Un itinerario educativo

Sandra Venturelli

L’Associazione conduce un progetto per arginare le conseguenze del gioco d’azzardo patologico ed affiancare il Ser.T nel sostenere i giocatori nei percorsi di cambiamento.

“Do le dimissioni dal gioco, è stato il mio primo pensiero quando Stefano ci ha chiesto di scrivere questa lettera. Speriamo sia proprio così, io ce la metterò tutta!”. Questa la frase di Federica (nome di fantasia), al termine dell’Itinerario psicoeducativo per giocatori e familiari, proposto dall’Associazione A.M.A. di Trento. Svolto in forma sperimentale, l’Itinerario prevedeva sei incontri a cadenza settimanale, ognuno con uno specifico tema da affrontare. Richiedeva ai partecipanti, oltre ad una lettera di motivazione iniziale, anche la lettera di dimissioni alla fine del percorso. Ogni giocatore ha partecipato accompagnato da un familiare o da un amico (partner, genitore, figlio, compagno, amico). Il coinvolgimento della famiglia è, infatti, uno degli aspetti centrali su cui fa perno il percorso psicoeducativo per avere maggior sostegno nell’affrontare un cambiamento che porti ad un nuovo stile di vita. La dipendenza da gioco d’azzardo comporta pesanti conseguenze, non solo sul piano economico, ma relativamente ai rapporti familiari, con gli amici, sul lavoro. ”Ho cominciato circa 10 anni fa – scrive Carlo (ancora nome di fantasia) – Ho avuto alti e bassi, ho smesso e poi ripreso, la mia famiglia era all’oscuro. Intanto, è cambiato anche il mio carattere, mi sono chiuso in me stesso con conseguente allontanamento dalla moglie e dai figli”.
Il gioco d’azzardo è diventato un’abitudine, e in molti casi una dipendenza, per molti Italiani. Nel 2011, in Italia, si sono giocati legalmente 79 miliardi di euro, circa 1.500 a persona, considerando solo gli adulti, visto che ai minorenni il gioco è vietato. In Europa siamo tristemente in cima alla classifica dei Paesi in cui si gioca di più.

Fin dal 1998, l’Associazione A.M.A. di Trento ha aperto un gruppo di auto mutuo aiuto per giocatori d’azzardo. Recentemente, dallo scorso mese di gennaio, tramite una convenzione stipulata con l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, l’Associazione conduce un progetto per arginare le conseguenze del gioco d’azzardo patologico ed affiancare il Ser.T nel sostenere i giocatori nei percorsi di cambiamento. Il gruppo di auto mutuo aiuto è un’esperienza che consente a persone che vivono uno stesso problema o una stessa situazione di incontrarsi, conoscersi e confrontarsi in una dimensione di scambio e reciproco sostegno. In particolare, rispetto alla problematica del gioco, incontrare nel gruppo persone che sono riuscite ad uscire dalla dipendenza rappresenta un esempio positivo molto forte. Inoltre, essere un sostegno per altre persone, oltre a valorizzare l’esperienza di ogni singolo partecipante, aumenta l’autostima e la fiducia nel cambiamento. Nel gruppo le persone partecipano e si mettono in gioco secondo la propria disponibilità, raccontando le proprie storie di vita, nelle quali anche gli altri si posso rispecchiare e trovarvi punti in comune. Parlare dei propri problemi con altri che hanno vissuto – e tuttora vivono – esperienze, emozioni, desideri simili può aiutare ad affrontare le difficoltà quotidiane.

Per rafforzare la motivazione al cambiamento e fornire ai giocatori alcuni elementi conoscitivi sulla propria dipendenza, l’Associazione A.M.A. ha proposto, oltre alla partecipazione settimanale ai gruppi di auto mutuo aiuto, il percorso psicoeducativo di 6 incontri, in modo tale che giocatori e familiari possano affrontare in modo intensivo l’inizio del loro percorso di cambiamento.
Il clima di confronto che si instaura fra i partecipanti è molto accogliente, positivo. I giocatori utilizzano un linguaggio comune tra loro (gergo per indicare le vincite, le perdite, le puntate di denaro…) e, quindi, si sentono compresi e vicini alle sensazioni degli altri frequentatori del percorso. Questo tipo di atmosfera consente agli interessati di raccontare le proprie esperienze (positive o negative) e di acquisire delle strategie nuove da poter utilizzare per risolvere parte del loro problema. Nel primo incontro, oltre alla presentazione del percorso e dei partecipanti, è stata fornita una visione generale sul fenomeno del gioco d’azzardo, proponendo alcuni dati statistici, la comparazione di quanto il fenomeno sia cambiato negli anni, e la visione di un filmato su quanto accade nelle sale gioco. Fra un incontro e l’altro sono previsti dei “compiti” che portino la persona a riflettere sui propri comportamenti ed a confrontarsi in famiglia. Per l’incontro successivo, tutti i partecipanti hanno scritto una lettera di motivazione, che hanno condiviso nel gruppo. Si è poi parlato di come il gioco d’azzardo possa influire negativamente le relazioni familiari, lavorative ed amicali delle persone.

Dalle esperienze riportate dai giocatori d’azzardo è stato infatti possibile notare come molti di loro si siano allarmati per questa dipendenza quando hanno notato che il loro rapporto con il partner, i figli ed i colleghi stava costantemente peggiorando. Il terzo incontro ha un’impostazione molto operativa: la gestione del denaro, di un conto corrente, del bancomat, la costruzione di un piano di rientro economico costituiscono gli argomenti trattati e condivisi. Vengono fornite indicazioni operative molto chiare e l’esperienza di chi, utilizzando alcuni stratagemmi e l’aiuto dei familiari, è riuscito ad uscire dalla dipendenza si dimostra vincente.
I meccanismi psicologici che portano i giocatori d’azzardo a “buttare i soldi” nelle slot machines, in gratta&vinci e scommesse sono il tema del quarto incontro, facilitato da un medico psichiatra. Nel successivo si ragiona assieme sul meccanismo del desiderio irrefrenabile a giocare che può portare a ricadute. Fondamentale nel percorso anche la serata in cui vengono spiegate in maniera semplice, ma scientifica, il calcolo delle probabilità, la vincita equa, l’illusione della vincita ed il modo in cui “il banco vince sempre.” La chiusura del percorso prevede la lettera di dimissioni, con le intenzioni di cambiamento: dare le dimissioni dal gioco è diventato un obiettivo comune.

* Auto Mutuo Aiuto

Sandra Venturelli
Associazione AMA di Trento

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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