Educare allo sport

Alessandro Franco Muroni, Alessia Petrilli

Strutturare gli interventi e le fasi di azione in un progetto educativo di livello nazionale rappresenta un compito complesso. Può prevedere attività sia di Formazione, sia di Informazione e deve, necessariamente, essere svolto da una figura esperta in Instructional design.

Uno degli elementi centrali del progetto sul tema “Prevenzione e contrasto al fenomeno del doping”, in corso di realizzazione da parte di @uxilia Onlus, è il percorso di formazione di giovani psicologi ed il loro successivo impegno nell’attività di disseminazione in ambito sportivo e scolastico. L’implementazione delle attività progettuali richiede, oltre ad una seria e scrupolosa verifica dei materiali didattici da utilizzare, anche una valutazione puntuale dell’intero percorso formativo da strutturare. Tale necessità è rafforzata dall’obiettivo generale del progetto: realizzare un processo di informazione capillare sulle tematiche del doping efficace rispetto al target previsto. Per tale motivo, riteniamo utile e doveroso chiarire sinteticamente l’approccio complessivo alle attività di formazione in programma e sgombrare il campo da eventuali dubbi o rischi di una lettura scorretta dell’intero corpus di iniziative legate al progetto.
Nella società attuale, capita frequentemente di incappare nelle parole Formazione e Informazione. I media utilizzano spesso questi termini poliedrici per riferirsi a svariate attività, accomunate dal fatto di collocarsi in uno sfondo di carattere educativo o in contesti che riguardino l’apprendimento.
Ciò che inevitabilmente succede è che coloro i quali leggono o sentono queste parole, a seconda del livello di conoscenza specifica che possiedono sull’argomento, interpretino i termini e siano portati a rappresentarsi diversi tipi di attività in quanto, molto spesso, sono influenzati dai loro preconcetti.
In generale, definire con precisione il significato delle parole è un compito difficile che rappresenta una sfida per molti linguisti. Il tutto è, inoltre, reso ancora più arduo in quanto lo stesso termine, in contesti differenti, può assumere sfumature diverse che ne modificano la connotazione. Fortunatamente, fornire una definizione completa e precisa di questi due termini non rientra tra gli obiettivi di questo articolo e non risulta importante al fine della comprensione dei punti chiave attraverso i quali è stato possibile strutturare gli interventi e le fasi di azione del “Progetto di formazione e disseminazione sui temi della prevenzione e del contrasto all’uso delle pratiche e sostanze dopanti”.

Riteniamo significativo porre in evidenza la differenza che contraddistingue i due termini in questo specifico contesto e precisare a cosa ci si riferisca qualora si parli di Formazione e Informazione. Nel nostro caso, mentre con il primo termine ci si riferisce al processo di progressiva acquisizione attraverso lo studio e l’esperienza di una specifica conoscenza e competenza, il secondo è associato al semplice atto di veicolare una notizia o un’informazione. Considerato da questa prospettiva, il termine Informazione può diventare sinonimo di disseminazione.
Strutturare gli interventi e le fasi di azione in un progetto educativo di livello nazionale rappresenta un compito complesso. Può prevedere attività sia di Formazione, sia di Informazione e deve, necessariamente, essere svolto da una figura esperta in Instructional design.

L’Instructional design può essere definito come un processo sistematico per tradurre i principi generali dell’apprendimento e dell’istruzione in interventi formativi. L’obiettivo è quello di pianificare e gestire la creazione di esperienze di apprendimento coinvolgenti ed efficaci.

Una possibilità per la pianificazione e la gestione del processo di formazione è quella di avvalersi del modello ADDIE (Analysis, Design, Development, Implementation, Evaluation). Questo schema si riferisce ad un modello che prevede la suddivisione del processo formativo in cinque fasi: Analisi, Progettazione, Sviluppo, Implementazione, Valutazione. Le fasi possono essere interpretate quali step progressivi di un’evoluzione dello sviluppo progettuale o come livelli autonomi di intervento migliorativo post valutazione.

Questo modello è, infatti, il risultato formale di un serie di esperienze empiriche. Non deve essere considerato una procedura da seguire rigidamente, fase dopo fase, ma una strategia di problem solving che utilizzi la valutazione ed il feedback per assicurare la qualità del risultato finale.

Ogni fase del modello ADDIE si traduce in una serie di attività finalizzate alla progettazione dell’intervento formativo, come rappresentato nella tabella n°1.

Spiegare dettagliatamente ognuna di queste singole attività risulta essere un obiettivo troppo ambizioso per un articolo di carattere divulgativo, ma sarebbe complicato anche per un manuale tecnico. Ci siamo, pertanto, limitati a descriverle sommariamente.

L’Analisi è una fase cruciale, nella quale si definisce il bisogno formativo, il target bersaglio dell’intervento e si svolge una task analysis. Questa rappresenta un processo che si applica in contesti differenti. Di conseguenza, risulta difficile fornirne una definizione univoca. Può essere determinata in modi diversi che dipendono dallo scopo per il quale è condotta, dal contesto in cui è applicata e dalle figure professionali che la realizzano. Nel contesto dell’Instructional design, la task analysis può essere definita come un insieme di metodi che hanno lo scopo di delineare il contenuto di un intervento formativo.
Conclusa la fase di Analisi, un altro passo importante nell’impostazione del processo formativo è costituito dalla Progettazione, dalla definizione degli obiettivi e delle unità didattiche e dalla scelta delle strategie didattiche, di delivery e di valutazione.

La fase successiva, lo Sviluppo, prevede attività finalizzate alla distribuzione del corso ed alla gestione della comunicazione e delle attività dei partecipanti. È, inoltre, associata alla raccolta ed all’organizzazione dei dati sulla formazione. Successivamente, questi permetteranno di valutare l’efficacia dell’intervento formativo.

La quinta ed ultima fase, la Valutazione, permette, appunto, di valutare nel complesso l’intervento formativo. Nello specifico, si valutano le reazioni – quanto i discenti ritengano importante essere stati formati sull’argomento, l’apprendimento – quanto abbiano realmente imparato sull’argomento ed il transfer – quanto trasferiscano nella loro quotidianità ciò che hanno appreso.

Attraverso queste semplici, ma allo stesso tempo complesse, fasi, è stato possibile strutturare gli interventi e le attività del progetto di formazione e disseminazione sui temi della prevenzione e del contrasto all’uso di pratiche e sostanze dopanti. A nostro avviso, il progetto riveste un compito sociale nobile, nel quale abbiamo riposto il nostro impegno e la nostra dedizione. Ci auguriamo possa contribuire ad arginare un’autentica piaga sociale. A tale proposito, il ruolo più importante è quello che saranno chiamati a svolgere i giovani laureati in psicologia. Essi saranno i soggetti attivi del processo di formazione e di quello, successivo, di informazione. Come brevemente riassunto in questo intervento, l’impegno di @uxilia sarà quello di fornire materiali e processi organizzativi con i più alti standard qualitativi.

Alessandro Franco Muroni
Dottorando di ricerca Dipartimento Scienze della Vita Università degli Studi di Trieste
Alessia Petrilli
Responsabile Pubbliche Relazioni Associazione Auxilia Onlus

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Tags:

Rispondi