Devo allenare ed allenarmi al meglio

Guglielmo Guerrini

Con Josefa, abbiamo sviluppato una metodica di allenamento olistica, cioè con un approccio globale ed interdisciplinare degli interventi che ruotano attorno alla costruzione della prestazione.

“Devo allenare ed allenarmi al meglio”.
«Il tutto è maggiore della somma delle parti».

Nell’allenamento degli atleti passa ancora oggi il messaggio del lavoro legato alla sola preparazione del sistema fisiologico-muscolare attraverso la ripetizione meccanica di distanze, in determinati tempi, e l’apprendimento, spesso inconsapevole, di tecniche non approfondite e quindi comprese dai ragazzi nei loro punti nodali fondamentali.

A tutt’oggi, gli atleti sono considerati automi che devono solo eseguire in modo ripetitivo, inconsapevole e poco creativo programmi spesso troppo duri e senza un senso logico nella programmazione a lungo termine. Programmazioni di respiro sono ormai fondamentali per raggiungere una condizione ottimale nel momento dei grandi appuntamenti, quali Olimpiadi e Mondiali.
Queste concezioni, programmi troppo duri e progettualità di brevissimo termine, portano inesorabilmente gli atleti a raggiungere raramente il massimo della condizione nei momenti importanti e, ancora peggio, a cadere vittime di infortuni e/o malattie da super lavoro, con gravi ritorsioni psicofisiche nella loro motivazione.

Gli atteggiamenti che le strutture tecniche sportive (dirigenti ed allenatori) devono mettere in atto per permettere agli atleti di esprimere il migliore potenziale nel momento giusto sono: investire nella ricerca per innovare, invece che contrarsi, cambiare in momenti di crisi, cambiare anche quando si è conseguito il risultato, programmare a lungo termine.
È altrettanto evidente che gli atleti devono osservare disciplina, determinazione, motivazione e coraggio nel mettersi in gioco, atteggiamenti positivi fondamentali per raggiungere grandi risultati.

Questo complesso di comportamenti non può però essere messo in pratica attraverso le indicazioni di un solo “professionista, allenatore, tuttologo”. “One man band” non è più moderno e non è più utile al fine di sviluppare un progetto integrato.

Un programma di allenamento annuale di respiro presuppone la presenza di molte professionalità le quali, in un sistematico accordo giornaliero, integrano ed arricchiscono reciprocamente le proprie conoscenze al fine di rendere l’atleta più maturo e consapevole delle proprie possibilità.

Occorre, quindi, studiare un progetto interdisciplinare che avvii un sistema educativo rivolto allo sviluppo, negli atleti, di personalità complete e responsabili delle sfide che li aspettano.

Con Josefa abbiamo sviluppato una metodica per l’allenamento di atleti in generale, di alto livello in particolare, definito Idem Guerrini Mitica System (IGMS).
Questa progettazione rappresenta un percorso anomalo per la concezione della cultura e della politica sportiva odierna, specialmente in Italia e, per certi versi, anche all’estero, negli sport con poco indotto. L’anomalia del Sistema Mitica risiede nella sua visione olistica dell’allenamento e nell’approccio globale ed interdisciplinare degli interventi che ruotano attorno alla costruzione della prestazione.

Questo tipo di approccio appare in antitesi con la metodologia tradizionale analitica e troppo specifica, la quale si propone di studiare ed attivare separatamente le varie componenti dell’allenamento.

Trova ampia applicazione nello studio delle dinamiche dei sistemi (che nasce al MIT) e nel campo delle scienze cognitive, le quali presuppongono quale oggetto di studio la mente e l’intelligenza. In particolare, uno dei centri di ricerca più importanti sulla teoria della complessità, il Santa Fe Institute, si è dedicato soprattutto allo studio dei sistemi complessi adattativi, cioè in grado di adattarsi e cambiare in seguito all’esperienza, come, ad esempio, gli organismi viventi, caratterizzati dalla capacità di evoluzione: cellule, organismi, animali, uomini, organizzazioni, società, politiche, culture (Holland, 2002).

IGMS, a proposito di allenamento, ha maturato la consapevolezza che l’atleta costituisca un insieme completo corpo-mente, tanto migliore quanto importanti siano in lui le componenti affettive, sociali, cognitive e motorie. Ritiene che l’insieme delle caratteristiche di più elementi complementari tra loro valga molto più della somma razionale degli elementi in connessione che compongono l’insieme stesso, sempre che interagiscano.

