I costi della Politica

Regioni

Numero consiglieri e assessori e spese di funzionamento di giunte e consigli (anno 2010)

Con i rinnovi dei Consigli in 13 Regioni, avvenuti in marzo, il numero dei Consiglieri regionali in carica ammonta a 1.123, mentre le Giunte regionali contano 246 Presidenti, Vice Presidenti, ed Assessori (in due Regioni, Calabria e Lombardia, ci sono anche i Sottosegretari!). Mediamente, ci sono 12 componenti di Giunta in ogni Regione. Si va dai 16 Assessorati più il Presidente della Giunta in Lombardia fino agli 8 in Molise, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, passando per i 14 Assessorati in Lazio e Puglia (sempre più il Presidente), i 13 in Emilia Romagna ed i 12 di Piemonte, Veneto, Liguria, Campania, Sicilia e Sardegna. Il numero dei Consiglieri Regionali varia da Regione a Regione, non in base al numero della popolazione residente, ma in virtù dell’autonomia statutaria. A volte, però, in base ai risultati della propria Legge elettorale, il numero può essere variabile. È il caso del Lazio, nel cui Statuto il numero dei Consiglieri è fissato a 70 e, in base ai risultati elettorali (premio di maggioranza), il numero dei Consiglieri è salito a 73. Oppure della Toscana, dove lo Statuto prevede di norma 53 Consiglieri, fatti salvi i risultati della Legge elettorale, cosicché, in questa legislatura, i Consiglieri sono 55. In ogni caso, ad oggi, si parte dai 31 Consiglieri dell’Umbria, fino ad arrivare ai 90 della Sicilia, passando per i 35 delle Province Autonome di Trento e Bolzano, i 50 dell’Emilia Romagna e Calabria, i 60 di Piemonte e Veneto, gli 80 di Lombardia, Puglia e Sardegna. Complessivamente, ci sono 179 Presidenti di Commissioni Consiliari, con una media di 9 Commissioni Consiliari per ogni Regione. Si parte dai 5 Presidenti di Commissioni Consiliari di Umbria e Basilicata per arrivare ai 16 del Lazio, passando per gli 8 della Lombardia, i 10 del Piemonte, i 13 del Molise. Anche se un Presidente di Commissione beneficia di alcuni “privilegi” rispetto ad un semplice Consigliere (segreteria, auto blu, indennità maggiorata), è curioso notare come sia più cospicuo il numero degli Assessorati rispetto al numero delle Commissioni Consiliari. Ad ogni buon conto, finanziare il funzionamento dei 21 (19 + Trento e Bolzano) Consigli Regionali e delle relative Giunte costa alla collettività 1 miliardo di euro l’anno. Pensare di ridurre il numero degli Assessorati, riportandolo nel numero naturale delle principali deleghe attribuite alle Regioni (7/8 Assessorati, Bilancio e programmazione, Agricoltura, Ambiente e Territorio, Istruzione, Lavoro e Formazione, Sanità ed Assistenza, Trasporti ed Infrastrutture, Sviluppo Economico, Cultura, Sport, Beni Culturali e Turismo), non è fare demagogia, ma rappresenta il buon senso del padre di famiglia. Non è tanto lo stipendio dell’Assessore, quanto il risparmio diretto ed indiretto derivante dallo snellimento degli apparati politici e burocratici che ruotano attorno ad ogni singolo Assessorato.

