Una risorsa unica per ripartire

Ermete Realacci

L’Italia può e deve trarre forza dalla sua unicità: essa mantiene ancora oggi tutto il suo fascino e racchiude, insieme alle testimonianze meravigliose della sua storia millenaria, un’idea di futuro e di scoperta tuttora ineguagliabile.

Contro la crisi, oltre la crisi. È questa, oggi, la sfida. Intervenire per mitigare i drammatici impatti sociali ed economici della crisi in corso, rassicurare cittadini, operatori e mercati. Al tempo stesso, operare scelte chiare e lungimiranti che scommettano su un’economia a misura d’uomo, capace di affrontare e di rispondere alle grandi questioni della nostra contemporaneità, a partire da quella ambientale. In questo quadro, il turismo rappresenta uno dei pilastri essenziali su cui rilanciare l’economia. Basti pensare che l’Italia è al quarto posto per entrate turistiche nella classifica dei principali Paesi del mondo, il secondo in Europa, dietro soltanto alla Spagna per numero di pernottamenti di stranieri, e il primo per numero di pernottamenti di turisti russi e cinesi, i “nuovi ricchi” del mondo. Primati che potrebbero essere ulteriormente consolidati, qualora fossimo capaci, finalmente, di valorizzare pienamente la straordinaria ricchezza artistica, culturale, architettonica e naturale del nostro Paese.

L’Italia è il primo paese al mondo per numero di siti classificati dall’Unesco nella lista del patrimonio culturale mondiale. Per superficie protetta da parchi nazionali, siamo secondi in Europa e per quella tutelata da parchi regionali, quarti. Il turismo deve però essere necessariamente sostenibile, assicurando la presenza di strutture e servizi realizzati in modo da non distruggere o penalizzare il paesaggio, il mare, l’ambiente. La velocità delle comunicazioni e la forza contrattuale delle grandi compagnie che organizzano le vacanze hanno reso più frequenti ed accessibili le proposte per mete esotiche e località che diffondono l’illusione della scoperta di mondi lontani ed incontaminati. Lo loro offerta, molto spesso, si appiattisce in una somiglianza delle strutture ricettive, che si differenziano solamente per la loro localizzazione geografica. Ecco perché l’Italia, in una società globalizzata che tende ad appiattire le differenze, le particolarità, le identità, può giocare d’attacco.

L’Italia può e deve trarre forza dalla sua unicità: con il suo territorio fortemente caratterizzato dalla presenza dell’uomo fin dall’antichità, essa mantiene ancora oggi tutto il suo fascino, e racchiude, insieme alle testimonianze meravigliose della sua storia millenaria, un’idea di futuro e di scoperta tuttora ineguagliabile. Il nostro Paese è chiamato, attraverso tutte le categorie produttive di questo settore, ad accettare questa sfida soprattutto nell’attuale momento di crisi, in cui una profonda rilettura del turismo “ambientale e responsabile” può concretizzarsi in un valido strumento utile ad affrontare un periodo di stagnazione che va affrontato senza compromessi, ambientali in primo luogo. L’obiettivo deve essere chiaro: alleggerire il carico sul territorio, riducendo gli impatti ambientali del turismo, e puntare sulla qualità come chiave per migliorare, preservare e valorizzare quel patrimonio naturale e culturale di cui l’Italia dispone. La ricchezza del nostro Paese è unica. Unico dovrà essere anche il modo in cui l’Italia valorizza il suo patrimonio.

Ermete Realacci
Deputato, già “Ministro Ombra” dell’Ambiente

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