Terzo settore ed editoria di qualità, quando il rapporto funziona

Intervista a Silvano Negretto della casa editrice Negretto Editore

Il terzo settore non è certo un tema da best seller: cosa spinge una giovane casa editrice a interessarsi a questo mondo?
La scelta di interessarsi e coinvolgere in alcune pubblicazioni il mondo del’associazionismo no profit consegue dalla nostra vicinanza etico-politica a un movimento di volontariato che costituisce un serbatoio di forze giovani, colte e preparate sul piano dell’impegno sociale, di energie soggettive in grado di elaborare idee nuove, grazie a esperienze e competenze maturate nei loro variegati quanto difficili percorsi personali. Credo anche che un piccolo editore debba chiedersi il senso delle sue scelte e del suo operato, della sua collocazione nel mercato editoriale: la ricerca e definizione di una nicchia di lettori attenti e interessati a temi specifici è un presupposto fondamentale della sua visibilità e, di conseguenza, della sua sopravvivenza economica.

Nel libro Follia Gentile, dedicato alle esperienze innovative nell’ambito della psichiatria sociale, l’associazionismo ha avuto un ruolo attivo anche nella promozione del libro…
E’ vero, in quel caso ci siamo avvalsi della fattiva collaborazione di Cinzia Migani, dei responsabili dell’Associazione Oltre la siepe e della Caritas di Mantova. Alla interazione tra forze e competenze diverse si è aggiunta la scelta di promuovere un libro avvalendosi di una rete di relazioni che coinvolgessero insieme enti locali, scuole, istituti psichiatrici e gruppi del Terzo settore, da tempo impegnati nella “realizzazione” della legge Basaglia n.180/1978. Va da sé, poi, che la promozione di un libro richiede il coinvolgimento della passione e delle scelte personali dell’editore stesso: senza passione non si sviluppano né si consolidano convincimenti ben definiti e perciò nemmeno la capacità di promuovere, in modo razionale ed efficace, l’ambito di contenuti e valori di cui si fa promotore e sostenitore. Non ci può essere piccola editoria capace di restare dignitosamente sul mercato senza impegno etico – politico “disinteressato” (quasi “no profit”, ecco un’altra ragione di vicinanza) dello stesso editore!

L’Italia è un paese che legge poco (e spesso male): quali sono le vie perché la formazione della persona – che avete scelto come linea guida – possa passare con efficacia attraverso le pagine di un libro?
Le problematiche centrali ineludibili per quei gruppi o associazioni del Terzo settore che intendono misurarsi e impegnarsi nel sociale hanno un valore fondamentale per la formazione di un cittadino consapevole nel mondo contemporaneo. La divisione nord/sud del mondo, i problemi della globalizzazione e delle migrazioni dei popoli, la tendenza – dettata dai meccanismi della concorrenza fra merci e fra trust industriali e commerciali, secondo noi negativa – a uniformare comportamenti e informazioni ai principi della società “usa e getta”, il degrado ambientale, la sottovalutazione progressiva della salute fisico-mentale da parte dei produttori e (per effetto di un sistema pubblicitario il più delle volte dis-informativo) la distruzione della memoria storica in nome dell’attualismo, la diminuzione dei valori di solidarietà dovuta alla progressiva egemonia sulle coscienze dell’individualismo privatistico e dell’indifferentismo morale sono tutti temi e tendenze su cui il nostro progetto editoriale vuole incidere e intervenire costruttivamente. Certo, un libro non può da solo rinnovare alcunché senza l’apporto partecipativo di uomini in carne e ossa realmente e proficuamente impegnati in un movimento culturale in controtendenza rispetto ai sistemi e alle regole oggi predominanti in ambito informativo e formativo.

Come nasce un libro di qualità? E come può affermarsi nel mercato dei libri da supermercato?
Un libro di qualità nasce da un’idea forte, nel senso etico e anche culturale del termine. Idee forti come l’impegno per i diritti di tutti (in senso evangelico o – più laicamente – in senso kantiano: la libertà e le che desidero per me li devo volere per tutti …) o come la realizzazione – proclamata a gran voce dalla nostra Costituzione – di una diffusione delle pari opportunità per tutti. In coerenza con questi presupposti, l’ideazione di un prodotto editoriale non può che avvenire elaborando un’idea originaria, proposta da un autore, in sinergia con gli esperti che compongono il nostro team (il Direttore di collana, il Comitato Scientifico, gruppo redazionale a seconda dei casi… e poi la scelta del grafico, dell’eventuale illustratore, dell’editor, del correttore di bozze…). La qualità non si può ottenere in assoluto, ma si costruisce attraverso un lungo lavoro di selezione, discussione e confronto sul senso che un argomento assume all’interno del progetto, il miglioramento progressivo della scrittura, l’analisi delle relazioni che un testo richiama con problematiche di interesse attuale, la valutazione realistica dell’utilità dell’opera per la conferma/consolidamento della linea editoriale complessiva e delle idee forti o dell’ideologia che la fondano.

Facciamo un esempio concreto?
Sì, prendiamo il Kit multimediale per non vedenti UNDICI di Lidia Beduschi, che dopo essere stato insignito della Menzione Speciale per la Comuncazione educativa dalla Giuria del Premio Alberto Manzi 2010, ha ottenuto il Patrocinio ufficiale – da parte di IRIFOR-UIC Nazionali – in vista del primo Concorso Artistico Nazionale per non vedenti e ipovedenti. Il principio ideale del “diritto di ciascuno su tutto” e in particolare del diritto all’arte, al godimento dei colori e all’affinamento del gusto anche per le persone prive o carenti di capacità visiva, si sono coniugati in un’opera realmente innovativa, alla sicura preparazione e competenza pluridiplinare dell’autrice e dei suoi collaboratori (un‘equipe di persone non vedenti, musicisti, webmaster, psicolgi, storici dell’arte…).

Luca Casadei

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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