Servizi di cura e Gambling

Alfio Lucchini

Pure in assenza di riferimenti e disposizioni normative specifiche, molti servizi hanno colto, a partire dalla fine degli anni ‘90, la necessità di osservare ed approfondire la presenza di comportamenti di gambling addiction tra le persone in trattamento per altre dipendenze.

Il problema del gioco d’azzardo patologico ha ormai assunto interesse notevole a livello clinico, mediatico e politico.
L’evidenza dei danni psicofisici del GAP e della severità dello stato di dipendenza nei casi conclamati sta allarmando ed attivando il sistema di cura.
L’esperienza che viene qui tratteggiata è quella dei servizi che in Italia si stanno già occupando di accoglienza, diagnosi e cura del GAP.
In carenza di serie e reali stime del fenomeno GAP e di un censimento della rete di intervento, FeDerSerD, società scientifica maggiormente rappresentativa nel settore delle dipendenze in Italia, ha tentato di offrire contributi al decisore politico ed alle istituzioni, nonché indicazioni agli operatori, muovendosi su vari fronti.
Si possono riportare tre punti di osservazione:

1.la fotografia della realtà operativa dei Servizi delle Dipendenze (SerD);
2.la rilevanza della rete territoriale, anche di interesse sociale, centrale per i compiti di governance dei Dipartimenti delle Dipendenze;
3.l’analisi dell’attività del Servizio Giocaresponsabile, una help line nazionale di servizio, gestita da FeDerSerD con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento politiche per la Famiglia, e di AAMS.

1. In Italia ci sono 550 Servizi delle Dipendenze – SerD – presenti in tutte le Regioni nelle ASL e dotati di personale di vari profili (medico, psicologo, assistente sociale, educatore, infermiere, ecc.).
Istituiti con il DPR 309 del 1990, i SerD hanno da allora monitorato i molti cambiamenti nel panorama dei comportamenti di addiction e sono stati parte attiva nella riorganizzazione del sistema di cura.
Pure in assenza di riferimenti e disposizioni normative specifiche, molti servizi hanno colto, a partire dalla fine degli anni ‘90, la necessità di osservare ed approfondire la presenza di comportamenti di gambling addiction tra le persone in trattamento per altre dipendenze.
Negli ultimi dieci anni, quindi, un buon numero di professionisti ha sviluppato specifiche competenze nel trattamento del GAP. In molti casi, ciò ha prodotto l’attivazione di ambulatori ed aree specifiche di cura per giocatori patologici.
Nella maggior parte dei casi, questo è avvenuto in assenza di precise disposizioni, regionali ed aziendali.
Ad oggi, solo quattro Regioni hanno disciplinato la materia con atti deliberativi di formalizzazione di compiti e funzioni. In tutte le altre, sono state alcune Aziende sanitarie singolarmente ad assumere provvedimenti formali. Nell’assoluta maggioranza dei casi, l’iniziativa è stata totalmente a carico dei direttori di dipartimento e dei capi servizio, i quali hanno provveduto alla riorganizzazione delle risorse stabilendo di dedicarne una parte alla cura dei giocatori patologici.
In sette Regioni è stata svolta una rilevazione formale – su dati regionali – del numero di soggetti in trattamento per GAP presso i SerD. Integrando queste rilevazioni con le stime elaborate dai responsabili regionali di FeDerSerD per le altre Regioni, risultano 6.000, nell’anno 2011, le persone in trattamento presso i servizi pubblici.
Nella sola Regione Lombardia esse sono 1.400.
Com’è logico attendersi, in mancanza di riferimenti normativi generali, l’offerta di trattamento sul territorio nazionale è eterogenea, organizzata con modalità diverse e distribuita in modo non uniforme.
Alcuni Servizi sono in grado di predisporre uno spazio ed un tempo di trattamento specifico per i soggetti con patologia da gioco, ma la maggior parte non è in condizioni di differenziare l’offerta di cura in procedure separate dal resto dei pazienti (In Italia, i SerD hanno in cura oltre 200.000 pazienti, in maggioranza per dipendenza da sostanze illegali e da alcol).
Questo aspetto costituisce un limite per le persone che chiedono aiuto per i problemi di gioco personali o di un familiare.
C’è un problema di natura culturale – la bassa propensione a considerare uno stato di malattia vero e proprio quello delle persone che ne sono affette – ed un problema di rappresentazione sociale – legato all’immagine dei tossicodipendenti con i quali i giocatori patologici o i loro familiari preferiscono non condividere luoghi e pratiche di cura.
È bene, quindi, che la programmazione di ambulatori ed attività di cura per GAP maturi una sua configurazione specifica all’interno del Dipartimento Dipendenze delle ASL, con risorse umane e strutturali (orari e spazi) dedicate.

2. L’afflusso in continua crescita ai SerD di persone problematiche per GAP si accompagna ad un’intensa attività di collaborazione con i Comuni e altri nodi della rete territoriale, i quali si trovano a confrontarsi con le conseguenze sociali, lavorative, familiari e relazionali che accompagnano questa patologia.
È a questo livello che si giocano molte delle possibilità di reinserimento sociale e di riabilitazione dei soggetti affetti da GAP.
Tra i compiti dei Dipartimenti delle Dipendenze, modello organizzativo che raggruppa SerD e strutture del privato sociale in molte Regioni italiane, vi è quello di contribuire a definire momenti di programmazione territoriale, ancoraggio, aiuto e prevenzione in materia.

