Una federazione dei diritti musicali

Per favorire la libera circolazione gratuita dei talenti musicali on-line sarebbe utile attivare la licenza Creative Commons che tutela senza costi la creatività giovanile e permette di poter circolare liberamente.

Dal vinile al digitale: è la grande sfida per la sopravvivenza del mercato musicale italiano all’interno del più ampio mercato globale. Una sfida che si può vincere solo realizzando un “Sistema Musica Italia” che includa tutti i protagonisti della filiera capaci di attivare una politica “glocal”, d’intesa con il Governo e le Pubbliche Amministrazioni. Questa rete deve dimostrarsi capace di connotare fortemente la nostra identità culturale musicale, immettendola nei circuiti della nuova tecnologia di consumo della musica. Personalmente, rappresento alcune associazioni ed alcuni movimenti della nuova musica. Con il contributo mio, di tutte le associazioni di autori ed editori e di altre associazioni di artisti e lavoratori dello spettacolo, abbiamo consegnato al Presidente della Commissione Cultura un progetto di legge unitario del settore musicale, finalizzato al varo di una Legge per la Musica non più procrastinabile. Purtroppo, il testo è fermo in Commissione, inserito all’interno della più ampia disciplina sullo Spettacolo e sui Lavoratori dello Spettacolo, nonostante la normativa attuale sia ferma al 1967. Il settore richiede comunque un lavoro unitario e compatto. I nuovi temi dell’innovazione tecnologica, ed una sempre maggiore incisività nella raccolta dei diritti d’autore, primari e secondari, vero futuro nella raccolta di risorse per la creazione dell’arte musicale, indirizzano verso un’unica “federazione dei diritti” (Siae, Scf, Imaie e le associazioni dei discografici) forte, capace ed autorevole nei rapporti con i colossi multimediali dei contenuti (social network, telefonia, tv mondiali, ecc.).

I grandi distributori mondiali di musica devono riconoscere i diritti all’intero settore e ad ogni singolo autore, in modo tale che venga garantito il finanziamento e, con esso, il successivo re-investimento delle risorse sui giovani. La spinta decisiva al lavoro unitario è stata impressa dal documento sui dieci punti per il rilancio della musica in Italia, siglato da diverse associazioni in occasione della Festa della Musica, avvenuta il 21 giugno 2006. Le premesse si erano però già costituite nel Concerto per la Legge per la Musica, tenutosi a Milano nel marzo dello stesso anno. L’evento ha visto una grande partecipazione e la raccolta delle firme a sostegno della Legge ha toccato quota 5.000 in un solo giorno. Come detto, la legge è ferma, nonostante la passione e la determinazione dell’Onorevole Gabriella Carlucci e dell’Onorevole Emilia De Biasi. Tra i punti qualificanti in essa contenuti, vi sono il riconoscimento della musica come cultura, la riduzione dell’Iva sui prodotti e sui servizi musicali, la promozione della musica italiana all’estero, maggiori incentivi e sgravi alle radio ed alle televisioni che diffondono la nuova musica italiana, sgravi fiscali alle produzioni nazionali per opere prime e seconde, il riconoscimento di alcuni festival pop rock storici del nostro Paese come elementi di patrimonio culturale all’interno del FUS e dei Progetti Arcus, l’avvio del riconoscimento dello status di lavoratori agli operatori dello spettacolo con una legge apposita, incentivi a favore della digitalizzazione della musica, la valorizzazione della produzione dei videoclip attraverso il loro inserimento nei circuiti cinematografici, il tax credit ed altri incentivi per la musica come avviene nel cinema, una maggiore presenza di musica italiana nella radio e nella televisione pubblica, la realizzazione del progetto portale/tv satellitare pubblico/privato che valorizzi nel mondo tutte le nostre produzioni, sia quelle storiche, sia le nuove, sgravi per le famiglie che acquistano strumenti musicale made in Italy ed iscrivono i figli a corsi di musica ed una maggiore presenza della musica nelle scuole, elevandola a parte integrante del programma fin dal ciclo primario.

