Radici Jazz

Scegliere l’immagine giusta o la propria grafica significa realizzare un valido progetto musicale, dotato di buon gusto. Ciò necessita un iter rigoroso e specifico: se è vero che il cd, oggi, è solo il contenitore della musica, è altrettanto vero che deve identificarsi nel progetto e comunicare, dapprima al potenziale acquirente e, successivamente, all’ascoltatore.

Conservo ancora un ricordo preciso del primo disco di musica jazz che acquistai. Era la fine degli anni ’70 ed il vinile in questione era quello del gruppo ‘pianoless’ di Gerry Mulligan, con Chet Baker. La copertina era bianca e ritraeva una bella ragazza con dei grandi stivali colorati. Purtroppo, non posseggo più quel disco. Devo averlo prestato a qualche amico che non me l’ha più restituito. Oltre allo straordinario sound di quella formazione, mi è rimasta impressa proprio la copertina. Quell’album ha cambiato la mia vita. Erano gli anni in cui scoprivo il jazz quale musica folle e rivoluzionaria. Provenivo dalla Banda e dai complessi di musica leggera e questi suoni nuovi e creativi provocarono in me uno sconvolgimento tale che tutto ciò che ruotava intorno alla mia vita di allora risultò amplificato da questa nuova scoperta. Il disco della bella ragazza con gli stivali strani non era solo il primo di jazz che ascoltai, ma, in assoluto, il primo che comprai. I profumi dell’impianto hi-fi nuovo di zecca e del vinile appena tolto dalla custodia erano intensi come la nuova musica che andavo a scoprire. Ma più di tutto era intenso il piacere della vista. L’ascolto attento della musica trovava nella fotografia di quella misteriosa ragazza e nei suoi colori una sintonia perfetta, in grado di provocare in me uno tsunami che non conoscevo e che mi avrebbe travolto, senza mai abbandonarmi, per molti anni. Avendo allora poche possibilità economiche, acquistavo i dischi per corrispondenza dalla Nannucci di Bologna. Non vedevo l’ora di ricevere i pacchi contenenti i dischi che ampliavano lentamente la mia collezione. Prima di ascoltarli, li osservavo con avidità e carpivo tutte le informazioni racchiuse nel retrocopertina.

Sognavo di cogliere, attraverso l’estetica, la profondità misteriosa degli artisti e della loro musica. Mio fratello amava l’arte contemporanea e dipingeva per diletto. Quando, a Berchidda, registrammo in casa di un amico la cassetta PARAPONZI, insieme ai ‘3 Roberti’ (Billy Sechi, Cipelli e Bonati), gli chiesi di disegnare a mano venti piccole copertine artigianali. Per fortuna, ne posseggo ancora una! Era il lontano 1982. Da allora, l’attenzione per la parte grafica delle mie produzioni discografiche è cresciuta di pari passo con l’amore per l’arte ed in particolare per la contemporaneità dei linguaggi. Non dimentico la copertina del disco STREAMS del gruppo di Tiziana Ghiglioni, con Luca Flores e Maurizio Caldura. Era disegnata dal produttore della Splasc(h) Record Peppo Spagnoli ed una serie di linee colorate verticali, tracciate con un pastello, si stagliavano su un fondo nero. Era il 1983: non solo sognavo di registrare un disco per quell’etichetta (cosa che sarebbe avvenuta subito dopo, con OSTINATO, insieme al Quintetto Italiano), ma sognavo anche una copertina come quella! In INNER VOICES del 1986, il titolo dell’album è scritto a mano dal grande Emilio Tadini, mentre in BALLADS, del 1992, appare in copertina un’opera dell’amico pittore Salvatore Ravo. É grazie a questo lavoro che, in seguito, si svilupperà tutto il mio personale rapporto con l’arte contemporanea, lo stesso che, subito dopo, coinvolgerà anche le attività del Festival Time in Jazz di Berchidda. Del 1988 è invece QVARTO: su un altro dipinto di Peppo Spagnoli appare il pensiero grafico pulito e razionale dell’amico fumettista Igort (al secolo Igor Tuveri di Cagliari), mentre il titolo ENSALADA MISTICA del 1994 è ancora suggerito da Salvatore Ravo, in bilico tra cultura partenopea e madrileña. Nel 1991, mio fratello Antonello disegnò la copertina di OSSI DI SEPPIA.

