La legge del più forte

Bullismo, mobbing, nonnismo, non sono altro che manifestazioni simili dell’uso o meglio dell’abuso del potere o della forza a scopo intimidatorio o persecutorio verso chi è più debole. Caratteristica questa purtroppo intrinsecamente legata al genere umano e giustificata da alcune spiegazioni evoluzionistiche che sfociano nel razzismo biologico. Un modello comportamentale che, anche se non sempre estremizzato, risulta però da sempre presente, in ogni classe sociale, nella scuola come nel lavoro, nelle associazioni sportive come in quelle umanitarie, nella vita di paese come in quella delle grandi metropoli, nella politica e nella religione. Un fenomeno accentuato ed esasperato da situazioni familiari ed ambientali problematiche, da modificazioni nel corretto concetto di sé, dall’uso di alcol e di sostanze psicoattive, dall’innescarsi di dinamiche di gruppo alterate. Meccanismi questi che spingono l’individuo verso comportamenti devianti ed antisociali che permettono la nascita del branco nel quale i singoli perdono le capacità critiche e mantengono solo il senso di appartenenza ad un’identità collettiva dominata dalla passiva accettazione degli eventi e dall’impulsività delle azioni.

Benché i soggetti coinvolti siano prevalentemente maschili, cominciano ad evidenziarsi episodi di “branco” con elementi di rilievo femminili (15%), dove la prevaricazione si manifesta in maniera più subdola, più psicologica che fisica. Le ultime ricerche in Italia rilevano inoltre come nel 45% già i bambini delle scuole elementari e il 25% delle medie inferiori siano coinvolti in episodi riconducibili a prepotenza ed abuso verso i compagni più deboli. Oltre il 70% di un campione di adolescenti intervistati, ammette di aver praticato atti di aggressione verbale psicologica o fisica ai danni di studenti più giovani o “deboli” che, incarnando in maniera persistente lo stato di vittima, rischiano quadri patologici con sintomatologie anche di tipo depressivo, fino agli estremi del suicidio. Per questo motivo la Commissione Giustizia della Camera ha dato il consenso allo svolgimento di un’indagine conoscitiva sul bullismo per ottenere le informazioni necessarie a comprendere se e come il legislatore possa intervenire per abbassare l’imputabilità dei minori dai 14 ai 12 anni. Ma l’impressione che si ricava da questo quadro è che a fronte di una precocizzazione nei comportamenti di prevaricazione ci sia la necessità di porre l’attenzione al mondo degli adulti che nella scuola, in famiglia, nello sport, in televisione, tramite internet funge da guida e da esempio. Un mondo intriso di ambizione, autoritarismo e potere dove poco spazio viene lasciato alla compassione. Un mondo dove la prepotenza viene rappresentata come unico elemento vincente. Un mondo che sembra non vedere gli ultimi 2000 anni del genere umano in cui “l’evoluzione” ha favorito le società capaci di dialogo e comprensione a discapito di quelle che hanno applicato la legge del più forte.

Di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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