Tv spazzatura? Si, ma non solo

Giancarlo Magalli

Il nostro è un mestiere che si fonda su due cose essenziali: forma e contenuto. Essere incolori o sciatti e parlarsi addosso è una garanzia di insuccesso. I più giovani rappresentano il pubblico più difficile perché sono svegli, istintivi e non si fanno turlupinare. Un trombone (vecchio o giovane che sia), non ingannerà mai dei ragazzi con la falsità o la retorica.

Negli ultimi anni la TV si è guadagnata il ben poco lusinghiero appellativo di TV spazzatura, ma a parer mio, la TV di oggi è soprattutto “tanta”. 24 ore al giorno di televisione moltiplicate per decine di canali rappresentano una gigantesca quantità di trasmissioni, che non possono, per forza di cose, essere tutte di qualità. C’è del buono e del cattivo, come pure del pessimo. La TV cattiva è quella che insegue gli spettatori e non bada ai mezzi per accaparrarseli. Purtroppo in TV vale la Prima legge dell’entropia, che dice che se in un barile di spazzatura versi un bicchiere di ottimo vino il risultato è spazzatura, ma se in un barile di ottimo vino versi un bicchiere di spazzatura, il risultato è spazzatura lo stesso. In ogni caso, a parte pochi criminalmente osceni, non ci sono programmi che non dovrebbero essere trasmessi. Ce ne sono molti, invece, che piuttosto non dovrebbero essere guardati: da quelli violenti in orari in cui i bambini sono davanti al teleschermo, a quelli che offendono le donne, da quelli di maghi e cartomanti a certi reality.
Personalmente prediligo e guardo molti film, oltre che i varietà dei miei colleghi (almeno una puntata), Report, Porta a Porta e, quando voglio svagarmi, Cops su FX. La televisione è piena di gente che fa onestamente il proprio dovere. A volte si sa, a volte no. Mi piacciono Conti, Scotti, la Gabanelli, Frizzi, Amadeus, Milo Infante, Andrea Vianello, Simona Ventura, e adoro Pippo Baudo!

Per quanto riguarda il mio percorso lavorativo, mi ritengo soddisfatto di tutte le mie scelte, perché ogni scelta ha avuto alla base una precisa ragione che in quel momento era o sembrava giusta, ma certamente ce ne sono molte che oggi non rifarei.

Il nostro è un mestiere che si fonda su due cose essenziali: forma e contenuto. Chiunque voglia tentarlo deve curare la forma, che vuol dire un aspetto giusto (non necessariamente elegante) ed un buon italiano ed avere delle cose interessanti o intelligenti da dire. Essere incolori o sciatti e parlarsi addosso è una garanzia di insuccesso. Cosa bisogna fare per arrivare al cuore dei più giovani e per non deludere le aspettative dei telespettatori? I più giovani rappresentano il pubblico più difficile perché sono svegli, istintivi e non si fanno turlupinare. Un trombone (vecchio o giovane che sia), non ingannerà mai dei ragazzi con la falsità o la retorica. Quindi, l’unica cosa è essere se stessi e sperare di essere apprezzati. Non bisogna fingere o cercare di arruffianarsi il pubblico. Tutti coloro che svolgono un lavoro hanno in cuor loro la speranza che quello che fanno sia utile agli altri. A noi, che facciamo parte del mondo dello spettacolo, non lo chiedono mai, ma io mi sento fiero ogni volta che qualcuno mi ringrazia per un sorriso o una riflessione.

 Giancarlo Magalli
Presentatore Televisivo

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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