Come un alveare

Era il 1958 quando venne dato inizio ad un progetto del Ministero della Difesa degli Stati Uniti denominato ARPA (Advanced Research Projects Agency) nel tentativo di contrastare lo sviluppo tecnologico dell’unione Sovietica. Nel 1966 ARPANET, la prima rete, emette il primo vagito e nel 1971 riesce a connettere tra loro 23 computer. Bisogna però aspettare il 1982 perché nasca la parola Internet: con la realizzazione del protocollo TCP/IP si impone lo standard che avrebbe permesso interconnessioni multiple. La svolta, però, si ha nel 1991 quando il CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) annuncia la nascita del World Wide Web (www). Cominciano a proliferare i service provider e già nel 1992 sono connessi alla rete un milione di computer, che diventano 600 milioni nel 2008 con più di 600 miliardi di siti attivi e 120.000 blog che nascono ogni giorno.

Internet è oggi la principale forma di comunicazione, archiviazione, consultazione, pubblicizzazione ed informazione. Nessuno lo aveva previsto, nessuno è riuscito a contenerla, nessuno riesce a controllarla. La natura di Internet, fin dalla sua nascita, è infatti quella di aggirare ogni possibile ostacolo. ARPANET è stata studiata appositamente per mantenere sempre attiva la comunicazione fra i “nodi” in caso di guerra o olocausto nucleare. Il sistema hardware e software è stato impostato con questa funzione e tale rimane tuttora. La rete delle reti, come un’entità autonoma, cresce, si espande, trova sempre nuove vie per permettere connessioni e modalità di eludere filtri governativi o commerciali.

Come un cervello sociale che ha già un numero di indirizzi venti volte superiore al numero di neuroni esistenti nel nostro cervello, è diventata lo strumento più potente e rivoluzionario creato dall’uomo. Dopo aver unito tra loro i Paesi occidentali, si è estesa ai Paesi in via di sviluppo, diventando il più grande fenomeno sociale, culturale e democratico della storia. In molti Paesi permette la libertà d’espressione e la democrazia, garantisce alla popolazione di tutto il mondo la possibilità di vedere e conoscere tutto, anche quello che si vorrebbe tenere nascosto.

Oggi, grazie a Internet, si può avere accesso all’informazione da qualsiasi punto del pianeta ed ottenere risposte in pochi secondi. In poco più di dieci anni, l’umanità ha accumulato una tale quantità d’informazioni da trasformare l’intera rete nel sapere universale: dagli studi e ricerche messe on-line da molte università americane all’enciclopedia wikipedia che ha raggiunto un milione di voci, dai giornali d’informazione aggiornati minuto per minuto alle operazioni in borsa non stop, dai blog personali alle considerazioni di ognuno di noi.

Un lavoro immenso, realizzato gratuitamente da milioni di persone. Senza alcuna coordinazione, è stato raggiunto un obiettivo che nessun piano di produzione aziendale avrebbe mai potuto realizzare e, soprattutto, che nessun finanziamento avrebbe potuto sostenere. Internet assume quindi un significato ben superiore alle possibilità che concede con il suo utilizzo. Ha posto in discussione tutto: il controllo dell’informazione, la propaganda politica, la libertà di pensiero e di parola, le regole dell’economia e del mercato basate su un antiquato ed anacronistico PIL e, certo, anche i sistemi di sorveglianza della legalità, che debbono necessariamente cambiare ed evolversi per prevenire l’utilizzo criminale della rete.

Ma, soprattutto, è stata l’unico esempio nella storia dell’umanità in cui ognuno di noi, come api in un alveare, ha utilizzato tempo ed energie per cooperare invece che concorrere, in un territorio in cui non si potrà mai capire chi è al centro e chi alla periferia e soprattutto chi è al vertice o alla base del sistema.

Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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