Perché tornare in Cina

Du Liuxiao

Dopo la laurea in Europa, pensavo di trovare un lavoro di livello con un salario adeguato, ma la realtà è che, se lo vuoi, devi avere un percorso di studi nella media, non troppo diverso dagli altri.

Il “Chinese Globalisation Research Center” ha recentemente pubblicato uno studio sugli studenti cinesi laureati all’estero. Alla fine del 2011, gli studenti emigrati in Paesi stranieri per studiare erano 1.390.000, mentre quelli rientrati circa 390.000. Si stima che, alla fine del 2012, le due cifre superino, rispettivamente, quota 1.600.000 e 500.000.
A causa della crisi finanziaria internazionale, le difficoltà di trovare un’occupazione in Europa e negli Stati Uniti sono cresciute e molti studenti laureatisi all’estero sono stati costretti a rientrare in Cina. I numeri di questo flusso di rientro appaiono in rapida crescita. Secondo le statistiche, nei primi quattro mesi del 2011, il numero di studenti rientrati è aumentato del 34% rispetto ai primi quattro mesi del 2010. Questa situazione attenua il vantaggio competitivo degli “studenti tornati” nel mercato del lavoro cinese. Quali sono le condizioni di vita quotidiana e professionale di questo speciale gruppo di laureati? Come valutano la loro esperienza di studio all’estero ed il problema di trovare un lavoro quando rientrano in Cina? Ho svolto una piccola inchiesta su due miei amici. Ecco le loro storie.

Nigu:    “Ho esperienza e sono fiducioso per il futuro”
Età: 25
Paese di laurea: Gran Bretagna
Corso di studi: Commercio Internazionale
Occupato: Si
Salario mensile: 4.000 yuan (320 euro)
Quando Nigu si è laureato a Manchester, pensava di trovare un lavoro coerente con il suo corso di studi in Inghilterra, ma il risultato lo ha deluso. Ci sono tanti laureati nella medesima materia e solo alcuni di loro hanno trovato un posto appagante. «Il problema dell’occupazione è globale, non esiste solo in Cina. Ho trovato un’occupazione part-time – racconta – ma non sono contento. Avrei voluto trovare un posto migliore. Purtroppo, però, la legge di immigrazione in Gran Bretagna è molto rigida e non potevo trattenermi più a lungo».
Tornare in Cina non si è rivelata una scelta sbagliata, ma la situazione che ha trovato è stata sorprendente: «Non pensavo che la competizione fosse cosi terribile. I posti di lavoro non sono sufficienti per tutti. Dopo la laurea in Europa, pensavo di trovare un lavoro di livello con un salario adeguato – spiega Nigu – ma la realtà è che, se lo vuoi, devi avere un percorso di studi nella media, non troppo diverso dagli altri». L’atteggiamento di Nigu è comunque positivo: «Non ho paura di cominciare da un posto di basso livello. Ciò che ho studiato all’estero rappresenta un tesoro speciale che varrà in futuro. Ne sono sicuro!».

Lulu:    “Prima il lavoro, poi la scelta. Vorrei guadagnare di più”
Età: 27
Paese di laurea: Stati Uniti
Corso di studi: Educazione e Formazione
Occupata: Si
Salario mensile: 3.200 yuan (256 euro)
Con l’aiuto di un suo amico, Lulu ha trovato un lavoro come insegnante in una famosa Università a Beijing. C’è un’atmosfera libera e vivace, il lavoro non è troppo pesante, le ferie sono maggiori rispetto ad altri lavori, tutti i suoi amici le fanno i complimenti. Ma Lulu non è soddisfatta: «Il salario è un po’ basso in una grande città internazionale come Beijing. Desidero una casa tutta mia, ma questo è, per ora, un sogno lontano se continuo a guadagnare cosi poco!». Sembra, però, che lei non abbia altra scelta: trovare un posto come il suo è già una grande fortuna, e aspettare un’altra occasione rappresenta, al momento, l’unica soluzione.
Adesso Lulu vive con il suo fidanzato. Lui lavora in un’impresa internazionale e guadagna più di lei. Rispetto ad altre giovani coppie residenti a Beijing, non se la passano nemmeno tanto male, ma tra il costo dell’affitto e le altre spese mensili, non riescono a mettere via i soldi per acquistare una casa e formare una famiglia. Per questa ragione, Lulu spera che la scuola le aumenti il salario al più presto.
Resta, tuttavia, ottimista: tra i suoi colleghi all’Università, solo pochi hanno un’esperienza di studi all’estero. Per questa ragione, i dirigenti le attribuiscono una grande importanza. L’unica cosa che deve fare è lavorare il meglio possibile. «Voglio comprare una casa e sposarmi e voglio avere un figlio. – racconta – Se in futuro non potrò comprare casa a Beijing, forse mi trasferirò in una piccola città per vivere la vita che desidero».

L’epoca d’oro è passata. Adesso, le difficoltà di occupazione globale pongono in uno stato di confusione questi studenti i quali, dopo un’esperienza di studio all’estero, tornano con fierezza in Cina.
La cosa buona è che molti di loro hanno mostrato un’attitudine positiva: un’esperienza speciale come quella di studiare all’estero li rende più forti rispetto alle avversità.

Du Liuxiao
Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale – Università Alma Mater Studiorum di Bologna

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