Il grande business dell’immondizia

Ci sono comuni costretti a pagare milioni di euro l’anno per spedire i propri camion pieni di rifiuti verso lo smaltimento in altri comuni d’Italia ed anche che esiste il turismo dei rifiuti, ossia treni che viaggiano tutto l’anno con carichi nocivi senza una destinazione definitiva. Ancora, sono state scoperte discariche occupate da rifiuti altamente pericolosi e qualche Stato straniero Ë disposto a liberarci dai nostri rifiuti per poterli trasformare in energia, come invece sarebbe auspicabile facessimo noi

In questi giorni non si fa altro che parlare del problema dei rifiuti in Campania: televisioni, giornali, riviste, internet ed altro. E’ curioso al riguardo navigare in rete e scoprire come nei blog la gente esprima quasi sempre e con veemenza il proprio dissenso sulla questione e proponga dei rimedi. E’ ovvio condividere il disprezzo per una situazione tanto esasperata, ma a mio parere non si può condividere la valutazione del problema quando ci si limita a considerarne gli effetti. C’è chi liquida la questione come tipica di una certa popolazione, chi invece attribuisce le colpe di tutto alla malavita locale e chi per la disperazione nei luoghi interessati rimedia dando fuoco all’immondizia causando più danni della stessa situazione di partenza. Al di là di quelle che sono le ragioni storiche che da sempre dividono l’Italia in due, rimane il fatto che l’uomo di oggi sembra aver perso completamente il contatto e il rispetto dell’ambiente nel quale vive e dal quale trae il suo primario sostentamento. Nell’era del consumismo portato all’eccesso è impensabile non considerare le conseguenze delle nostre abitudini. Quanti tra noi si chiedono che fine fanno tutti i rifiuti che produciamo (e non sono pochi)? Quanti sono quelli che ogni giorno s’impegnano diligentemente a differenziarli? Quanti di noi sollecitano i propri comuni ad adoperarsi perché la raccolta differenziata sia effettivamente possibile?  Quanti si preoccupano di sincerarsi sulla destinazione finale ed effettiva di tutti questi rifiuti ?E’ vero, spesso le informazioni in nostro possesso non sono poi molte: ma perché non le pretendiamo prima che i problemi diventino tristemente eclatanti?In questi giorni, e mai come adesso, chiunque può apprendere sul fenomeno numerose notizie, ed anche molto dettagliate, quali ad esempio quella che ha fatto ottenere ad un comune in Veneto la menzione di Legambiente per essere all’avanguardia nello smaltimento dei rifiuti – e che al contrario altri comuni della stessa regione presentano ancora difficoltà in questo senso. Ma si può anche scoprire che ci sono comuni costretti a pagare milioni di euro l’anno per spedire i propri camion pieni di rifiuti verso lo smaltimento in altri comuni d’Italia ed anche che esiste il turismo dei rifiuti, ossia treni che viaggiano tutto l’anno con carichi nocivi senza una destinazione definitiva. Ancora, che sono state scoperte discariche occupate da rifiuti altamente pericolosi, che qualche Stato straniero è disposto a liberarci dai nostri rifiuti per poterli trasformare in energia, come invece sarebbe auspicabile lo facessimo noi.

E purtroppo neanche nel resto del mondo va meglio:  anche qui si scopre o si riscopre che per il deposito degli scarti di Stati più “civilizzati” da sempre si sfruttano i soliti Paesi poveri oppure che nello spazio vagano altri nostri rifiuti e così via, e la lista di informazioni sull’argomento è lunga. Tutte informazioni che sono assolutamente utili ma che avremmo dovuto pretendere prima, senza invece nasconderci la realtà come abbiamo fatto: proprio per evitare di arrivare a simili situazioni. Il caso della Campania è emblematico perché anche se vi concorrono varie concause come l’elevato numero di abitanti e le famose infiltrazioni camorristiche che nelle commistioni con alcuni rappresentanti dello Stato annullano quasi del tutto ogni forma di reazione dei cittadini per la tutela dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla salute, può essere comunque utile per farci riflettere sui falsi miti di questa epoca. Falsi miti che vengono proposti ed esaltati dai mass media e che ci spingono verso il culto esagerato dell’immagine ad ogni costo, del dio denaro e dell’ individualismo assoluto. Non è difficile verificarlo osservando i programmi televisivi di questi anni che sempre di più portano ad un appiattimento delle coscienze in questa direzione. Ed allora sembrano ancora più ridicole, lontane ed anacronistiche quelle frasi lette sui libri di storia come “l’amore per la Patria”, “il valor civile”, “l’onore”. Frasi che effettivamente risultano superate dai tempi ma che in ogni caso ci danno la misura di quanto i valori siano oggettivamente cambiati. Secondo il mio parere alcuni andrebbero recuperati e rivisitati come quello del bene comune, dell’educazione civica e del sentirsi realmente orgogliosi di appartenere al proprio Stato. Una cosa quest’ultima che credo sia diventata quasi del tutto utopica stando ai fatti. E’ evidente che da un bel po’ di tempo anche chi ci governa e rappresenta alla fine é stato influenzato da quegli stessi falsi miti. Ecco che allora le informazioni arrivano oggi anche per questo. Si scoprono finalmente i nomi di chi ha contribuito al disastro partenopeo. Informazioni utili ma che spingono a qualche ultima domanda. Oggi che siamo tanto informati abbiamo capito realmente la portata del problema? Siamo diventati davvero consapevoli del fatto che se usiamo delle discariche con rifiuti indifferenziati oltre ai problemi di disponibilità del territorio, d’inquinamento diretto della zona interessata, dell’aggravio dell’effetto serra, dovremmo aspettare tra i 300 e i 1000 anni per annullare il problema, e che invece usando gli inceneritori per i materiali non riciclabili saremmo comunque costretti ad accettare una percentuale di sostanze nocive nell’atmosfera? Prevarrà ancora dopo i fatti recenti il solito disinteresse ? Una cosa è purtroppo certa: se il problema sarà sottovalutato o gestito in maniera inadeguata il rischio non sarà di poco conto. Il rischio sarà che nel nuocere all’ambiente alla fine anche tutti noi ne saremo globalmente coinvolti in un tragico effetto domino.

Giovanna Dovere

 

 

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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