Surrogato d’amore

L’uomo da sempre ha cercato di alleviare le preoccupazioni, l’ansia, la fatica ricercando sostanze in grado di dare sensazioni piacevoli, migliorare il tono dell’umore. Il papavero, la canapa, il tabacco, la coca, il caffé, i cactus e i funghi allucinogeni e le bevande alcoliche da tempo immemorabile sono state utilizzate per superare le difficoltà della vita. Ma proprio a causa della dipendenza che queste sostanze provocano e degli effetti non ben spiegabili le opinioni sulla regolamentazione per l’uso e la commercializzazione non sono mai state univoche. Spesso considerate espressioni demoniache alcune di queste vennero riabilitate come la cocaina che nel 1884 S. Freud raccomandava come panacea per una varietà di malattie, non ultima la sindrome depressiva. L’oppio spesso utilizzato nell’antica Roma venne bandito dalla Santa inquisizione per poi essere ripreso nel XIX secolo come bevanda in forma di Laudanum, un elisir di oppio e alcool acquistabile a prezzo modico quasi ovunque. E proprio dall’oppio venne tratta la morfina che portò prima alla sintesi dell’eroina e poi alla creazione delle nuove droghe come l’LSD o il MDMA. Oggi sul “mercato” si possono trovare sostanze deprimenti come gli oppiacei, i barbiturici e i tranquillanti; droghe stimolanti, quali cocaina, anfetamine, ecstasy, crack, caffeina e farmaci antidepressivi; droghe allucinogene tra i quali la canapa indiana e l’LSD. Negli ultimi decenni l’uso e l’abuso di tali sostanze ha creato problemi medici e sociali di non facile soluzione. Numerosi sono gli effetti patologici che si riscontrano nel sistema nervoso, immunitario, endocrino e cardiovascolare e costante è la “sindrome amotivazionale” caratterizzata da apatia, tristezza, compromissione del giudizio, della concentrazione e della memoria. Attualmente la maggior parte della popolazione mondiale adulta ingerisce alcool occasionalmente e caffeina quotidianamente, un adulto su tre assume abitualmente nicotina ed un numero inferiore, ma non trascurabile, tranquillanti e o psicostimolanti, marjuana, oppiacei, allucinogeni, ecc. Ogni anno in Italia il consumo di sostanze stupefacenti aumenta come aumenta la percezione della loro pericolosità: un quadro che emerge dalla Relazione al Parlamento del 2005 sullo stato delle tossicodipendenze presentata dal Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero. Dal 2001 al 2005 gli italiani che hanno fatto uso di cannabis sono raddoppiati (da 2 a 3,8 milioni) come pure i consumatori di cocaina (da 350 mila a 700 mila). E’ triplicato l’uso di allucinogeni e stimolanti, diminuito invece l’uso di eroina. Il comportamento d’uso e abuso è un fenomeno complesso, nel quale fattori biologici e psicologici interagiscono con fattori sociali e politici. Oggi siamo al corrente che un adolescente su due tra i 14 e i 19 anni, ha fatto uso di droghe ma forse ci sfugge un valido metodo preventivo ed informativo per arginare il fenomeno e probabilmente non viene approffondita l’importanza determinante che ha il rapporto tra adolescente e genitore. Ogni anno in Italia 29 mila ragazzi cominciano ad abusare di eroina e 9 mila di cocaina e molte ricerche evidenziano come una attiva relazione tra genitori e figli rappresenta la prima azione preventiva contro la tendenza dei giovani tra i 13 e i 23 anni a sperimentare le sostanze stupefacenti anche sotto l’influenza di amici tossicodipendenti. Per contrastare un fenomeno antico quanto la cultura umana è necessario quindi rafforzare le relazioni parentali ed elaborare ambienti e gruppi solidali nei quali il ragazzo superi il dolore e la solitudine e trovi una risposta al bisogno di amore, amicizia e famiglia…al bisogno di un rapporto umano con la realtà.

di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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