Le “Lingue Piccole” in Cina

Chen Chen

I laureati in lingue piccole hanno tante opzioni di lavoro: ad esempio, possono trovare un posto negli uffici esteri del Governo, nelle aziende all’estero, nelle Università, nelle banche estere, in una stazione TV, oppure in un istituto di formazione.

Francese, Tedesco, Spagnolo, Italiano, Giapponese. In Cina, tutte le lingue, ad eccezione dell’Inglese, hanno un nome comune: Lingue Piccole. Negli ultimi anni, gli studenti di Francese e Giapponese sono aumentati, quindi queste due lingue sono diventate Grandi. Adesso, quindi, quando si dice Piccole, ci si riferisce allo Spagnolo, al Portoghese ed all’Italiano, ovvero le lingue straniere che in Cina hanno meno allievi. Ma se le lingue sono piccole, il mercato è grandissimo.
Le lingue piccole si dividono in lingue orientali ed occidentali. Generalmente, in Cina le lingue occidenti sono più popolari di quelle orientali. Ma quali sono le prospettive lavorative per chi parla le lingue occidentali? Vediamole una per una.
1.  Tedesco. Il Tedesco è una lingua relativamente grande, ci sono più di 50 Università ed istituti educativi che hanno aperto un corso di questa lingua. È popolare perché la Germania è la prima partner commerciale della Cina in Europa. In Cina ci sono più di 300 aziende tedesche che offrono occupazione ai laureati di lingua tedesca. Ma adesso la situazione sta cambiando. Ci sono troppi neolaureati per questo mercato. Una parte di loro, quindi, non riesce a trovare lavoro, e quelli che ci riescono non possono contare su uno stipendio adeguato. Stipendio medio: 3.000 – 5.000 Yan.
2.  Russo. Il Russo era una lingua grande in Cina 50 anni fa. Nel tempo, anche per ragioni politiche, quasi tutti i corsi sono stati chiusi. Da quel momento, la lingua è rifiutata in Cina. Oggi, gli scambi commerciali con la Russia stanno riprendendo. Coloro i quali conoscono il Russo sono ora vecchi, quindi tante Università stanno riaprendo nuovi corsi. Stipendio medio: 3.300 – 4.800 Yan.
3.  Spagnolo. Più di 20 Paesi e regioni parlano Spagnolo. Quasi tutti hanno una relazione commerciale con la Cina, tuttavia ci sono solo 20 Università che prevedono un corso di Spagnolo. I laureati in Spagnolo, di conseguenza, trovano facilmente un lavoro ben retribuito. Possiamo prevedere che nel prossimo decennio tante Università attivino nuovi corsi di Spagnolo. Stipendio medio: 4.000 – 6.800 Yan.
4.  Italiano. L’Italiano è la lingua più piccola in Cina, anche se da 700 anni Italia e Cina vantano scambi commerciali. Attualmente, in Cina, studiare Italiano è difficile perché ci sono solo 13 Università che offrono un corso e solo 300 neolaureati in questa lingua all’anno. In questa situazione, c’e anche una forte concorrenza fra loro, perché in Cina ci sono poche aziende italiane. Stipendio medio: 4.000 – 6.000 Yan.
5.  Portoghese. Il Portoghese è diventato molto popolare negli ultimi anni. In Cina ci sono solo 6 Università che hanno attivato corsi di lingua portoghese, ma le richieste del mercato sono molto più grandi. 7 Nazioni parlano Portoghese e quasi tutte hanno relazioni commerciali con la Cina. Di esse, la più importante è il Brasile. Il Brasile è, infatti, il partner commerciale della Cina in Sud America. La sua forza economica ed il suo rapido sviluppo gli sono valse l’accesso al prestigioso acronimo BRIC, insieme a Cina, Russia ed India. I laureati in Portoghese non si devono mai preoccupare di trovare un lavoro e generalmente lo stipendio è il più alto. Stipendio medio: 4. 800 – 6.000 Yan.
Insomma, i laureati in lingue piccole hanno tante opzioni di lavoro: ad esempio, possono trovare un posto negli uffici esteri del Governo, nelle aziende all’estero, nelle Università, nelle banche estere, in una stazione TV, oppure in un istituto di formazione. Sono loro i lavoratori più ricercati e più preziosi rispetto agli altri laureati, sebbene i loro livelli di conoscenza linguistica non siano veramente alti, perché 4 anni di studio all’Università non possono fare di un neolaureato un interprete capace. In Cina, gli studenti possono sostenere esami nelle lingue straniere a diversi livelli di difficoltà crescenti. Per la lingua italiana, questi sono compresi nel range A1 – C2. Pochi candidati superano i livelli più alti, come C1 e C2, troppo difficili. Sebbene, con un po’ di fortuna, si possa passare l’esame per caso, il livello non è abbastanza alto. Gli studenti laureati all’estero, al contrario, sono più competenti, tanto è vero che la tendenza attuale delle aziende è quella di assumere i laureati all’estero e gli studenti stranieri.

di Chen Chen
Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale – Università Alma Mater
Studiorum di Bologna

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