Proviamo, quindi, a definire quali siano le capacità da sviluppare annesse alle professionalità utili al fine di creare un ambiente “Prestazione” completo.

1. Allenamento delle capacità fisiche specifiche per sviluppare al meglio il modello di prestazione che andiamo ad allenare, dal punto di vista fisiologico ed anabolico.

Il nostro “allenatore tipo” deve essere in possesso di grande preparazione, passione, leadership relazionale e non gerarchica. Deve avere un grande sogno, essere capace di far sognare ed essere disponibile a cambiare ed a creare svolte.

In Italia non è obbligatorio essere laureati in Scienze Motorie prima di diventare allenatori federali e non esiste un sistema formativo sistematico di alto livello che tenda a migliorare le conoscenze personali ed a globalizzare le esperienze specifiche degli ambienti più virtuosi in termini di risultato.

Riteniamo sia basilare mettere a punto un sistema di regole e contenuti che permetta di alzare il tasso formativo degli allenatori in Italia, in quanto figure educative principe della nostra gioventù.
Il sistema di regole potrebbe partire dalla necessità che chi allena debba essere laureato in Scienze Motorie, mentre CONI, Federazioni ed Università, in sintonia fra loro, dovrebbero organizzare corsi di specializzazione rivolti agli allenatori delle diverse discipline e dei vari settori, da quello giovanile a quello di alto livello. Lo stesso percorso dovrebbe essere seguito dai dirigenti.
In Italia non esistono percorsi formativi sistematici e regolamentati dai vari Enti per allenatori e dirigenti

2. Gestione e Programmazione

Un sistema tecnico dirigenziale che prepari due percorsi distinti, uno per l’alto livello in cui si sviluppi una programmazione annuale e pluriennale che conduca gli atleti agli appuntamenti più importanti e l’altro tendente con gradualità ed uniformità a consentire la maturazione delle giovani leve, alle spalle e sulle spalle dei grandi (sulle spalle dei giganti si gode di una vista migliore).

È evidente che le componenti di questa commissione – Responsabile tecnico, dirigenziale, logistico e di segreteria – debbano lavorare in accordo molto disciplinato, compiendo un percorso utile agli atleti e non comodo alla struttura politica.
Ripeto: a mio parere, un dirigente di alto spessore deve possedere una laurea in Management o Economia e Commercio; in alternativa, CONI e Federazioni, in collaborazione con le Università, dovrebbero attivare sistemi formativi continui al fine di preparare dirigenti all’altezza del compito che li aspetta.

Oggi, in Italia, esiste, invece, un sistema in cui i dirigenti federali non sono professionisti dello sport. Assistiamo al voto clientelare, che permette l’elezione di un presidente a cui è consentito sviluppare politiche di elargizione di favori verso chi non possiede titolo per riceverli.

3. Fisiologi e Medici dello sport

Si tratta di specialisti del corpo umano sollecitato costantemente dall’allenamento. Controllano le varie fasi dell’allenamento e tengono monitorata la salute degli atleti. Sono importantissimi perché aiutano l’allenatore nell’individualizzazione dell’allenamento e, quindi, nel confezionamento di allenamenti dedicati alle diverse tipologie di atleti, oltre al costante monitoraggio.
Sono figure professionali fondamentali nella quotidianità, vista la mole di lavoro a cui sono sottoposti gli atleti, sempre che interagiscano sistematicamente con gli allenatori.
Tutte le attività legate al raggiungimento di grandi prestazioni non possono fare a meno di controllo e di un rapporto ottimale fra lavoro impegnativo e riposo adeguato.

4. Tutor, motivatori, psicologi. Gestione delle emozioni e sviluppo del potenziale individuale.

Gli atleti sono insicuri come la stragrande maggioranza delle persone. Hanno quindi bisogno di professionisti che li aiutino a capire se stessi e li sostengano nel perseguire la condizione psicologica ottimale per affrontare i grandi appuntamenti. Vanno poi assistiti nel ritrovare sistematicamente la motivazione per svolgere al meglio la routine degli allenamenti.
L’allenatore deve essere di ciò cosciente e deve collaborare con i professionisti del settore, anche al fine di organizzare attività utili a far comprendere all’atleta il proprio potenziale individuale.
È inoltre importante curare la vita privata dei ragazzi perché relazioni sociali ed affettive importanti sono fondamentali per la loro salute psichica.
Tutte le attività legate al raggiungimento di grandi prestazioni non possono fare a meno di salute mentale e di una potente attivazione psichica.

