,16. http://www.controluce.it/giornale-rubriche/giornale/rubrica-cultura/item/61767-cento-giorni-e-cento-notti-di-un-precario.html

Il “gioco dell’ oca” per i precari nella Scuola, di Tiziana Mazzaglia, in «L’informatore delle autonomie locali», 21/09/2012 http://linformatore.info/?p=245 

 

di Tiziana Mazzaglia

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