H2O: la formula della pace nel mondo

Molti conflitti oggi derivano dall’annosa lotta per l’accesso sicuro e permanente all’acqua. Solo un esempio, il più noto a tutti: il grande conflitto arabo-israeliano. Non è da superficiali dire che esso affonda le radici nelle tensioni che riguardano questo problema.

 

Acqua e pace nel mondo. Sembrano due concetti apparentemente non strettamente connessi, almeno nel nostro immaginario collettivo avulso dai problemi dei Paesi del resto del pianeta e condizionato dallo stato di benessere che caratterizza il cosiddetto mondo civile al quale ci pregiamo di appartenere. Il 22 marzo scorso, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua indetta dall’Onu, sono state spese tante parole, lanciati allarmi, ma nulla o quasi è stato mai messo in campo. Dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il coro è stato unanime: occorre una strategia comune contro il rischio siccità.

Un problema tra l’altro, che prima o poi toccherà anche l’Italia, sempre più interessata da un clima africano, almeno a sentire gli esperti che in più di un’occasione hanno avuto modo di pronunciarsi sul tema. Certo, se il rischio siccità inizia a toccare anche i Paesi del mondo civile vuol dire che bisogna proprio fare qualcosa, bisogna fare i conti con le riserve d’acqua disponibili, ristrutturare le reti idriche colabrodo che permettono uno spreco esagerato di quello che oramai è stato definito “l’oro blu”.

Ma le implicazioni legate alla scarsità dell’acqua sono più ampie e vanno ben al di là della natura meramente ambientale. E qui veniamo all’associazione di questo importante elemento della natura con il tema della pace nel mondo. Molti conflitti oggi derivano dall’annosa lotta per l’accesso sicuro e permanente all’acqua. Solo un esempio, il più noto a tutti: il grande conflitto arabo-israeliano. Non è da superficiali dire che esso affonda le radici nelle tensioni che riguardano il tema dell’acqua. Le immagini viste in tv qualche anno fa, in cui si facevano vedere dei pozzi situati nella Palestina e s t r e t t a m e n t e sorvegliati dalla polizia israeliana per impedirne l’accesso ai p a l e s t i n e s i , sono fin troppo eloquenti.

Oggi si sta lavorando per la pace tra questi due stati, Israele e Palestina, ma ancora non è stato risolto il problema della gestione delle risorse idriche nella zona. E quale popolo accetterebbe di convivere con un altro in maniera pacifica se è privo persino di accesso ad un elemento della natura fondamentale per la sopravvivenza? Come sanare le tensioni, se la stessa mancanza di disponibilità idrica rappresenta un ostacolo allo sviluppo? L’impedimento all’accesso dell’acqua pulita, è chiaro che rappresenta una delle ragioni per cui uno dei tanti conflitti nel mondo rimanga ancora irrisolto. La carenza di risorse idriche è un grave fattore di povertà, è evidente, poiché rende difficile e dunque insufficiente la produzione agricola provocando quindi la fame negli Stati poveri del mondo.

Nei Paesi sottosviluppati le persone impiegano ore ed ore per cercare e trasportare acqua, con una tremenda perdita economica che li tiene incatenati alla povertà. Siccità e sottosviluppo si rincorrono. Per non parlare della salute di queste popolazioni. Le gravi epidemie, come il colera, sono provocate da un’insufficiente disponibilità e depurazione d’acqua. Allora non devono stupire i dati che ogni anno l’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’Unicef puntualmente ci presentano. Secondo un rapporto pubblicato da un ricercatore che ha studiato le cause delle malattia connesse all’uso dell’acqua, più di un miliardo e mezzo di persone nel mondo ogni anno sono colpite da malattie legate alla carenza di acqua.

Secondo lo studioso, la mancanza d’acqua provoca 12 milioni di morti all’anno, vuol dire che ogni minuto di ogni giorno 22 persone muoiono perché non possono avere acqua a sufficienza. Secondo i dati di un recente rapporto dell’Onu sull’infanzia, oltre un milione di bambini a causa dell’insufficiente accesso all’acqua potabile e alla mancanza di servizi igienici, muoiono per malattie diarroiche. Come è ancora possibile, viene da chiedersi, che nel ventunesimo secolo, quando parte dell’umanità ha raggiunto livelli di sviluppo un tempo inimmaginabili, miliardi di persone continuino ad avere difficoltà nell’accedere all’acqua pulita?

Eppure se si vanno a leggere le caratteristiche fisico-geologiche di alcuni di questi Paesi si scopre che anche il loro sottosuolo è ricco di risorse, ma il sottosviluppo non gli consente di utilizzarle ed esse restano sottosfruttate. Ma intanto miliardi di persone muoiono di sete e le implicazioni delle carenze idriche provocano tensioni e conflitti, che alla fine coinvolgono tutti. Allora la pace nel mondo davvero non sarà neppure lontanamente pensabile fin quando non si realizzerà un’equa distribuzione almeno delle risorse primarie tra le popolazioni del nostro Pianeta.

Emanuele Caldarera
Direttore Generale Ministero della Giustizia,
Dipartimento Giustizia Minorile

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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