Era rosso sangue e lui scrisse a mano il titolo dell’album. Nel retro, alcuni versi di Montale, tratti dall’omonima raccolta, parlavano di suoni e musica, con le bellissime quartine di Caffè a Rapallo. Trasferitomi in Francia alla metà degli anni ’90, mi resi conto dell’attenzione che i produttori discografici locali dedicavano alla grafica delle copertine. Fino ad allora, quelli della Splasc(h) venivano prodotti in casa, e riuscivano spesso ad ottenere risultanti interessanti e creativi. Mi convincevo però, sempre più, che l’aspetto grafico rendeva il disco non solo creativo, ma anche personale. Il produttore (ed anche buon fotografo) Jean-Jacques Pussiau poneva grande attenzione alle linee grafiche dei cd. Italian Planar Dimension In Neo-Plasticist Touch è il titolo dell’opera di Bernard Amiard scelta per la copertina del fortunato disco di Aldo Romano RITUAL. Le foto divennero oggetto di un vero e proprio studio. Tutto ciò avveniva dal mitico Mephisto, in una nota via parigina. Indossando un cappotto blu, suonavo la tromba avvolto dal fumo della sigaretta di Jean-Jeaques per rendere il tutto più metropolitano. Il disco si intitolava NIGHT ON THE CITY, ma si deve sapere che io non ho mai fumato una sigaretta in vita mia! Arrivò poi la serie di cd per la BMG francese. In copertina c’era la mia faccia declinata in più colori e con più tonalità. Questa è stata per anni la nuova linea grafica francese, decisa dall’allora produttore Daniel Baumgarten. Curata e raffinata, è servita a veicolare al meglio la mia immagine, come una qualsiasi star della musica internazionale. Anche quello era un passo da compiere. Quando abbiamo iniziato a registrare i cd dal vivo, in occasione del Festival Time in Jazz, abbiamo ancora una volta utilizzato i lavori creativi dei nostri artisti: quelli della spagnola Pilar Cossio Gomez, i fili ed i telai di Maria Lai, le carte screziate del visionario Danilo Sini, il quale, dei diversi cd, ha curato anche la parte grafica. Dedico tuttora molta attenzione all’immagine dei miei progetti discografici.

Trovo che questa rappresenti al meglio il nostro lavoro e costituisca la proiezione del nostro pensiero e della nostra intelligenza. Se non posso essere io a scegliere l’immagine, desidero perlomeno ricevere, prima di andare definitivamente in stampa, tutti i materiali del booklet, affinché possa valutarne la qualità grafica e passare al vaglio tutti i testi che, spesso, amo scrivere personalmente. Scegliere l’immagine giusta o la propria grafica significa realizzare un valido progetto musicale, dotato di buon gusto. Ciò necessita un iter rigoroso e specifico: se è vero che il cd, oggi, è solo il contenitore della musica, è altrettanto vero che deve identificarsi nel progetto e comunicare, dapprima al potenziale acquirente e, successivamente, all’ascoltatore. É come l’abito che indossiamo: la scelta non è mai casuale, ma indica chi siamo intimamente e descrive il nostro gusto estetico. Non è un caso se, dopo trent’anni, io continui a seguire con attenzione, ed attraverso i sogni di allora, i percorsi mediatici e creativi della mia musica. Del resto, il jazz è arte immaginaria ed immaginifica. Ciò che rappresentiamo con le note è ciò che desideriamo narrare con i mezzi di cui disponiamo: il ‘sound’, la storia ed il messaggio si esprimono attraverso la grafica e l’immagine di ciò che oggi molti chiamano biecamente ‘prodotto’, ma che, di fatto, aspira a diventare un’opera d’arte. Se andate a riguardarvi le copertine di Mati Klarwein, prodotte per alcuni album di Miles Davis e, successivamente, di Jon Hassell, penso che mi darete ragione!

Estratto da ‘Radici jazz: c’è sempre una prima volta’ di Paolo Fresu, “Siena Jazz Eye” Mazzotta/Italia, 2008

Paolo Fresu
Jazzista di fama internazionale, compositore, trombettista e flicornista italiano

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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