L’orco è fuori dalle favole

800 milioni di bambini nel mondo sono prima rapiti e poi venduti, violati, sfruttati; avviati all’accattonaggio, al furto, alla guerra, al lavoro forzato; coinvolti nel traffico delle adozioni, della prostituzione o nel traffico di organi. Merce preziosa perché facilmente vendibile, affittabile, riciclabile e soprattutto condizionabile. Un giro d’affari di milioni di dollari presente in tutte le nazioni del mondo e in tutte le classi sociali. Un dramma che anche nei paesi civilizzati della comunità europea coinvolge migliaia di bambini: nel 2005 in Europa sono spariti 2.438 minori, nel 2006, solo in Italia, 1698 bambini e 339 di questi sono tutt’oggi irrintracciabili.

Nel nostro paese questo fenomeno coinvolge maggiormente i ragazzi adolescenti che spesso si allontanano volontariamente dal loro domicilio, ma non è da sottovalutare la scomparsa di bambini con meno di 10 anni. Molto spesso in questi casi è avvenuta una sottrazione da parte di uno dei coniugi durante una separazione conflittuale o sono stati entrambi i genitori che hanno reso irreperibile il minore per evitare una sentenza di affido in istituti di accoglienza. Molti sono gli episodi di “fughe” dalle comunità per tornare presso le famiglie di origine o i “rapimenti” organizzati dalle famiglie stesse che vogliono riprendere i bambini affidati a terzi. Ci sono poi gli abusi sui minori stranieri non accompagnati esclusi e nascosti alla società. Ma gli episodi più drammatici riguardano la tratta minorile, le adozioni illegali, il coinvolgimento nel mercato della pedopornografia e del traffico d’organi, tutti business da milioni di dollari l’anno.

Le forze dell’ordine, grazie al “CED-Interforze” e all’”Interpol”, riescono la maggior parte delle volte (80%) a risolvere il caso, ma il 20% dei bambini, a distanza di un anno, non vengono ritrovati. Ed allora le famiglie rimangono in attesa di una notizia, di una piccola speranza cercando di non pensare ai crimini aberranti in cui i loro figli possono essere stati coinvolti. I giorni, i mesi e gli anni passano e la vita dei genitori di questi bambini rimane incarcerata alla ricerca di ogni minimo segno, non solo della loro esistenza in vita, ma anche del destino loro toccato, qualunque esso sia stato. E, mentre il dolore di questi genitori non trova conforto e le statistiche evidenziano come questo dramma in Europa sia in rapida crescita, si cerca di analizzare le motivazioni che permettono l’esistenza di quel 20% di bambini mai trovati. Già nel 2003 il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia aveva espresso preoccupazione nelle sue osservazioni conclusive indirizzate all’Italia. Oggi le competenze in materia di infanzia e adolescenza sono divise in vari dicasteri (Ministeri di Giustizia, Esteri ed Interni e commissioni parlamentari); forse troppi e in ogni caso sarebbe di estrema rilevanza un coordinamento adeguato sia tra gli organi governativi che fra e con le Regioni.

Appare poi quantomeno discutibile il fatto che il nostro ordinamento non preveda pari dignità processuale fra vittime (soprattutto quando si tratta di fanciulli) e autori del reato, che il Tribunale dei Minorenni non abbia competenza in caso di scomparsa di minori e soprattutto che il nostro codice penale preveda per il “sequestro di minore” una pena inferiore a quella prevista per il furto aggravato di un bene materiale. Sarebbe quindi necessaria una forte presa di posizione politica ed istituzionale in modo che il legislatore istituisca una nuova figura di reato per la tutela dei bambini privati della libertà. L’orco delle favole non abita più nel bosco misterioso, si è spostato nelle nostre città, nelle nostre strade nell’immensa palude della rete globale. Diventando adulti abbiamo pensato che i racconti terribili e paurosi che accompagnavano la nostra infanzia fossero solo espressioni educative e pedagogiche. Invece l’orco è dentro uomini reali che come vampiri succhiano la vita dei bambini, bambini entrati in favole tremende, favole dalle quali, anche a causa nostra, non riescono più ad uscire.

di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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