“Uniti per i bambini, uniti contro l’AIDS”

Il Comitato Italiano per l’UNICEF ha assunto tra i propri impegni la promozione a livello nazionale della campagna perché il nostro Paese non manchi l’occasione di fornire il proprio contributo affinché questa sia l’ultima generazione di bambini costretta a sopportare il peso dell’HIV/AIDS.

Nel mondo, oltre 2,1 milioni di bambini sotto i 15 anni sono sieropositivi. La maggior parte ha contratto il virus attraverso la trasmissione da madre a figlio. In assenza di interventi di prevenzione, la percentuale di rischio che il bambino contragga l’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o attraverso l’allattamento al seno oscilla tra il 25 ed il 45%. Attualmente, la conoscenza scientifica ed un pacchetto di interventi di provata efficacia possono ridurre tale percentuale di rischio sotto la soglia del 2%. Tanto che, nei Paesi ad alto reddito, dove sono disponibili su larga scala gli interventi di prevenzione, si è arrivati all’eliminazione virtuale della trasmissione da madre a figlio dell’HIV. La prevenzione della trasmissione dell’HIV è una delle priorità della Campagna Uniti per i bambini, Uniti contro l’AIDS, lanciata dall’UNICEF e da UNAIDS nel 2005 per far sì che il problema dell’AIDS pediatrico sia posto al centro dell’agenda internazionale ed i bambini non costituiscano più il volto nascosto della pandemia. Dalla fine degli anni ’90, l’UNICEF gioca un ruolo di primo piano nella prevenzione della trasmissione madre-figlio ed è stato in prima linea nella promozione del primo progetto pilota di prevenzione. È altresì in prima linea nel promuovere la conoscenza e nel fornire il supporto tecnico affinché le strategie di prevenzione e cura dell’HIV pediatrico siano integrate nei programmi che promuovono la salute delle madri e dei neonati.

Dalle prime iniziative pilota del 1998, in una sola decade di realizzazione dei programmi di prevenzione della trasmissione madre-figlio dell’HIV, nei Paesi a basso e medio reddito, si sono ottenuti risultati positivi, tra i quali:
• la percentuale di donne incinte che effettuano il test per l’HIV è passata dal 7% del 2005 al 21% del 2008. Questo significa che, nei Paesi a basso e medio reddito, un maggior numero di donne è consapevole del proprio stato di salute e, di conseguenza, può intraprendere le cure necessarie;
• nel 2008, il 45% delle donne in gravidanza sieropositive, nei Paesi a basso e medio reddito, ha ricevuto i farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione madre-figlio, rispetto al 15% del 2005. Ma in Africa, si ancora è molto lontani dal segnare il goal decisivo per sconfiggere l’AIDS. Per vincere la partita più importante nella lotta all’HIV/AIDS occorre garantire l’accesso universale ai servizi di prevenzione della trasmissione madre-figlio. Il Comitato Italiano per l’UNICEF ha assunto tra i propri impegni la promozione a livello nazionale della Campagna perché il nostro Paese non manchi l’occasione di fornire il proprio contributo affinché questa sia l’ultima generazione di bambini costretta a sopportare il peso dell’HIV/AIDS. Nel 2007, la Campagna ha raccolto l’adesione di altre undici Organizzazioni che operano per il rispetto dei diritti dell’infanzia: Amnesty International – Sezione italiana, Anlaids, Archè, Cesvi, Cittadinanzattiva, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa Italiana, LILA, Medici Senza Frontiere – Italia, Save the Children – Italia, Terre des Hommes – Italia. Grazie all’impegno dei volontari delle dodici Organizzazioni presenti nelle giornate del 14 e 15 aprile 2007 in 1.200 piazze italiane, è stato possibile raccogliere oltre 350.000 firme per chiedere al Governo italiano un impegno concreto per fermare l’HIV/AIDS pediatrico. Per lanciare tali giornate di mobilitazione, il 14 aprile 2007 si è svolta una cerimonia simbolica presso il Colosseo: un banner di 9×30 metri è stato appeso sul monumento per richiamare l’attenzione di tutti i cittadini sul tema dell’HIV pediatrico. Nel dicembre del 2007, una delegazione della Campagna “Uniti per i bambini, Uniti contro l’AIDS” è stata ricevuta a Palazzo Chigi dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi.

Anche nel 2010 la Campagna è tornata nelle piazze italiane con una mobilitazione tenutasi il 22 e 23 maggio scorsi. È stato chiesto al Governo italiano di aumentare i fondi per la lotta all’HIV/AIDS. La mobilitazione si è inserita nella campagna “Un gol per l’Africa”, lanciata in occasione dei mondiali di calcio in Sudafrica su proposta della Federazione Italiana Gioco Calcio. In soli due giorni di mobilitazione, i volontari dell’UNICEF presenti in circa 500 piazze in tutta Italia hanno raccolto oltre 55.000 firme, un risultato importante che ha rilanciato il tema dell’HIV/AIDS all’attenzione della società e delle istituzioni.

Vincenzo Spadafora
Presidente UNICEF Italia

Rispondi