Il grande equivoco

Mariolina Sattanino

Il divieto di far sfilare modelle con una massa corporea inferiore a un certo limite serve certamente a tutelare chi fa quel lavoro: alcune modelle sono morte per anoressia. Ma le top, le vere top model, generalmente non sono affatto anoressiche. Sono invece stupende ragazze molto longilinee e molto in forma che certo staranno perennemente attente alla linea. Ma stare a dieta non significa essere anoressica

Per fortuna non ingrasso facilmente. Non sono una di quelle persone che guardano una pizza e prendono mezzo chilo e non riesco proprio ad “abbuffarmi”; mi piace mangiare e sono golosa, adoro i dolci ma non mangio mai troppo oltre la mia fame e se esagero è il fisico a chiedermi una pausa. Naturalmente se mangio troppo ingrasso, come tutti, e siccome odio sentirmi soprappeso (davvero odio), a tavola sto quasi perennemente attenta. Detesto il mio grasso, non quello degli altri, anzi confesso che negli uomini la pancetta non mi dispiace affatto. Cosi in embrione non escludo di aver avuto una tendenza all’anoressia e comunque ne capisco e ne ho provato i meccanismi psicologici, quella sensazione di essere totalmente padrona del proprio corpo, quella esaltazione che attraverso il digiuno ti fa sentire come se tenessi tutto sotto controllo: te stessa, gli altri, il mondo intero. Amori, dolori, frustrazioni, fatica, odio verso chi ti sta intorno a cominciare dalla famiglia. Tutto può essere apparentemente gestito attraverso il rifiuto del cibo, dimostrazione di forza e nello stesso tempo minaccia di sottrazione totale. Un’enorme vendetta contro chi non ci ama o ci ama troppo, contro un mondo che non ci ha dato o ci ha tolto quello che volevamo, in ultima analisi una vendetta contro se stessi. Ho provato consapevolmente questa sensazione intorno ai venti anni, quindi molto tardi rispetto all’età in cui in genere si scatena la malattia. Andavo all’Università e attraversavo un momento familiare non particolarmente doloroso ma certamente difficile, complicato, in cui mi attribuivo delle responsabilità improprie. Solo molto, molto più tardi ho imparato a difendermi, a non soffocarmi di sensi di colpa che nulla avevano a che vedere con la realtà e a tutelare me stessa per essere pronta a tutelare chi, venuto dopo,aveva davvero il diritto di essere tutelato: mio figlio. Così quando è esplosa la polemica sul modello estetico di estrema magrezza proposto dagli stilisti di moda con la richiesta, prima in Spagna poi da noi, di non far sfilare modelle con una massa corporea inferiore a un certo limite per non spinger le ragazzine verso una china pericolosa mi sono sentita coinvolta personalmente e mi sono chiesta se fossi d’accordo. Sì e no, ma direi più no che sì. Mi spiego: il divieto serve certamente a tutelare chi fa quel lavoro: alcune modelle sono morte per anoressia. Ma le top, le vere top model, generalmente non sono affatto anoressiche, sono invece stupende ragazze molto longilinee e molto in forma che certo staranno perennemente attente alla linea: ma stare a dieta non è, appunto, essere anoressica.

Del resto se il modello estetico fosse davvero così prepotente il mondo occidentale sarebbe pieno di magri, mentre sappiamo che sono di gran lunga più numerose le persone soprappeso. Allora sì, assolutamente sì ai limiti di età. È vergognoso far sfilare bambine di 13 anni. Sì anche coinvolgendo i grandi stilisti a un controllo della vita e della salute di queste ragazze, troppo spesso lontane dalle famiglie, sottoposte a ritmi massacranti, a rischio droga e prostituzione. Ma cerchiamo sé e per sé. Quello che invece andrebbe fatto da parte di tutte noi, a cominciare dalle donne impegnate in politica, sarebbe una sorveglianza capillare su tutti gli episodi di discriminazione, di disprezzo, di insulto sulla base dell’aspetto fisico. Le donne sono la grande maggioranza ma non dimentichiamo che esistono anche uomini anoressici. A tutti gli adolescenti la società dovrebbe dire curati, migliorati, coltiva le tue ambizioni ma la bellezza non è un valore assoluto, è solo un dono come altri: l’intelligenza, la simpatia, la gioia di vivere valgono altrettanto. Accompagna la natura ma non sognare di piegarla, è troppo pericoloso.

Mariolina Sattanino
Giornalista, corrispondente Rai da Bruxelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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