3. Giocaresponsabile è un Servizio gratuito di help line, con numero verde 800.921.121, sito web www.giocaresponsabile.it e possibilità di chat e servizio mail, rivolto ai giocatori ed alle loro famiglie. Attivo 12 ore al giorno tramite un pool di psicologi specialisti, prevede il possibile intervento di psichiatri, psicoterapeuti e legali. Già nella fase di programmazione, FeDerSerD si è posta – quale punto qualificante del Servizio – l’attivazione di una rete di cura sul territorio nazionale a cui fare riferimento per l’invio di persone che necessitano di trattamento.
È stata perciò rilevata la disponibilità a prendere in cura i soggetti segnalati dal Servizio, inviando a tutti i SerD italiani una scheda di adesione al network di cura.
Presupposto per entrare nel network di cura è, tra l’altro, l’adesione formale del responsabile, la dichiarazione dei metodi di intervento, l’equipe curante, la sede, i recapiti e gli orari di servizio specifici.
Il data base dei Servizi aderenti viene costantemente aggiornato. Si è perciò in grado di fornire dati certi sulla reale attività in materia di gambling da parte dei servizi pubblici ed anche dei privati.
Attualmente, risultano censiti 197 SerD che svolgono attività di trattamento per soggetti con problemi e patologie legate al gioco d’azzardo.
Si va dalla quasi totalità dei SerD dotati di ambulatori ed unità di offerta per il gambling in alcune Regioni ad altre nelle quali l’offerta appare carente rispetto alla richiesta.
È possibile che alcuni Servizi abbiano deciso di non fare parte del network Giocaresponsabile e, quindi, che il numero dei SerD attivi nel gambling possa essere leggermente superiore. Tuttavia, si ritiene che questi dati approssimino molto bene la realtà attuale.
Le prestazioni offerte sono per lo più di counselling e supporto psicologico, individuale e di supporto ai familiari.
I trattamenti di gruppo sono centrali.
In alcune Regioni è previsto anche l’invio in comunità terapeutiche ed è abbastanza diffuso il ricorso a gruppi di auto mutuo aiuto.
Sempre maggiore attenzione è posta alla fase diagnostica: i trattamenti farmacologici sono garantiti e talvolta sono presenti l’assistenza legale e, in precedenza, la valutazione della situazione debitoria.
La maggior parte dei Servizi, 162, funziona in regime gratuito, 18 con pagamento di ticket e 17 anche in regime libero professionale.
Oltre alle strutture pubbliche, sono state censite anche quelle del volontariato, del privato sociale e privato profit attive nel trattamento della patologie da gioco d’azzardo.
Come per i servizi pubblici, sono stati registrati nel data base solo le strutture ed i professionisti che hanno aderito al network. Ad oggi, sono 123 le strutture no profit ed i singoli professionisti censiti operanti nella rete di Giocaresponsabile, con distribuzione molto diversificata sul territorio, con aree geografiche sostanzialmente scoperte, ancor più che per i servizi pubblici.
Complessivamente, dunque, il quadro generale del Paese si configura con una situazione ad elevata domanda di assistenza solo parzialmente accolta dai servizi, con presenza di aree geografiche pressoché scoperte.
Le differenze dei modelli organizzativi e gestionali sono dovute alla mancanza di linee di indirizzo omogenee e, soprattutto, di risorse dedicabili, alle quali ha fatto supplenza l’impegno, l’intelligenza e la sensibilità professionale degli operatori dei Servizi Dipendenze.

È dai responsi di questi tre livelli di osservazioni oggettive che si ritiene, come federazione dei professionisti dei Servizi Dipendenze, che sia indispensabile:
1. Inserire il GAP nei Livelli Essenziali di
Assistenza;
2. Produrre Linee di indirizzo nazionali di prevenzione, cura e riabilitazione in materia;
3. Assicurare, tramite il sistema sanitario regionale, la disponibilità di cura in modo omogeneo per tutti i cittadini, utilizzando al meglio la rete di risorse già attiva, sostenendone le capacità di sviluppo, ricercando sinergie proficue tra tutti gli attori sociali, economici, sanitari interessati al problema;
4. Prevedere che le equipe multidisciplinari dedicate comprendano sia le tradizionali figure professionali delle dipendenze, sia il collegamento con gli esperti (legali, counselor, ecc);
5. Assegnare ai Dipartimenti delle Dipendenze la responsabilità della governance.

Per potenza della patologia e per scelte istituzionali assai discutibili nella politica della promozione del gioco, il GAP rischia di divenire una vera epidemia per i riflessi sulla salute dei cittadini. Ci si augura che si passi dal livello attuale, di attenzione dei cittadini e delle istituzioni, ad atti concreti a tutela della salute di tutte le fasce di età coinvolte da questo tema.

Alfio Lucchini
Psichiatra, psicologo clinico e psicoterapeuta,
Direttore dipartimento dipendenze ASL Milano 2,
Presidente nazionale di FeDerSerD – www.federserd.it

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