Una Costituzione a prova di bambino

Dal 1948, ogni bambino italiano è tutelato dalla Costituzione, un insieme di regole espresse in articoli che stabiliscono i diritti e i doveri dei cittadini. Ma la stessa Costituzione è un po’ come un bambino…

A volte, la vita è bizzarra e fa fare strani incontri…
Quel giorno, Articolo 54 era proprio annoiato. Era ormai stanco di stare sempre nella stessa Carta costituzionale e sempre sul pianeta diritto. Così, senza farsi notare da tutti gli altri articoli, sgattaiolò fuori dal testo in cui abitava per iniziare ad andare a spasso per il mondo. In particolare, era ansioso di capire se i bambini della Terra sapessero cos’è una Costituzione, se ne avessero mai sentito parlare, se gli uomini rispettassero ciò che vi era scritto e, soprattutto, se i bambini italiani sapessero che nella loro Carta costituzionale c’era proprio lui, l’articolo 54. Una Costituzione è qualcosa che cammina sola nel mondo delle idee o è piuttosto qualcosa che guida le azioni umane nei sentieri della storia? Ecco, Articolo 54 desiderava capire proprio questo. Altrimenti, che senso avrebbe avuto rimanere in quella Carta? Senza perder tempo, chiamò con un fischio Bilancia e le disse: «Devi portarmi sulla Terra. Voglio capire come i bambini vivono la loro Costituzione. Tu sei il mezzo giusto per questo viaggio, ti ho vista girare per la Galassia Giustizia. Ho notato che quando i tuoi piatti sono sullo stesso punto e riescono a darsi la mano, giustizia è fatta. Se, invece, un piatto è posto più in alto dell’altro e non riescono neanche a toccarsi, la giustizia non c’è più. Se mi accompagni, guardandoti, riuscirò a capire se le cose vanno nel modo giusto».
«Ok, ci sto. Non vedevo l’ora di andarmene un po’ a spasso».
«Bene», disse Articolo 54, «dobbiamo solo capire come muoverci».
«Ma è semplicissimo, sali su uno dei miei piatti e fidati di me».
Articolo 54 obbedì subito, Bilancia iniziò a girare su se stessa come una grande trottola e in pochi istanti era sospesa in aria e volava nel cielo.