In occasione del Mei 2006, sono stati varati alcuni interventi legislativi regionali a tutela della musica pop regionale. Si sono distinte la Regione Lazio, la Regione Marche e la Regione Emilia Romagna, mentre la Toscana sta avviando il suo iter proprio in questi giorni. Un’iniziativa parallela si è tenuta presso il Ministero dei Beni Culturali ed il Ministero per le Politiche Giovanili: nella Finanziara 2007, i commi 287 e 288 introducono sgravi fiscali per la produzione di nuova musica italiana da parte di autori emergenti. Manca però il decreto attuativo, atteso quanto prima, ed auspicabilmente foriero anche di altre forme di sgravi ed incentivi. Il Ministero del Commercio Internazionale è stato coinvolto nella negoziazione di un accordo con le principali associazioni del settore volto alla promozione della musica italiana all’estero. Il contenuto deve essere ampliato per includere anche altri soggetti della filiera che non siano esclusivamente riconducibili al sistema Confindustria. Nel settore, infatti, operano oltre 400 piccole imprese legate ad altre realtà, come quella cooperativa. L’accordo, siglato il 13 giugno scorso, ha beneficiato di ampia visibilità sui media (principali canali Rai e principali Tg), come pure ha avuto ampio risalto la partecipazione unitaria del settore, con lo slogan Italia in Musica, all’ultimo PopKomm di Berlino. Alcune norme contenute nella Finanziaria 2007 hanno sostenuto elementi di sviluppo per il settore, quali la parificazione dell’Iva al 10% per i concerti, gli sgravi per le produzioni discografiche – peraltro ancora in attesa di un decreto attuativo – e l’abolizione dell’Enpals per i giovani autori che salgono sul palco per la prima volta. Andrebbero incentivate le presenze di artisti/band all’estero, tramite facilitazioni e sgravi per la partecipazione a festival musicali dal vivo, attivando anche le Ambasciate e gli Icc delle Camere di Commercio Internazionali in modo sinergico. Anche ogni momento di promozione del made in Italy all’estero dovrebbe essere accompagnato dalla nuova musica italiana, anche quella regionale. É stato sensibilizzato con successo anche il Ministero delle Comunicazioni, nell’ottica di una maggiore attenzione verso la nuova musica italiana sancita dall’accordo tra la Rai ed il Governo. Il Ministero della Pubblica Istruzione si è attivato affinché la musica riceva maggiore spazio e migliori opportunità nelle scuole.

Salutiamo con favore i recenti interventi avvenuti proprio in tale settore. É stata richiesta ai grandi network radiotelevisivi una maggiore presenza della musica italiana nei palinsesti e sono stati invocati interventi a favore dell’innovazione e della ricerca nel settore della musica per la nuova diffusione e distribuzione in digitale e nei canali satellitari (portale Rai pubblico/privato e canale satellitare Rai per la diffusione di clip italiani in tutto il mondo). Anni di ottimo lavoro, riconosciuto da tutto il settore, dai media e dagli interlocutori istituzionali, hanno condotto alla realizzazione di alcune iniziative sostenute in modo trasversale dai rappresentanti delle diverse aree culturali e politiche. Interventi incisivi nel settore, in questi ultimi due anni, sono stati garantiti dal Ministero della Gioventù. Meritano di essere segnalati il sostegno, attraverso l’Anci, alla Rete dei Festival aperti ai Giovani, che ha permesso la sinergia tra i principali festival culturali italiani (Mei – Meeting degli Indipendenti di Faenza, Festival della Letteratura di Mantova, Lucca Comics, ecc.) e il bando per i Comuni sul sostegno territoriale alla musica indipendente. Due interventi di grande qualità che hanno concesso respiro e sostegno all’innovazione ed alla ricerca musicale. Importante anche l’adeguamento dell’Italia all’equo compenso: la norma obbliga i titolari dei grandi social network e della telefonia a riconoscere una quota fissa ai creatori dei contenuti creativi che gli stessi diffondono, spesso in modo totalmente gratuito. Gli ottimi risultati conseguiti dal gruppo di lavoro permettono di avanzare addirittura alcune proposte in sede europea: la riduzione dell’Iva al 4% su tutto il territorio continentale, con un’equiparazione dei prodotti musicali a quelli culturali, un’azione comune forte contro la pirateria musicale, la realizzazione di scambi musicali tra Nazioni europee e l’incentivazione di gemellaggi musicali, con la sensibilizzazione di Ambasciate e Icc. La nascita, insomma, di una cultura musicale “europea”, che permetta di contrastare l’avanzata della musica pop-rock anglo-americana. Molte associazioni hanno partecipato alle istituzioni politiche comunitarie la realtà e le esigenze del settore musicale. L’obiettivo è quello di favorire iniziative di cooperazione con altri organismi internazionali e con società di collecting straniere e promuovere la partecipazione del settore musicale italiano a progetti europei dedicati a sviluppare nuovi business models per la piccola e media industria discografica. Un altro importante risultato, conseguito dopo anni di battaglie in prima linea, è quello legato ai termini in cui è stata recepita, in Italia, la Direttiva europea sul “Diritto d’autore e diritti connessi nella Società dell’Informazione”. Primo fra tutti, l’adeguamento dell’equo compenso ai livelli europei. A seguire, la fondazione di EMCA – ‘European Music Copyright Alliance, alleanza di società di collecting ed associazioni europee nata per promuovere iniziative comuni nelle scuole per educare al “rispetto della creatività”. Il Governo italiano deve quindi operare degli adeguamenti legislativi che impongano ai provider di servizi internet nuove responsabilità su quanto avviene sulle proprie reti. Si deve porre immediato rimedio agli abusi continuati ai danni dei detentori dei diritti d’autore da parte degli utenti. In Europa è già partita la revisione delle norme che regolano le attività degli ISP: gli abusi avvengono, infatti, con “la deliberata tolleranza dei service provider”. Per favorire la libera circolazione gratuita dei talenti musicali on-line, premessa la tutela dei nuovi brani della musica emergente, sarebbe utile attivare le licenze Creative Commons, prive di costi ed idonee allo scopo.