Organi della democrazia

Spesa per il funzionamento
Il totale dei costi della democrazia è di circa 6,3 miliardi di euro l’anno, che corrispondono ad oltre 105 euro l’anno per ogni cittadino. 3,2 miliardi servono per il funzionamento degli organi istituzionali nazionali, 1 miliardo per quelli regionali, 459 milioni per gli organi istituzionali provinciali e 1,6 miliardi per quelli comunali. Nel dettaglio, le spese per il funzionamento dei cosiddetti Organi della Democrazia (Parlamento, Consigli e Giunte Regionali, Provinciali, e Comunali), ammontano ad oltre 4,6 miliardi di euro l’anno, per i quasi 124.000 parlamentari ed amministratori locali. Si aggiungono 628 milioni l’anno per il funzionamento della Presidenza del Consiglio, 473 milioni per gli altri Organi Costituzionali, 546 milioni per il funzionamento gli altri Organi a valenza Costituzionale. Dai dati elaborati sui bilanci preventivi per il 2010 si evince che il costo per il funzionamento dei due rami del Parlamento ammonta a 1,5 miliardi di euro, che equivalgono a 1,6 milioni di euro per ciascuno dei 951 parlamentari. Per il funzionamento della Camera dei Deputati (costi del personale dipendente, indennità parlamentari, acquisto di beni e servizi, affitti, manutenzione, utenze, ecc.), ogni anno si spendono complessivamente oltre 993 milioni di euro. 94,5 milioni per le indennità parlamentari, 72,5 milioni per il rimborso delle spese sostenute dai Deputati nell’esercizio del loro mandato, 138,2 milioni per i vitalizi, 800.000 euro per il rimborso delle spese sostenute dai deputati cessati dal mandato. Per il funzionamento del Senato della Repubblica (costi del personale dipendente, indennità parlamentari, acquisto di beni e servizi, affitti, manutenzione, utenze, ecc.) ogni anno si spendono complessivamente quasi 520 milioni di euro. 49,9 milioni per le indennità parlamentari, 23,9 milioni per il rimborso delle spese sostenute dai Senatori nell’esercizio del loro mandato, 81,2 milioni per i vitalizi. Il funzionamento dei 19 Consigli e Giunte Regionali, più le Province Autonome di Trento e Bolzano, costa alla collettività 1 miliardo di euro l’anno, 919.000 euro per ciascuno dei 1.123 Consiglieri, Presidenti ed Assessori. I dati elaborati dai bilanci preventivi delle Regioni per l’anno 2010 tengono conto dei costi complessivi del funzionamento dei Consigli Regionali (costi del personale dipendente, indennità dei Consiglieri, acquisto di beni e servizi, affitti, manutenzione, utenze, ecc.), mentre per il funzionamento delle Giunte non sono stati considerati i costi del personale addetto alle singole segreterie e l’acquisto di beni e servizi. Il funzionamento dei 107 Consigli e Giunte Provinciali costa alla collettività oltre 459 milioni di euro l’anno, 110.000 euro per ognuno dei 4.154 Consiglieri, Presidenti ed Assessori. Il funzionamento degli 8.072 Consigli e Giunte Comunali e delle Circoscrizioni locali costa alla collettività oltre 1,5 miliardi di euro l’anno, oltre 13.000 euro per gli oltre 117.000 Consiglieri, Sindaci, Vice Sindaci, Assessori.

Province

Numero consiglieri e assessori, spese di funzionamento di giunte e consigli (anno 2010)

Dall’analisi dei rendiconti di spesa del 2008 (entrate e spese effettivamente realizzate), si evince che le Province (escluse Trento, Bolzano ed Aosta) hanno gestito risorse pari ad oltre 14,4 miliardi di euro, in parte frutto di trasferimenti statali e regionali ed in (gran) parte provenienti da tributi propri. La spesa corrente è pari ad oltre 9,1 miliardi di euro ed assorbe il 63,6% del totale della spesa. La spesa per gli investimenti è di oltre 4,6 miliardi ed assorbe il 31,6% del totale. La spesa per il rimborso di mutui e prestiti assorbe il 4,7% del totale (667 milioni). Il personale (2,4 miliardi), assorbe il 26,1% del totale della spesa corrente; le spese per gli acquisti di beni e servizi (141 milioni) l’1,5%; il 40,5% della spesa (3,7 miliardi) è assorbito dalle prestazioni di servizio; il 2,5% (232 milioni) sono le spese per gli affitti dei locali; le spese per i trasferimenti (trasferimenti di risorse a pubbliche amministrazioni, società, ecc.) assorbono, con 1,8 miliardi, il 20,1% della spesa corrente. Le spese per consulenti, incarichi ed indennità ad Assessori e Consiglieri ammontano a 202 milioni di euro: le spese per collaborazioni coordinate e continuative e per gli incarichi e le consulenze esterne toccano gli 83,6 milioni; le spese per il personale esterno di supporto agli uffici di Presidenti, Vice Presidenti ed Assessori, ammontano ad oltre 20,4 milioni; le indennità per Presidenti, Assessori e Consiglieri ammontano ad oltre 98,6 milioni. Complessivamente, le spese per il funzionamento degli organi istituzionali (Giunte e Consigli) superano i 459 milioni di euro ed incidono per il 5% del totale della spesa corrente. Mentre il numero dei Consiglieri Provinciali è stabilito dalla Legge (a partire dai rinnovi del 2011 il numero è ridotto del 20%), per la composizione delle Giunte la legislazione si limita a stabilire il numero massimo di 1/3 del numero dei Consiglieri (a partire dai rinnovi del 2011 il numero è di ¼), rinviando allo Statuto ed ai Regolamenti la determinazione esatta e la quantificazione delle Commissioni. Attualmente, il numero degli Assessori Provinciali è di 1.040, mediamente 10 per Giunta (teniamo presente che il ruolo di Vice Presidente e di Assessore è incompatibile con la carica di Consigliere Provinciale). Pensare di ridurre e razionalizzare il numero delle Giunte, non in base al numero degli abitanti, bensì alle funzioni fondamentali (istruzione, compresa la manutenzione degli edifici scolastici, trasporti e manutenzione delle strade, territorio e tutela ambientale, supporto ai livelli occupazionali, sostegno alla disabilità) non è “chiedere la luna”, ma sano realismo. Spesso, molto spesso, in questi Enti assistiamo all’istituzione di Assessorati che sono pletorici, per non parlare dei numerosi “delegati del Presidente”, poltrone create ad hoc senza nessuna funzione rispetto ai compiti dell’Istituzione. A volte, non è lo stipendio dell’Assessore che pesa sulle casse della finanza pubblica, ma i costi diretti ed indiretti (segreteria, personale esterno di supporto, utenze, ecc.). Anche ridurre all’essenziale il numero delle Commissioni Consiliari non significa attentare alla “democrazia”, dal momento che i gettoni di presenza dei Consiglieri vengono erogati sia per la presenza in Consiglio, sia in Commissione. Più è alto il numero delle Commissioni Consiliari, più i Consiglieri fanno parte di più Commissioni, più alto sarà il loro compenso. Appare poco comprensibile anche la scelta di 31 Province di nominare un Direttore Generale (figura facoltativa), che comporta il pagamento uno stipendio (in media oltre 140.000 euro l’anno) per compiti che potrebbe svolgere il Segretario Provinciale. Sempre su queste figure, non si comprende nemmeno la scelta di 19 Province di nominare, in capo alla stessa persona, sia il ruolo di Direttore Generale, sia quello di Segretario Provinciale, corrispondendo un’indennità di posizione che a volte arriva a 30.000 euro l’anno.

