Storia e comunicazione

Nel corso dei millenni la capacità di comunicare si è rivelata decisiva per il progresso culturale dell’uomo, ed è per questo che la scoperta di ogni strumento utile a migliorare le modalità di comunicazione o di divulgazione delle informazioni ha trasformato la società del passato tanto da condizionare profondamente quella del presente. La scrittura è stata la prima tecnologia della comunicazione sviluppata dall’umanità, e rappresenta una delle sue più importanti conquiste, in quanto ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di civilizzazione dell’uomo (i primi graffiti incisi sulle rocce risalgono a circa 35.000 anni fa. Dapprincipio, ad ogni simbolo corrispondeva un concetto; successivamente alcuni tra i simboli più in uso cominciarono ad essere adoperati per identificare le prime sillabe delle parole che esprimevano il concetto stesso, fino a quando, intorno all’ottavo secolo a.C., con i Greci, si ultimò l’evoluzione della scrittura e si giunse ad utilizzare il primo alfabeto completo). Molto più tardi, verso la metà del 1400, grazie alla straordinaria invenzione della stampa a caratteri mobili (particolare tecnica che permette, partendo da un’unica matrice, di riprodurre uno scritto o un disegno in un numero illimitato di copie identiche), sarà Johann Gutenberg a segnare il secondo importante passaggio della storia delle tecnologie della scrittura. La stampa a caratteri mobili determina un’incredibile diffusione del sapere che, nel diciottesimo secolo, viene ancor più ampliata grazie alla nascita dei primi giornali periodici di informazione. La società del tempo si appresta a vivere importanti mutamenti sociali, questo perché tutti cominciano a capire che è possibile esprimere giudizi in merito a fatti culturali e, perché no, anche politici. Dapprima titubante, ma ben presto sempre più forte e chiaro, si fa largo il concetto, fino ad allora inesistente, di “opinione pubblica”.

Si arriva così all’Ottocento, periodo in cui la storia dei mezzi di comunicazione si lega allo sviluppo tecnologico ed industriale.

Nel decennio che va dal 1830 al 1840, l’invenzione del telegrafo elettrico rende possibile la trasmissione di un segnale a distanza in tempo reale, ed è così che l’uomo realizza ciò che soltanto poco prima sembrava fantascientifico: la telecomunicazione. Sono anni d’oro dal punto di vista dell’innovazione; lo stupore raggiunge l’apice quando Louis Daguerre sviluppa la fotografia e, poco più tardi, quando Graham Bell brevetta niente meno che il telefono! Nel 1895, a suscitare incredulità sono i fratelli Lumière, il cui genio creativo consente lo sviluppo di un sistema per la realizzazione e la riproduzione di immagini in movimento: nasce il cinema. Il progresso è inarrestabile e nel 1920, grazie alle ricerche eseguite dal connazionale Guglielmo Marconi sulla trasmissione di suoni a distanza mediante la modulazione di onde elettromagnetiche, negli Stati Uniti prendono il via le prime trasmissioni radio. Soltanto dieci anni dopo iniziano i primi esperimenti di trasmissione a distanza di immagini in movimento mediante onde elettromagnetiche, esperimenti che nel 1936 permettono alla BBC di inaugurare il primo servizio di trasmissioni televisive. Nel 1945 è la volta di ENIAC, il primo computer sviluppato all’Università della Pennsylvania come progetto militare. Tredici anni dopo, il Governo degli Stati Uniti decide di creare un istituto di ricerca denominato ARPA, il cui compito è quello di cercare una soluzione alle problematiche legate alla sicurezza nella rete di comunicazioni militari. Per tutti gli anni Settanta ARPAnet si sviluppa in ambito universitario e governativo, e a partire dal 1974 prende il nome di Internet. Con la caduta del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, Internet perde la sua funzione originaria e comincia ad esser messo a disposizione di tutti, anche perché in quel periodo il mondo assiste alla nascita del primo modello di Personal Computer: l’Intel 8088, un “macinino” inconsapevole che avrebbe fatto storia. È proprio grazie alla venuta dei PC che i componenti della comunità scientifica iniziano a scambiarsi informazioni, dati e anche messaggi che nulla hanno a che vedere con l’attività lavorativa o di ricerca: nasce così, in maniera quasi automatica, spontanea, l’e-mail, la posta elettronica.

