I nuovi lavori

Antonio Irlando

I nomi sono talvolta impronunciabili, ma le esemplificazioni sono chiare ed esaurienti: ”Home shopper”, “Home stager”, “Mistery shopper”, “Declutterer o Spaceclearing”, “Event designer”, “Diet Coach”, “House & Pet sitter”, “Cake Decorator”, “Wedding Planner”…

“Cerca di trovarti al posto giusto nel momento giusto, cerca di formarti un curriculum eccellente, cerca di avere un amico importante che ti procuri una spintarella…”. Questi e tanti altri consigli si davano ai ragazzi che si avvicinavano al mondo del lavoro. Oggi, queste raccomandazioni sembrano non avere più senso. La crisi economica non fa sconti a nessuno, tantomeno ai giovani, anche se forniti di diplomi, lauree, master. Non resta che armarsi di pazienza, fondarsi sulle proprie capacità, alimentare la fantasia, perseguire le proprie motivazioni. Insomma, i giovani sono costretti ad inventarsi il lavoro. Le difficoltà sono tantissime e questo genera sfiducia, insoddisfazione, depressione. Una ragazza scrive “Non abbiamo visto una guerra, non abbiamo patito la fame, non sappiamo cosa significhi avere paura, ma… non abbiamo una speranza”. La CGIA di Mestre ha pubblicato un “borsino” delle professioni, ottenuto confrontando i dati emersi nel terzo trimestre del 2012 e quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente: le attività lavorative in crescita saranno quelle legate al turismo, alla ristorazione, ai settori del made in Italy, alla sanità, al sociale. Maggiormente a rischio disoccupazione i lavori legati all’attività manifatturiera ed a quella commerciale, che più risentono degli effetti della concorrenza dei Paesi emergenti e del calo dei consumi. E allora? Per lavorare bisogna emigrare? L’Italia pensa anche a questo: il nostro Governo, in accordo con quello canadese, ha promosso un bando che, dal 5 gennaio 2013, si rivolge a 1.000 giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. Garantisce loro la possibilità di vivere per un anno intero in Canada e di lavorare legalmente almeno per i primi sei mesi in una Nazione che non conosce crisi del lavoro. In Canada sono stati creati circa 40.000 nuovi posti di lavoro nell’ultimo mese del 2012 e 312.000 posti complessivi durante l’intero anno. Sarà il Canada la nuova meta dei giovani in cerca di lavoro?
A tranquillizzarci, almeno in parte, ci pensa un originale libro di Manuela Longo, una giornalista che ha cercato in questo modo di proporre soluzioni ai grandi problemi del mondo del lavoro. “Mi invento un lavoro”, questo il titolo del libro, descrive dodici attività lavorative emergenti, in parte già conosciute all’estero, tutte con caratteristiche di autonomia, creatività, bassi costi di gestione. I nomi sono talvolta impronunciabili, ma le esemplificazioni sono chiare ed esaurienti: ”Home shopper” è colui il quale, dopo un primo sopralluogo nell’abitazione, aiuta il cliente a comprare articoli per la casa o anche a scegliere i mobili più adatti. “Home stager” è un architetto che lavora con le agenzie immobiliari per rivalutare al meglio le case prima di metterle in vendita, spesso proponendo ottimali lavori di ristrutturazione. “Mistery shopper” è un personaggio che simula o esegue un acquisto presso punti vendita di vario tipo, lavorando per conto di agenzie e fornendo informazioni che vanno dalle modalità di vendita, al trattamento della clientela, alle condizioni del negozio, alla conoscenza della merce. “Declutterer o Spaceclearing” è chi si occupa di dare forma ed armonia agli spazi, togliendo ingombri ed organizzando al meglio la disposizione degli oggetti. “Event designer” crea l’atmosfera all’interno di una location e ne progetta ogni particolare. “Personal Chef” è il cuoco a domicilio, “Diet Coach” insegna a recuperare un buon rapporto col cibo, “Personal Concierge” è il maggiordomo del terzo millennio. “Etiquette Coach” fornisce regole di etichetta per tutte le occasioni, “Cake Decorator” è il pasticciere capace di creare e decorare artisticamente dolci e torte. Ancora, “Segretario Virtuale” è la persona che organizza la vita lavorativa degli altri, mentre “House & Pet sitter” è un custode della casa e degli animali che vi abitano durante l’assenza del proprietario. Non si tratta di fantasie, ma di evoluzioni di lavori esistenti, solamente rivolti a soddisfare esigenze specifiche di una certa clientela. L’autrice stessa lavora come “cool hunter”, scopritrice di impieghi emergenti. Inventarsi un lavoro rappresenta un impegno severo, ma la possibilità di assecondare le proprie passioni, ritagliarsi un’attività sulle proprie esigenze, alimentare la creatività, rende plausibile il suo svolgimento. Affinché i ragazzi che non hanno visto una guerra, non hanno patito la fame, non sanno cosa significhi avere paura… abbiano sempre una speranza.

Antonio Irlando
Dirigente Medico ASS 4 Medio Friuli

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