Risulta poi fondamentale promuovere una nuova identità culturale musicale attraverso il rilancio di un nuovo Eurofestival, occasione di incontro fra popoli e culture musicali diverse dei 27 Paesi europei. L’iniziativa creerebbe anche reti e network tra le fiere del settore (PopKomm a Berlino, Mei in Italia, Womex a Siviglia, London Calling a Londra, Eurosonic in Olanda) ed i principali festival europei (Sziget, Benicassim, ecc.), oltre ad istituzionalizzare il ruolo delle associazioni europee di discografici e promoter. Sotto questo aspetto, l’intesa siglata per Hots Weel a Los Angeles, volta a promuovere la musica italiana all’estero, va integrata per favorire la partecipazione dei nostri artisti ai principali festival musicali del mondo, compresi quelli dei Paesi emergenti, come Cina, India, Brasile, Russia. Interventi urgenti vanno poi necessariamente promossi, attraverso emendamenti in finanziaria ed altri canali normativi, tesi ad avviare l’iter alla Commissione Cultura della Camera per il varo della Legge per la Musica. Tra le misure maggiormente richieste, citiamo:
– l’introduzione di una quota di musica italiana nei palinsesti quotidiani di televisioni e radio, pubbliche e private, fissata al 40%, con un 20% di tale quota riservata ai giovani esordienti;
– sgravi per la discografia italiana nelle opera prime e seconde. Si tratta di una disposizione che tutela gli autori emergenti;
– sgravi per i giovani che traggono sostentamento dal diritto d’autore musicale, tramite le licenze Creative Commons, in accordo con Siae;
– sgravi per le famiglie che iscrivono i figli a corsi di musica ed acquistano strumenti musicali made in Italy;
– sgravi alle radio ed alle tv private che trasmettono nuova musica italiana in misura maggiore rispetto ad oggi, anche tramite una programmazione ad hoc;
– iva al 10% per tutti i concerti live (come per il teatro) e tutta l’attività correlata, compresi i service;
– sgravi a favore di tutti i festival per autori emergenti (nessun contributo Enpals fino a 5.000 euro per giovani dilettanti, sgravio siae del 50% – oggi fissati al 15% e solo per una ristretta fascia di festival-);
– sgravi nella digitalizzazione dei brani italiani ed incentivi all’innovazione ed alla ricerca in tale settore, supportando le indies e le aziende pmi del settore;
– conferma presso il Ministero del Commercio della promozione della musica italiana all’estero;
– maggiore presenza della produzione nazionale su radio e televisioni pubbliche: da questo punto di vista, è straordinario l’impegno di Radio Rai, la quale concede ampio spazio alla nuova musica italiana ed a quella indipendente. Da Radio Rai Uno a Isoradio, da Radio Due a Radio Tre, da Rai International fino alla nuova Web Radio Rai, gli spazi per la nuova musica italiana sono sempre più ampi, con trasmissioni di qualità quali Demo, MObydick, Alza il Volume, Ztl, La Notte degli Indipendenti. Infine, l’occasione è certamente unica per lanciare una proposta significativa: con la collaborazione del Ministero del Turismo, dei Beni Culturali, dello Sviluppo Economico, della Gioventù e con l’Anci, creiamo un grande portale, chiamato “Volare”, canzone per la quale siamo noti in tutto il mondo, un vero inno italiano. Convertiamo in digitale tutti brani della grande tradizione italiana. Con un’intesa con il settore privato della musica, implementiamo il portale ogni giorno con tutte le novità in streaming ed in vendita della nostra musica. Otterremmo, in poco tempo, il nostro iTunes Italia ed uno dei portali certamente più cliccati al mondo. Potremmo vendere musica (e immagine, quindi turismo) in tutto il mondo. Chiamiamo le menti migliori del settore. “iVolare” farebbe davvero volare di nuovo la nostra musica nel mondo.

Giordano Sangiorgi
Ideatore ed organizzatore MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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