Il naufragio delle istituzioni

Smarrimento. È il sentimento più diffuso fra i cittadini. La politica mostra il suo lato peggiore e la gente non comprende. I veti sono sempre più incrociati, le scomuniche reciproche, i toni apocalittici. Destra, sinistra e centro si confondono ogni giorno di più ed il singolo non riesce a districarsi nel proliferare dei partiti. Prosegue il trasferimento da uno schieramento all’altro di numerosi parlamentari. Tale comportamento dovrebbe essere imbarazzante, invece la disinvoltura con cui si cambia casacca non fa altro che accrescere la diffidenza verso le istituzioni. Occorre stare molto attenti. Il pericolo di scivolare nel qualunquismo è dietro l’angolo. Bisogna ammettere che l’attuale classe politica offre uno spettacolo poco edificante. I problemi nel Paese sono evidenti, ma il dibattito appare interessato solo a vicende personali. Il confronto, a volte troppo sopra le righe, si svolge su temi che non coinvolgono le reali questioni della gente. La casa resta una chimera per tante giovani coppie che si trovano a vivere con lavori precari e stipendi da miseria. Le famiglie d’origine sono la vera cassa integrazione di un’Italia che non vuole prendere coscienza di se stessa.

I figli sono ormai un lusso, appannaggio solo di chi è più coraggioso. I nuclei numerosi costituiscono una rarità, mentre lo Stato ancora non si interessa nei fatti di invertire un trend demografico che non lascia scampo per il futuro. Avanti di questo passo, fra qualche decina d’anni, i giovani dovranno portare carichi troppo pesanti. Latitano le politiche familiari, si moltiplicano vuoti proclami che, con allarmante puntualità, restano tali, mentre la vita quotidiana si confronta con difficoltà crescenti. Nel Paese emerge un bisogno urgente di risposte precise. Il Sud, un federalismo solidale, i giovani, l’educazione, sono solo alcuni dei grandi temi su cui non si dovrebbe tergiversare. E poi, ancora, il lavoro, la scuola, la sanità, la grande questione dell’immigrazione che porrà negli anni a venire una sfida a tutto l’Occidente. Il domani è già oggi. In un contesto simile non è semplice trovare soluzioni adeguate. Molte buone intenzioni sono naufragate negli anni. L’intero quadro politico è frammentato e la crisi di Governo appare sempre più probabile. Le logiche di parte sovrastano il clima generale, in un miscuglio di ripicche personali forse mai visto prima, neppure negli anni più bui di Tangentopoli. Fioccano i dossier su chiunque, nell’intreccio di una lotta fra i diversi poteri dello Stato che, invece di rispettarsi, sembrano solo desiderosi di apparire.

Ci vuole uno scatto di responsabilità. Occorre una presa di coscienza. Lo Stato è formato da tutti i cittadini. Nessuno si può chiamare fuori. Chi ha incarichi importanti dovrebbe avere la consapevolezza che ricopre certi ruoli per servire e non per essere servito. Non si tratta di essere idealisti o utopisti. Si tratta di avere a cuore il bene della nostra Italia. I politici sono lo specchio della società, spesso viene ricordato. Tocca a tutti noi fornire il colpo d’ala necessario per ridare slancio ad un Paese che rischia di ammalarsi di malinconia e di smarrirsi nelle discordie fra i vari leader nazionali. L’Italia di oggi merita ben altro. Solo risorse sane diffuse a tutti i livelli ci faranno uscire dalle sabbie mobili in cui da troppo tempo ci troviamo impantanati.

Francesco Zanotti
Direttore responsabile Corriere Cesenate
Vice presidente Federazione italiana settimanali cattolici

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