Nei primi anni novanta si assiste ad un vero e proprio boom di Internet ed è proprio in quegli anni che fa il suo esordio una nuova architettura in grado di semplificare notevolmente la navigazione: si tratta della World Wide Web. La nascita del WWW introduce, di fatto, un mezzo innovativo per la diffusione delle informazioni: si è giunti così, quasi senza rendersene conto, all’era dell’informazione digitale. In sintesi, questa è la storia di molto di ciò che oggi fa di noi uomini evoluti, moderni. E’ la storia di quei media che hanno lasciato il segno, che hanno creato cambiamenti culturali profondi, così profondi da farci sentire il bisogno di capire quanto siamo influenzati da essi ed in che misura ne siamo dipendenti. In realtà, quello che, forse, oggi preoccupa di più, è capire in quale misura ne sono dipendenti le nuove generazioni. E’ vero che i giovani del nostro tempo vivono solo di tecnologia o si tratta di leggende metropolitane? Risposte interessanti ci vengono dalla Onlus Telefono Azzurro e dall’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali, senza fini di lucro). Dal 2000, Telefono Azzurro, in collaborazione con Eurispes, ogni anno prende in esame modi di vivere, abitudini e preferenze dei minori del nostro Paese e li rende noti attraverso quello che viene chiamato: Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Si tratta di una pubblicazione che regolarmente, oltre ad interessanti analisi socio-statistiche relative al mondo dei bambini e degli adolescenti in Italia, offre importanti spunti di riflessione che consentono di individuare eventuali settori problematici, ma soprattutto che permettono di apportare modifiche e miglioramenti laddove risulta necessario (settori in crescita).

Secondo i dati messi in evidenza dall’ottavo Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, presentato a novembre 2007, sono tre le attuali emergenze a cui la nostra Società è tenuta a far fronte. La prima è data da un numero incredibile di bambini che scompaiono a cadenza quasi regolare (a maggio 2007 in Italia si era raggiunta la cifra di ben 11.941 minori scomparsi); la seconda è costituita da episodi di bullismo sempre più frequenti e sempre più violenti (il   35,6% degli adolescenti ammette di subire provocazioni, il 25,8% di essere vittima di torti immotivati, il 10,8% di sopportare minacce, il 5,5% di ricevere delle percosse, ed infine il 3,8% dei bambini e il 9,4% degli adolescenti asserisce di essere vittima del cyberbullismo, ovverosia una particolare forma di prevaricazione che si compie on line). Ultima, ma non certo da sottovalutare, è proprio la problematica causata dall’eccessiva dipendenza – in molti casi potremmo definirla ossessione – che i ragazzi hanno nei confronti delle nuove tecnologie. Adolescenti vittime, quindi, di internet e di sofisticati telefonini? Sembrerebbe proprio di sì dal momento che il 65,3% dei giovani è un assiduo frequentatore di YouTube ( e va alla ricerca di film porno che hanno come protagonisti solo giovanissimi, tanto per fare un esempio) e addirittura il 70 % dei ragazzi possiede un cellulare (parecchi ne fanno uso già ad 8/9 anni) ed è fornito, inoltre, anche di playstation, iPod, webcam e via dicendo. Si tratta di strumenti che sempre di più catalizzano l’attenzione dei giovani e dei bambini e che diventano per loro l’unico modo per comunicare, per non sentirsi soli o diversi dalla massa. Prova ne sia che un adolescente su tre trascorre più di 4 ore al giorno al cellulare, mentre un bambino su 10 occupa lo stesso tempo davanti alla televisione. Ma dove sono i genitori, quando accade tutto questo? Il 64% degli intervistati ha candidamente dichiarato di non subire alcun controllo per quanto riguarda la televisione ed un altro 50% di essere lasciato assolutamente libero di gestire internet come crede. Se la tv comporta dei rischi (violenza, pornografia), che dire di quanto può accadere in rete? Il 12,3% degli adolescenti intervistati ha ammesso di avere incontrato dal vivo persone di sesso opposto conosciute tramite chat ed il 5,7% di aver avuto con esse un rapporto sessuale. Non sono pochi, il 15,9%, neanche coloro che attraverso Messenger (la chat più usata perché gratuita) hanno confessato di aver risposto ad imbarazzanti domande a sfondo sessuale, senza aver poi avuto il coraggio di denunciare l’accaduto ai genitori.

Cinzia Lacalamita
Scrittrice, segretaria di Iridsa Istituto di Ricerca Internazionale
sul disagio e la salute nell’adolescenza

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi