Esperimento Europa

di Massimiliano Fanni Canelles

All’interno del dibattito della società civile, uno dei temi centrali è rappresentato dall’Europa, declinata in tutte le sue forme: Europa come integrazione economica, federazione politica, istituzione sovranazionale, unione monetaria. Ci si chiede, insistentemente, se sia utile, funzionale, positiva dal punto di vista del nostro Paese. Ci si chiede quali siano i vantaggi della moneta unica, per alcune parti politiche sempre più sfocati, tanto da auspicare il ritorno alla Lira.
Tuttavia, senza una riflessione profonda sul senso dell’integrazione europea, ciascuna opinione resta fine a se stessa, lieve e superficiale, senza alcun orientamento concreto. L’Europa, così come la intendiamo noi adesso, è nata nel secondo dopoguerra grazie alla lungimiranza di alcune figure politiche di riconosciuta statura intellettuale e per lo sdegno di fronte alla barbarie dei totalitarismi che avevano devastato l’intero continente. Per comprendere il senso originario dell’Unione, appare fondamentale riprendere alcuni passaggi del “Manifesto di Ventotene”, redatto da Altiero Spinelli nel 1944 e riferimento imprescindibile e all’avanguardia per i Padri “istituzionali” dell’integrazione. Il progetto era chiaro e le sue parole sono ancora attuali: è necessario implementare la collaborazione e la solidarietà tra gli Stati del continente “per costituire un saldo Stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali; spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari; abbia gli organi e i mezzi sufficienti per far eseguire nei singoli Stati federali le sue deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consenta una plastica articolazione e lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli”. Unione e ordine comune, autonomia e garanzia del pluralismo. Questi elementi devono rappresentare ancora oggi i cardini dello sviluppo della UE, un’Organizzazione capace di bilanciare istanze sovranazionali ed appartenenze particolaristiche. Affinché la visione di Spinelli si realizzi, vi sono alcuni elementi ancora assenti o attualmente carenti nella loro configurazione. Ad esempio, il potere di controllo insufficiente sui comportamenti degli Stati e dei cittadini europei affidato alla Corte di Giustizia, il fallimento di ogni progetto di organizzazione militare continentale stabile, la formazione di un vero e proprio Stato federale.
Nonostante l’Unione Europea non abbia ancora raggiungo questo stadio di sviluppo politico, rappresenta comunque qualcosa di più di una semplice confederazione di Paesi. Purtroppo la realizzazione di una Costituzione europea è fallita nel 2009 a seguito dei risultati referendari in Francia e Paesi Bassi. Oggi l’Europa è un’entità istituzionale in fieri che non rientra in nessuna categoria giuridica classica del diritto internazionale. Il suo sistema politico si fonda su trattati internazionali ratificati all’interno dei singoli Stati membri ed è ancora compito di Governi e Parlamenti deliberare su modalità e quantità delle cessioni di sovranità. Dal Trattato di istituzione della CECA al recente Trattato di Lisbona, molti passi avanti orientati all’integrazione sono stati fatti, non soltanto in ambito economico, ma anche dal punto di vista dell’integrazione monetaria, come l’istituzione dell’Euro e della Banca Centrale Europea. L’UE ha cercato di ritagliarsi, a volte con successo, anche un ruolo internazionale diplomatico di mediazione, rivelatosi particolarmente importante nella gestione di situazioni di crisi quali quella della penisola balcanica o del Maghreb. Tuttavia, lo scontro interno tra gli Stati membri emerge all’aumentare degli interessi in gioco, paralizzando l’azione comune e rendendo un’impresa titanica mantenere una posizione unitaria. La politica estera resta quindi prerogativa dei Governi nazionali, i quali non sembrano disposti a rinunciare a nessuna frazione del loro potere.
Nonostante questi limiti, a mio avviso l’Unione Europea mantiene ancora la sua capacità propulsiva e creativa. Il problema attuale non risiede tanto in una sovra-presenza della UE nella vita nazionale, quanto in una modalità mediana di esercizio del potere non del tutto efficace. In sintesi, in Italia, manca Europa, non ce n’è troppa, come alcuni sostengono. I limiti dell’attuale configurazione europea possono e devono essere superati, il tiro corretto, i vuoti legislativi ed istituzionali colmati. Per questo motivo, diviene necessario redigere ed approvare una Costituzione europea idonea a rappresentare, al contempo, punto d’arrivo di un processo di integrazione che dura ormai da più di mezzo secolo ed elemento propulsivo per la crescita e lo sviluppo al fine di istituire organi sovranazionali con poteri sovrani maggiori. Tutto ciò senza mai perdere di vista i valori fondanti dell’integrazione: solidarietà, autonomia, libertà, eguaglianza.

Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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