Le verità nascoste

Siamo giunti ad un passo dal crollo: la politica bieca, stantia e corrotta dell’attuale classe dirigente comincia a sgretolarsi e a mostrare la sua vera faccia, come accadde per l’impero romano. Noi abbiamo il dovere di cogliere questo delicato momento per proporre un’alternativa seria, un’alleanza programmatica che rimetta in agenda le priorità del Paese.

dipietroL’immagine del nostro Paese che vorremmo non è quella di una persona in ginocchio, ma di una che tenta di rimettersi in piedi, a testa alta, nonostante sia costantemente schiacciata dal peso di una politica autoreferenziale sempre più lontana e disinteressata alle reali esigenze dei cittadini. Ma, al momento, l’Italia continua ad essere come una montagna che frana sotto i colpi duri ed incessanti della crisi finanziaria. E nonostante sia relegata agli ultimi posti per la crescita del Pil e la disoccupazione abbia raggiunto valori record dal 1999, il Governo continua ad essere assente su tutti i fronti. Non ha nessuna idea di politica industriale e nessuna proposta di riforma seria sulla scuola. Al contrario, ha apportato tagli all’istruzione, al comparto giustizia, al settore sociale, alla ricerca. Il precariato, la disoccupazione, le imprese che chiudono, la cassa integrazione che per molti sta finendo, l’informazione sempre più compressa dalle imposizioni di Palazzo e una parte della stampa asservita, sono i temi importanti che il Paese vuole affrontare, ma che la maggioranza continua volutamente ad ignorare. Come se non bastasse, gli unici provvedimenti varati in materia economica dall’attuale Governo, invece di intervenire sulla grave crisi finanziaria con provvedimenti seri e strutturali, sono serviti a premiare gli evasori ed i furbetti del quartierino.

Si pensi, ad esempio, allo scudo fiscale, una legge immorale e dannosa, la quale, dando un colpo d’accetta alle fasce più deboli, permette di far rientrare i capitali detenuti illegalmente all’estero pagando un tassa irrisoria. Mentre gli Italiani onesti, i lavoratori subordinati e le imprese leali pagano le tasse con aliquote che possono arrivare al 43%, i disonesti verseranno solo il 5%. Inoltre, come se non bastasse, Berlusconi non smette di ridicolizzare il nostro Paese agli occhi della comunità internazionale. Mi chiedo, infatti, come sia possibile siglare trattati con Gheddafi e Putin e come sia possibile svendere la dignità dell’Italia in nome dei propri affari. Il Presidente del Consiglio ha dimostrato in più occasioni di essere pronto a svendere la nostra rispettabilità per tutelare le sue aziende. Lontano dalle difficoltà con le quali i cittadini devono fare quotidianamente i conti, e rinchiuso nei suoi palazzi dorati, Berlusconi bacia la mano e si genuflette ai potenti Gheddafi e Putin. Davanti ad un quadro già desolante, negli ultimi mesi siamo stati addirittura costretti ad assistere alle dure aggressioni tra Fli e Pdl, alle lotte intestine tra Berlusconi e Fini che hanno dilaniato la maggioranza e mostrato l’irresponsabilità della classe dirigente. Le rivelazioni legate alla casa di Montecarlo, a dispetto delle vere priorità, hanno rubato le prime pagine di quei giornali sfacciatamente schierati e soverchiato le agende di alcuni telegiornali. Scontri a colpi di dossieraggi, minacce sottese e attacchi interni per frenare chiunque ostacoli la corsa del premier all’impunità, unica priorità di questo esecutivo.

Ecco che, dietro la continua promessa di riformare la giustizia, si nasconde, insidioso, l’uso improprio ed illegittimo delle istituzioni, l’abuso del proprio ruolo politico, nonché un intreccio perverso tra affari privati e funzioni pubbliche. Utilizzata come paravento per ingannare i cittadini, la riforma della giustizia, fatta di soli lodi, legittimo impedimento e scudi giudiziari, serve al Presidente del Consiglio per salvaguardarsi da un giudizio, senza sconti, da parte della magistratura. La legge è uguale per tutti, come sancito dalla nostra Carta costituzionale, ed è un principio insindacabile che noi dell’Italia dei Valori continueremo a difendere. Sento il dovere, come cittadino prima ancora che come politico, di battermi affinché cambi lo stato attuale delle cose e la politica torni ad essere al servizio della società civile, anziché sinonimo di potere personale o mero strumento per risolvere le proprie beghe. Affinché, una volta per tutte, questo Governo venga sfiduciato e vada finalmente a casa. Questa è la nostra priorità. Non avendo però i numeri per proporre da soli una mozione di sfiducia a Berlusconi, poiché occorrono sessantatre firme alla Camera e i deputati dell’Italia dei Valori sono ventiquattro, appoggeremo, senza esitazioni, la forza che decidesse di avanzarla. Non è importante la primogenitura dell’iniziativa, bensì il risultato. Siamo giunti ad un passo dal crollo: la politica bieca, stantia e corrotta dell’attuale classe dirigente comincia a sgretolarsi e a mostrare la sua vera faccia, come accadde per l’impero romano. Noi abbiamo il dovere di cogliere questo delicato momento per proporre una seria alternativa, un’alleanza programmatica che rimetta in agenda le priorità del Paese e ridia dignità e sostanza alla democrazia. Voglio ribadire che l’Italia dei Valori continuerà a far sentire la propria voce e a promuovere il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali, quali il lavoro e la sicurezza. Quegli stessi diritti che l’attuale Governo non è stato mai in grado di garantire seriamente. Alle quotidiane battaglie, perciò, vogliamo affiancare un programma che accolga le istanze del Paese, attento alle esigenze di quegli uomini e quelle donne che sono il nostro orgoglio e che, instancabilmente, continuano a lavorare e a vivere senza piegarsi ed arrendersi. È quest’Italia onesta che vogliamo difendere e sostenere per fare in modo che trovi la forza di rialzarsi e torni così ad essere il fiore all’occhiello dell’Europa.

Antonio Di Pietro
Deputato, membro II commissione (Giustizia),
già Ministro dei Lavori Pubblici e delle infrastrutture

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