Anche i popoli hanno una carta d’identità?
Intanto, dall’altra parte del mondo, sulla Terra, Sara, una bimba italiana di otto anni, si accingeva a svolgere i compiti assegnati a scuola. Quel pomeriggio avrebbe dovuto scrivere la sua storia raccontando delle sue origini, dei nonni, dei genitori, del giorno in cui era nata, del primo giocattolo. Doveva, insomma, tracciare una sorta di carta d’identità. Ma, quel pomeriggio, la sua mamma era al lavoro e lei ricordava solo poche cose della sua breve storia. Soprattutto, non aveva mai visto una carta d’identità. Forse che le maestre ignoravano che era ancora troppo piccola per dei compiti così difficili? Pensando ai suoi problemi, iniziò a camminare per casa. Si affacciò alla finestra della cucina e, tra stupore e curiosità, vide Articolo 54 che, triste e deluso, si stava bagnando di lacrime.
«Perché piangi? Non mi sembri un bambino. I bimbi piangono, tu chi sei?».
«Sono Articolo 54», rispose singhiozzando.
«Articolo? 54? E che cos’è? Io so che al mondo esistono gli uomini, i bambini, le piante, gli animali, le cose, ma non ho mai sentito parlare di articoli».
«Ecco perché piango! Ho appena fatto un giro sulla Terra, se non sbaglio ora dovrei essere in Italia, e ho visto che poche persone conoscono la Costituzione italiana, che i bambini non sanno neanche che esiste, che a scuola se ne parla poco, che la parola diritto è quasi sconosciuta… e poi mi sono reso conto che solo in pochi sanno cosa sia un articolo, figuriamoci chi sono io».
«Si, ma ora calmati. Mi dici tante cose nuove e io sono solo una bambina».
«Appunto, è dalla tua età che bisogna sapere certe cose. Vedi, fin da quando nasci, anzi, già da quando i tuoi genitori hanno pensato di metterti al mondo, la Carta costituzionale accompagna la tua vita, ti dice cosa puoi fare e cosa non puoi fare, protegge i tuoi diritti e ti permette di assolvere ai tuoi doveri. Ma, soprattutto, dà al tuo popolo una carta d’identità…».
«Scusa se ti interrompo, ma in che senso carta d’identità? Proprio oggi la maestra mi ha detto che ogni persona ha una carta di dindiridà. Non pensavo che anche un popolo l’avesse».
«Innanzitutto si dice carta d’identità e non di dindiridà, e poi sì, anche un popolo ce l’ha. Vedi, una carta d’identità é in genere un foglio che racconta le caratteristiche più importanti di una persona, che permette di riconoscere quella persona e di distinguerla da tutte le altre. Per esempio, ogni cittadino di età uguale o maggiore ai quattordici anni possiede una propria carta d’identità, nella quale è scritto il nome, il cognome, la data ed il luogo di nascita, il colore degli occhi, l’altezza e se è spostato o no, il tutto accompagnato da una fotografia».
«E un popolo?», chiese ancor più incuriosita Sara.
«Un popolo ha la Costituzione, spesso scritta, altre volte no. Una Costituzione racconta le caratteristiche del suo popolo: come deve essere l’istruzione, l’economia, la sanità, il lavoro, l’educazione dei figli, il modo di fare le leggi ed il sistema per farle rispettare. È, insomma, la fotografia di un popolo, in un preciso territorio e in una determinata epoca della storia. In questo modo, non è possibile confondere un popolo con un altro».
«Ma come nasce?».
«Con l’unità. Ma per spiegartelo bene, desidero che tu mi segua. Faremo un viaggio nel tempo. Sali su Bilancia, la mia compagna di avventure, non aver paura».
Con la spontaneità propria di un bambino, Sara si fidò subito di Articolo 54. I due, uno su un piatto e l’altra sull’altro, volarono con Bilancia alla volta dell’Italia del 1946.

Fonte di norme e di… caramelle
Giunti a destinazione, Articolo 54 portò Sara vicino ad una grande fonte magica da cui, invece che acqua, uscivano tante frasi e tantissime caramelle.
«Le norme giuridiche, tutte le frasi che contengono delle regole, nascono da una fonte che per questo motivo si chiama fonte di produzione, ossia che produce norme, regole».
«Fammi qualche esempio, io sono abituata a vedere acqua, non caramelle».
«Per esempio, la regola che ci dice di andare a scuola nasce da una fonte che si chiama legge e questa, a sua volta, nasce dalla fonte più grande, la Costituzione. Oppure, la regola per cui ogni cittadino deve rispettare il dovere di solidarietà verso gli altri cittadini trae la propria origine direttamente nella Costituzione».
«Mi sembra di capire che tutte le regole hanno varie fonti, ma che tutte le fonti hanno una fonte comune che è la Costituzione».
«Giusto!».
«Ma qual è, allora, la fonte della Costituzione italiana? Perché prima parlavi di unità?».
«Vedi, Sara, una Costituzione nasce un po’ come un bambino. Se ci pensi bene, prima che tu nascessi, i tuoi genitori si sono incontrati, si sono uniti e poi hanno deciso di dare alla luce una bimba bellissima come te. Ma, prima di tutte le cose importanti, non mancano momenti di forte sofferenza. Ad esempio…».
«…ad esempio, per farmi nascere, la mia mamma ha sofferto molto. Anche la mamma della Costituzione?».
«Vedo che mi segui bene. Sì, in un certo senso anche la mamma della Costituzione. Guarda lì», disse Articolo 54 mostrando a Sara l’Italia del 1946: case distrutte, molta sporcizia, bambini scalzi per strada, tanta tristezza. I piatti di Bilancia, infatti, erano lontanissimi tra loro, uno sopra, sopra, l’altro sotto, sotto.
«Perché tutto questo?», chiese Sara.
«Perché era appena finita la seconda guerra mondiale, una guerra molto crudele che ha visto come protagonisti tanti popoli del mondo. L’Italia, in particolare, aveva appena detto addio al fascismo, un modo di governare che concentrava tutti i poteri in un unico uomo, e desiderava invece costituire uno Stato unito che vivesse in pace. Gli Italiani capirono che, per realizzare questo progetto, occorreva che tutte le idee, anche se diverse tra loro, confluissero…».
«…in un’unica fonte?», interruppe Sara.
«Brava, proprio così. E quest’unica fonte da cui nasce la carta d’identità del tuo popolo è l’Assemblea costituente».
«Che strano nome… cosa vuol dire?».
«Significa un insieme di persone che costruisce. Assemblea vuol dire unione di persone e costituente che costituisce, che fa nascere qualcosa che prima non c’era. Vieni con me, te ne darò un assaggio».