5. Dietologi

La dieta aiuta a garantirsi una buona “benzina” per la prestazione ed a mantenere il peso. Su questo tema va conseguito un approccio mentale sano (molto importante specialmente per le ragazze).
Anche questo professionista aiuta la prestazione, attraverso il bilanciamento del fabbisogno energetico giornaliero e proponendo un’alimentazione meno pesante e mirata al recupero del lavoro giornaliero.

6. Fisioterapisti

Sono figure professionali che entrano in gioco normalmente, a favore sia degli atleti, sia delle persone normali, quando si verifica un problema di tipo fisico. Nello sport moderno, che concepisce anche una carriera professionale di lungo termine, è importante che questi professionisti operino in regime di prevenzione. Viste le loro conoscenze, infatti, potrebbero intervenire nel potenziare le strutture deboli del corpo umano, in fase di costruzione dell’atleta, al fine di ritardare, se non annullare, il rischio di infortuni.
Se applicata sulla popolazione complessiva, questa concezione dell’attività motoria garantirebbe una ricaduta positiva a livello sanitario nazionale. La macchina umana è, infatti, l’unica che migliora con il movimento. Maggiore attività fisica mirata, minori infortuni, maggiore forza nel lavoro e nei rapporti affettivi e sociali, minori spese sanitarie.

7. Ricerca (biomeccanici, ingegneri)

Visto che l’atleta di livello si spinge oltre i limiti, e rappresenta il massimo potenziale umano, risultano necessarie figure che ricerchino come migliorare la biomeccanica del gesto ed i materiali utilizzati in gara.
Questi studi devono essere condotti in stretto accordo con i fisiologi, sotto il coordinamento dell’allenatore che valuta i bisogni, anche immediati, dell’atleta.
Risulta importante che, insieme a strutture tecniche significative, team di ricercatori sviluppino metodiche di allenamento e materiali nuovi, al fine di rendere più moderno ed interessante l’allenamento sperimentando materiali che migliorino la performance degli atleti.

8. Manager

Appare evidente come il direttore d’orchestra sia l’allenatore. Torniamo, quindi, alla prima voce del nostro percorso chiudendo il cerchio. Esprimiamo ancora un concetto: l’allenatore deve possedere anche grandi doti di organizzatore e gestore delle risorse umane. Tutte caratteristiche, queste, la cui padronanza si ottiene solo attraverso la disponibilità espressa riguardo alla formazione sistematica di competenze diverse.

Come ho ripetutamente affermato nel descrivere la complessità del Movimento per un’umanità più sana e con una migliore qualità della vita in generale, e più specificamente per l’allenamento di alto livello, occorre che tutte queste professionalità lavorino in via integrata e con passione, valutando, in modo affettivo, i bisogni delle persone ed il complesso atleta-uomo.

Occorre farsi forza ed elaborare un sistema che preveda, anche nel nostro sistema sanitario, le figure professionali che ruotano attorno al movimento. Non solo. Queste professionalità non dovranno operare separatamente come ora, ma in modo dipendente le une dalle altre. In questo modo, il complesso che si viene a creare condurrà a risultati diversi dalla semplice sommatoria delle caratteristiche individuali, sortendo effetti nuovi, positivi a lungo termine e sempre gradualmente crescenti nel livello prestativo.

“Il tutto è maggiore della somma delle parti”.

Sarebbe fantastico se il sistema sanitario elaborasse tali integrazioni anche per il sociale. Osserveremmo sicuramente un miglioramento della qualità della vita delle persone ed un notevole risparmio economico.

Guglielmo Guerrini
Allenatore di Josefa Idem che ha vinto 5 titoli mondiali e 3 medaglie olimpiche,
tecnico federale Canoa Kayak, responsabile del progetto di preparazione per la disciplina per le Olimpiadi di Londra 2012

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