L’ombelico del mondo?

Dalle riforme in materia di giustizia alle leggi sulle autonomie locali, la Costituzione resta l’ombelico del dibattito nazionale, spesso troppo concentrato su accadimenti e rivendicazioni di politica interna per accorgersi che, fuori dalla porta, il mondo va avanti.

Proteste di piazza, raccolte di firme, editoriali pungenti, dichiarazioni sdegnate di gruppi e associazioni… in difesa della Costituzione. I temi possono essere diversi: dalle riforme in materia di giustizia alle leggi sulle autonomie locali, la Costituzione resta l’ombelico del dibattito nazionale, spesso troppo concentrato su accadimenti e rivendicazioni di politica interna per accorgersi che, fuori dalla porta, il mondo va avanti. A volte, anche senza di noi. Sui media tradizionali viene dedicata poca attenzione a meccanismi ed istituzioni che, a livello sovranazionale, negli ultimi decenni hanno definito e limitato sovranità agli Stati, quali, a titolo di esempio, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio e l’Unione Europea. Quest’ultima, spesso citata per evidenziare lo stato di arretratezza del nostro Paese avendo riguardo a qualche valore standard europeo (occupazione, PIL, ecc.), oppure quando si parla di moneta unica, non è forse stata mai posta al centro di un dibattito pubblico approfondito, in grado di analizzarne evoluzione e funzioni in maniera dettagliata. Nonostante i poteri e le competenze dell’Unione Europea siano aumentati sempre più nel corso degli anni, le decisioni assunte dai suoi organi vengono spesso avvertite come qualcosa di remoto o ininfluente sulla nostra quotidianità. Nel 2003, ci sono state manifestazioni appassionate in difesa dei lavoratori e contro la legge Biagi. Ma quando, nel 2005, la Corte di Giustizia Europea sancì la possibilità di limitare l’esercizio del diritto di sciopero nel caso in cui questo ostacolasse la libera circolazione di beni e servizi, in Italia non si alzò una critica.

Origine di quella sentenza fu la protesta dei lavoratori contro la volontà della compagnia armatrice finlandese Viking di cambiare bandiera al proprio traghetto Rossella, da finlandese ad estone, per trarre vantaggio dal minor costo del lavoro estone e ridurre il compenso al proprio personale. Ora, senza giudicare sulla maggiore o minore gravità dei due diversi provvedimenti, va evidenziato che, se da un lato spetta ai giudici nazionali pronunciarsi sui casi concreti, dall’altro essi sono chiamati a farlo uniformandosi ai criteri interpretativi della Corte. Al di là del dibattito mediatico, resta inoltre difficile per il comune cittadino reperire informazioni chiare ed univoche in ordine ai meccanismi che regolano l’Unione Europea ed alle ricadute effettive che la nostra appartenenza ad essa comporta. Il diritto dell’Unione è indubbiamente complesso. Rischia anche di apparire contorto, composto com’è da trattati che spesso ne modificano altri collegati, sentenze della Corte di Giustizia e delle Corti Costituzionali nazionali. All’interno della comunità giuridica stessa vi sono grandi divergenze interpretative, afferenti, con una buona approssimazione, a due schieramenti principali. Alcuni esperti, definiti “euro-scettici” da chi non condivide le loro vedute, criticano gli enormi poteri e la vastità delle competenze legislative dell’Unione a fronte della scarsa rappresentatività popolare e del deficit democratico dei suoi organi collegiali. Jans Peter Bonde, europarlamentare dal 1979 al 2008, afferma come il diritto europeo prevalga su qualsiasi norma nazionale, anche costituzionale, rendendo potenzialmente nullo qualsiasi provvedimento adottato da un Parlamento nazionale. All’opposto, altri giuristi criticano la limitatezza delle competenze dell’Unione, esprimono la necessità di conferire ad essa maggiori poteri insieme a procedure decisionali più snelle e negano totalmente il carattere vincolante del diritto europeo sulle Costituzioni nazionali. Le leggi europee – sottolineano – prevarrebbero solo sul diritto ordinario dei vari Stati membri, senza intaccarne le Costituzioni. Divergenze non da poco, visto che l’Unione riunisce sotto di sé 27 Paesi e circa 500 milioni di persone. E se il cittadino, frastornato da diatribe spesso caratterizzate da un linguaggio poco accessibile, ricerca materiale divulgativo sul sito istituzionale dell’Unione Europa (www.europa.eu) s’imbatte in un “avviso legale importante” molto poco rassicurante: la Commissione europea, titolare del sito, “non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda le informazioni contenute nel sito”, definendole non sempre “necessariamente esaurienti, complete, precise o aggiornate”.
Non è di certo il miglior modo per aumentare la fiducia del cittadino.

Fabio Cortesi
Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale – Università di Bologna

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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