Pubbliche amministrazioni

Incarichi e consulenze conferite
Il numero degli incarichi e delle consulenze conferiti dalla Pubblica Amministrazione (centrale e periferica dello Stato), aggiornati al luglio 2010 è di circa 300.000, per un impegno di spesa di oltre 2,8 miliardi di euro, di cui 1,4 già erogati ai beneficiari. Nel corso del 2009 sono state 12.723 le Pubbliche Amministrazioni che hanno fatto ricorso ad incarichi e consulenze. I dati si riferiscono alle sole Amministrazioni che hanno fornito comunicazione degli elenchi e non comprendono il personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto di Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Regione, Provincia, Sindaci, Assessori Regionali, Provinciali e Comunali. A livello di Amministrazioni Centrali dello Stato, la spesa impegnata per incarichi e consulenze ammonta a quasi 192 milioni di euro; nella scuola e nell’Università ad oltre 433 milioni; nella sanità ad oltre 635 milioni di euro e negli Enti Territoriali ad oltre 1,5 miliardi. Il più alto numero di incarichi e consulenze conferite dalle pubbliche amministrazioni si registra in Lombardia, oltre 51.000, con un impegno di spesa di oltre 482 milioni di euro. Seguono il Veneto (35.000 e 288 milioni), l’Emilia Romagna (30.000 e 362 milioni) ed il Lazio (24.000 e 263 milioni). L’importo medio pro-capite di tali prestazioni è di 9.511 euro, con punte di 21.265 in Val d’Aosta, 12.674 in Piemonte, 11.858 in Emilia Romagna, 11.261 in Friuli Venezia Giulia. Ovviamente, questa è la media, in quanto oltre la metà dei conferimenti è rappresentata da incarichi e consulenze al di sotto dei 5.000 euro. Ma nello scorrere gli elenchi, o entrando nei siti internet delle singole Amministrazioni (dal 2008 è obbligatorio pubblicare sui siti internet istituzionali l’elenco degli incarichi e delle consulenze), non mancano delle curiosità. Ad esempio, nelle segreterie dei Ministeri, gli importi più alti (in media 120.000 euro), riguardano il settore della comunicazione. Altra curiosità, i 4.000 euro per due mesi di lavoro di un consulente (Dicembre/Gennaio) per la segreteria dell’ufficio di comunicazione dell’Agenzia nazionale dei giovani. Il Comune di Milano spende in incarichi e consulenze oltre 23,8 milioni di euro l’anno, mentre, nel Comune di Biella, il Sindaco si avvale di un portavoce (incarico da 42.500 euro l’anno). Ad Agrigento, il coordinamento artistico della “sagra del mandorlo in fiore” è costato al Comune 43.000 euro.