Ma quanti genitori ha una Costituzione?
Pochi istanti e il gruppo era… in assemblea.
«Ecco davanti a te i Padri e le Madri costituenti!».
«Ma sono tantissimi! Io ho solo due genitori e faccio fatica ad ubbidire… povera Costituzione che ne ha così tanti. Ma perché vedo tanti colori?».
«Giusta osservazione. Vedi, quando hai detto che la Costituzione ha davvero troppi genitori, hai colto nel segno. Ma c’è di più. Le Madri e i Padri costituenti non avevano tutti la stessa idea, erano divisi in gruppi ed ogni gruppo aveva, per così dire, un colore. Ecco perché ne vedi tanti».
«Si, ma è un’immagine variopinta molto bella, non vedo disarmonia».
«Ecco, quando ti parlavo dell’unità come vera fonte della Costituzione, intendevo proprio questo: la bellezza deriva dall’unità nella diversità, dalla volontà di far confluire colori diversi in un unico quadro».
«Uaoh! Ma andiamo al sodo. Di cosa è fatta una Costituzione?».
«Dipende, ogni Costituzione è diversa dall’altra. Quella inglese, ad esempio, non è come quella americana e quella spagnola non è come quella brasiliana. Ma anche in questo caso si può trovare una base comune».
«Ok, dimmi qual è questa base e poi parlami della mia Costituzione».
«La Costituzione è una carta sui cui i Padri e le Madri costituenti hanno disegnato il volto giuridico del loro popolo. Così come un bimbo assomiglia in genere ai suoi genitori, allo stesso modo una Costituzione rispecchia i pensieri, le idee e le parole del popolo da cui nasce. Poi, come un bambino, anche piccolissimo, ha uno scheletro ben definito, vede le cose con gli occhi, le sente con il naso o con il tatto, parla con la lingua e si muove nel mondo con le gambe, così anche una Costituzione ha una struttura divisa in articoli, vede la realtà con gli occhi dei giuristi, sente e tocca le cose con le istituzioni, parla con le leggi e si muove nel mondo delle norme con la penna del legislatore».

Un po’ come le matrioske…
«Sei andato un po’ troppo veloce. Cosa vogliono dire articolo, giuristi, istituzioni, leggi e legislatore?».
«Hai ragione, provvedo subito», disse articolo 54. Quasi per magia, prese dalla sua tasca un libricino piccolo piccolo il quale, allo schioccare delle dita, divenne grande grande, talmente grande che Sara ed il suo nuovo amico iniziarono a passeggiarci dentro.
«Vedi, Sara, un articolo è composto da una o più frasi ed ognuna esprime una regola. Seguimi, facciamo un salto nell’articolo 1».
Saltellando tra le gigantesche righe del gigantesco libro, i due amici giunsero a destinazione e Articolo 54 iniziò a leggere la prima frase dell’art. 1: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro»; poi prese Sara per mano e, insieme, saltarono nella frase successiva. Questa volta, lesse Sara: «La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». A questo punto, Articolo 54 spiegò alla bambina che un articolo è formato da uno o più commi e che un comma è la frase che inizia da capo. L’art. 1, ad esempio, ne ha due.
«Quindi, se ho capito bene, la Costituzione è fatta di articoli, gli articoli da commi e i commi da frasi. Un po’ come le matrioske russe».

