Lavoro ad alto rischio

Il colore bianco, simbolo per noi Occidentali di purezza, misticismo e verginità, in alcuni paesi asiatici rappresenta, invece, il colore del lutto.

Tuttavia, anche nella nostra cultura, l’aggettivo “bianco” sta cominciando ad assumere un’accezione negativa. Basti pensare alla tratta delle bianche, alla lupara bianca, ai matrimoni bianchi e non da ultimo, alle morti bianche che sempre più spesso fanno tremare il cuore.

In realtà, la morte è sempre nera, perché nero è il lutto ed il dolore di una vita stroncata  per guadagnare il sostentamento e produrre economia altamente retributiva per pochi.

La strage dei lavoratori tocca nel profondo l’intera comunità perché quella che oggi è  una vittima a noi sconosciuta, domani potrebbe portare il nome di nostro figlio, nostro marito o nostra moglie. Siamo, quindi, tutti in lutto: sofferenti e sbigottiti davanti al dolore. Il dolore possiamo permettercelo, ma non dobbiamo lasciarci sopraffare da esso. Abbiamo il dovere di denunciare, testimoniare, agire con assunzione di responsabilità contro questi omicidi, che molto spesso hanno poco a che fare con termini quali “disgrazia” o  “fatalità”.

I lavoratori non svolgono le proprie mansioni solo per guadagnarsi da vivere, ma anche  per creare e mantenere l’economia di questa Società. Come mai, allora, la Società risponde senza neppure riconoscere la doverosa tutela della vita sul posto di lavoro?

Abbiamo delle leggi che sulla carta offrono soluzioni più che valide, tuttavia non  vengono applicate e proprio per questo, dobbiamo trovare il coraggio di  denunciare  ed accusare ciò che riguarda e coinvolge il singolo perché in realtà, coinvolge tutti noi.

Nel nostro Paese c’è un lavoro ad  alto  rischio che non ha la forza dei grandi numeri e proprio per questo viene raramente ricordato: la guardia giurata. Chi sceglie questo mestiere presta un servizio che implica la vigilanza di luoghi in cui il pericolo è sempre in agguato. Le guardie giurate evitano il taccheggio, trasportano valori, sono mal pagate e sottoposte a turni che spesso non osservano i normali tempi di riposo, spesso sono utilizzate come ausiliari della forza pubblica ed hanno la responsabilità della difesa di luoghi e persone. Si tratta di uomini e donne che affrontano con competenza ed onestà, siglata da formazione e da firma del prefetto, una professione che spesso da come unica garanzia il contratto a tempo indeterminato.

Se li vedete davanti ad una banca, fermi in piedi per ore, con il sole o con il freddo, protetti da un giubbotto anti proiettile che a  poco serve, considerata la recente morte di uno di loro durante  un assalto di un furgone porta valori, rivolgetegli un sorriso,un grazie.

Maria Rosa Dominici
Psicoterapeuta, consigliere onorario Corte d’Appello di Bologna, sezione minori,
membro della New York Academy of Sciences

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

Rispondi