I costi delle istituzioni

Nel nostro Paese, i costi delle Istituzioni (Parlamento, altri Organi Costituzionali, Regioni, Province, Comuni), ammontano oggi a circa 6,3 miliardi di euro l’anno, a cui ne vanno aggiunti altri 2,8 per incarichi e consulenze conferiti dalla Pubblica Amministrazione (centrale e periferica dello Stato). Vanno ulteriormente aggiunti, secondo una stima della UIL, altri 2,5 miliardi per i compensi degli amministratori di società ed enti promossi e/o partecipati dalla Pubblica Amministrazione. Si arriva così ad oltre 11,6 miliardi di euro. Abbattere del 30% tali costi non significa attentare alla democrazia, ma può rappresentare una risposta vera e concreta al tema del reperimento delle risorse, oltre 3,5 miliardi di euro, da destinare soprattutto all’abbattimento del carico fiscale e a favore del lavoro dipendente e delle pensioni. La semplice razionalizzazione di alcune funzioni non essenziali delle Province, lasciando inalterate tutte le altre funzioni e senza ripercussioni sul personale, comporterebbe un risparmio strutturale di oltre 1,2 miliardi di euro, che potrebbero diventare più di 3,5 con la loro completa abolizione. Di questo la politica dovrebbe occuparsi quando pone il tema del contenimento della spesa pubblica. È un’operazione che “si può” e “si deve” fare affinché l’impegno a ridurre i costi della politica non si riduca ad un semplice slogan.

Comuni

Riepilogo spesa complessiva delle città capoluogo di provincia, spese di funzionamento di giunte e consigli e numero diconsiglieri, giunte, consigli di circoscrizione

Dall’analisi dei rendiconti di spesa del 2008 (entrate e spese effettivamente realizzate), si evince che i 109 Comuni capoluogo di Provincia hanno gestito risorse pari ad oltre 35,6 miliardi di euro, in parte frutto di trasferimenti statali e regionali ed in (gran) parte provenienti da tributi propri. Complessivamente, nel 2008, per il funzionamento degli organi istituzionali (Giunte e Consigli) sono stati spesi oltre 699 milioni di euro. Le spese per consulenze ed incarichi esterni ammontano ad oltre 141 milioni di euro, così suddivise: collaborazioni coordinate e continuative ed incarichi e consulenze esterne poco meno di 127 milioni; personale esterno di supporto agli uffici di Presidenti, Vice Presidenti ed Assessori oltre 59 milioni. Il numero dei Consiglieri Comunali, stabilito dalla Legge, è di 4.612, esclusi i Sindaci, con una media di 43 per ogni Consiglio. A partire dal 2011 il numero verrà ridotto. Attualmente, il numero degli Assessori delle Giunte dei Comuni Capoluogo è di 1.269, con una media di 12 per Giunta (è bene tenere presente che il ruolo di Vice Sindaco e di Assessore è incompatibile con la carica di Consigliere Comunale nei Comuni sotto i 15.000 abitanti). Questi numeri non prendono in considerazione gli innumerevoli “Consiglieri dei Sindaci” su specifiche materie. Ridurre e razionalizzare il numero degli Assessori Comunali, non in base al numero degli abitanti, ma alle funzioni reali dei Comuni, è un modo per evitare la duplicazione degli uffici. Moltiplicare gli apparati burocratici pesa, infatti, come un macigno sui conti pubblici. Anche ridurre le Commissioni Consiliari (la media, oggi, è di 9 Commissioni in ciascun Comune) non significa diminuire la “produttività” dei Consigli Comunali, ma razionalizzare la spesa pubblica. Anche i Consiglieri Comunali vengono, infatti, retribuiti per la presenza sia in Consiglio, sia in Commissione. Di conseguenza, più è alto il numero di Commissioni, più i Consiglieri fanno parte di più Commissioni, più alto sarà il loro compenso. Una riflessione va fatta anche sul decentramento comunale (le circoscrizioni): soltanto in 9 città esse non sono state istituite. Nelle 70 città in cui è stato possibile reperire i dati, ci sono 8.845 Consiglieri Circoscrizionali, con una media di 126 Consiglieri per città, con punte di 550 a Roma, 336 a Reggio Calabria, 260 a Novara, 250 a Torino, 240 a Napoli. In questo caso, non si tratta soltanto dei gettoni di presenza, ma dell’utilità stessa di questo “Organo”. Così come le figure di Direttore Generale e Segretario Comunale, previste in 47 città non capoluogo di Regione. O della scelta di ulteriori 28 città di far coincidere in capo alla stessa persona le due cariche, con un raddoppio dell’indennità. Quando si parla di sprechi, degli eccessivi costi della politica è a questo che si fa riferimento.

www.uil.it
Roma, Settembre 2010

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