L’anima danza?
«Giusto! Passiamo alla parola giuristi. Sono le persone che studiano o scrivono o applicano le norme; sono come degli occhi che permettono a tutti di vedere e conoscere più chiaramente le cose del diritto».
«Istituzioni?», continuava a chiedere Sara.
«Sono le orecchie e le mani con cui la Costituzione cerca di avvicinarsi alle persone. Senza le istituzioni, qualsiasi legge rimarrebbe solo sulla carta. La scuola, ad esempio, è l’istituzione con cui la Costituzione costruisce ed esprime le sue regole sulla cultura dei bambini e dei ragazzi».
«Leggi e legislatore?».
«La legge è il sentiero, sempre giuridico, che fa camminare meglio le regole della Costituzione. Mentre la Costituzione dice le cose più in generale, le leggi le specificano in modo che si comprendano meglio. Il legislatore, infine, non è una persona sola, come si può pensare, ma è sempre l’insieme di persone che, seguendo le regole della Costituzione, si riuniscono per produrre le leggi o per aggiornare la Costituzione stessa al passo con i tempi. Si usa il singolare proprio per dire che, anche se le persone che fanno le leggi sono tantissime, alla fine la legge è sempre il risultato dell’unità tra loro, come fossero una persona sola con un’unica penna».
«Stupendo!».
«Non ti ho detto la cosa più importante».
«Cioè?», chiese Sara.
«Non ti ho detto che una Costituzione, sempre come un bambino, ha qualcosa che non cambia nel tempo, cioè la sua anima. E l’anima della Costituzione sono i suoi principi. Al di là di leggi, articoli e commi, una Costituzione è l’insieme di tutti i principi fondamentali con cui un popolo vuole vivere la sua vita giuridica. L’Italia è una Repubblica, tutti sono uguali, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, sono esempi dei principi con cui l’anima della Costituzione danza nella vita degli uomini e dei bambini».
«Ma non cambiano mai?».
«Potrebbero, ma in un modo che coinvolgesse il più possibile i cittadini. Comunque, i principi costituzionali sono valori talmente importanti per la vita umana che, in genere, non si vogliono cambiare».

La regola dell’attimo presente
«Non mi hai detto una cosa molto importante: qual è la frase che porti sempre con te? Hai detto che l’articolo è una frase che esprime una regola. Qual è la tua?».
Articolo 54, felicissimo di questa domanda, rispose commosso: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi».
«Uaoh! Anch’io voglio rispettare la tua regola. Come posso iniziare?».
Sempre più entusiasta, Articolo 54 rispose: «Cercando di non tradire mai la regola che ti viene richiesta di rispettare nell’attimo presente. È l’ora della merenda? Godila. È il momento di ascoltare la maestra? Non giocare. La mamma ti chiede di aiutarla? Non rifiutare. E quando violi una regola, pensa sempre a cosa potrebbe accadere se tutti la violassero».
«Allora devo rispettare la regola di fare i compiti anche quando non ne ho proprio voglia. Voglio iniziare subito, portami a casa».
In un batter d’occhio erano di nuovo tutti a casa di Sara. La bambina salutò i suoi nuovi amici e iniziò a scrivere la sua storia e la sua carta d’identità: «Quando sono nata, per la mia mamma è stato come una guerra mondiale…».
Articolo 54, contento della sua missione, capì che doveva continuare a rimanere nella sua Costituzione perché i bambini volevano ancora conoscerla.
I piatti di Bilancia erano di nuovo vicinissimi e si stringevano la mano… mangiando caramelle.

Ester Molinaro
Avvocato, presidente di “Ali giuridiche onlus”

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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