Durante una trasmissione televisiva: energia ed entropia

Durante una trasmissione televisiva il conduttore offre alla sua splendida ospite una tisana, utilizza acqua tenuta in frigo e la riscalda per ottenere la giusta temperatura della bevanda. La bella ospite nota la sequenza di azioni e senza mezzi termini stigmatizza la scarsa attenzione all’equilibrio energetico dell’ambiente. Non ha detto “entropia” , ma di questo ha parlato. Entropia, una parolina suggestiva, ci riporta ad improbabili reminiscenze scolastiche. Da sola può spiegare la vera natura del mondo e contemporaneamente ricordare che l’attuale sistema economico ci condurrà ad un futuro insostenibile. L’introduzione di questa parola, dal greco “ etrope” (trasformazione) si deve al fisico tedesco Clausius che nel 1865 si dedica ai principi della termodinamica con due lapidarie proposizioni: Nell’universo l’energia si conserva. Nell’universo l’entropia tende al massimo. L’energia si conserva attraverso i cambiamenti di stato delle sostanze, questo è vero, ma oggi il nostro problema è quello di recuperare al meglio l’energia già utilizzata per un secondo, terzo, quarto uso e così via. Se così fosse ipotizzeremmo il suo completo recupero e l’eliminazione del problema dello smaltimento dei rifiuti. Clausius afferma però che l’entropia tende al massimo, cioè che durante la produzione di ogni energia una parte di questa si degrada e si distribuisce in modo disordinato nell’universo. La natura tende spontaneamente al disordine e l’entropia è proprio una misura di questo disordine. La nostra cultura ha saputo riconoscere l’importanza delle trasformazioni energetiche , l’energia non si crea e non si distrugge, ma ha colpevolmente ignorato che ogni sfruttamento energetico aumenta l’entropia e ciò costituisce un limite alla crescita senza limiti. Le risorse della terra ci danno energia rinnovabile e non rinnovabile: quella rinnovabile è ottenuta dai processi naturali con periodicità che permette di aspettare che il ciclo si rinnovi ( la trasformazione di un chicco di grano in spiga e poi in grano, farina, pasta, etc.). Quella non rinnovabile, invece, deriva dallo sfruttamento del carbone, del petrolio, del gas naturale. Sono fonti con periodicità talmente lunga che, una volta esaurite le scorte presenti, non potremo aspettare qualche milione di anni per permettere alla natura di ripetere il processo. Per questo la sopravvivenza del pianeta può solo affidarsi all’utilizzo oculato delle sue risorse ed alla capacità di riciclo. Ma parlare di entropia e di economia è parlare di Jeremy Rifkin, il fisico futurologo americano che dell’entropia ha fatto una bandiera per la sopravvivenza del mondo prossimo futuro. Durante una trasmissione televisiva il conduttore gli ha chiesto: usare l’acqua del frigo per fare il tè è sprecare energia? La risposta è si, ogni volta che trasformiamo l’energia che abbiamo a disposizione ne perdiamo una parte e di conseguenza ogni qual volta l’acqua viene riscaldata cede energia nel processo di conversione.

L’esempio dell’acqua, paradossalmente, influenza anche il nostro modo di pensare il prodotto interno lordo, il Pil. Il Pil è comunemente considerato l’indice di quanta ricchezza produciamo, ma a livello termodinamico e di perdita energetica il Pil misura il valore temporaneo di prodotti e servizi e della spesa energetica complessiva per produrli; questi stessi prodotti e servizi diventeranno anch’essi energia persa e quindi rifiuti da riciclare. Alla fine il Pil è solo una misura del debito energetico che abbiamo con la natura. Per Rifkin quindi l’unico modo di rallentare il processo entropico è limitare il consumo di energia, ridimensionare gli eccessi del moderno stile di vita, ridisegnare una vita più semplice, non per questo peggiore.

Antonio Irlando
Dirigente medico ASS4

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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