Povia testimonial dei bambini e di SocialNews

“E’ giusto litigare per costruire, non è giusto costruire per poi litigare”. E’ questo il messaggio che Giuseppe Povia mi dice di voler lanciare con le sue canzoni, e con la sua partecipazione all’ultimo Festival di San Remo, intervistato per SocialNews dentro l’Ariston poche ore prima della finalissima. Forse la gente non l’ha ancora capito, ma un vero artista non è uno che va a San Remo a sfoggiare un vestito elegante ed a elargire falsissime dichiarazioni ai giornalisti, dicendo che l’importante è partecipare e non vincere. Un vero artista ha una comunicazione ben precisa da diffondere e per questo motivo vuole vincere. “Anche se sorrido e compongo canzoni ironiche”, mi racconta Povia, “alla fine nelle mie canzoni ci sono delle parole e dei messaggi ben precisi, perchè la mia direzione è quella della famiglia. La famiglia è la cellula della società, e se si ammala questa cellula si ammala la società intera”.

Povia, pensando alla famiglia, si mette subito a parlare del suo incontro con Massimiliano Fanni Canelles. “Ci sono molte cose che mi legano a Max. Anch’io sono convinto che i bambini debbano avere due genitori, a prescindere dal fatto che essi siano separati. Non è giusto che gli adulti magari si facciano prendere da inutili polemiche, litigando su chi dei due tiene il figlio e cercando di negare all’altro la possibilità di vederlo”. Mi parla dell’ultima esperienza vissuta con Massimiliano a Trieste, in occasione della presentazione delle attività della SPES, l’associazione che ha partecipato alla costruzione di un ospedale nel Darfur finanziata dai proventi delle vendite dell’ultimo album dell’artista. “E’ stata una grandissima atmosfera, tanto che io ed il mio agente Gian Luigi, tornando indietro, ci siamo guardati e ci siamo detti: – Conoscere queste persone è una delle più belle cose che ci siano capitate quest’anno, perchè sono persone che lavorano con il cuore!”.

L’esperienza che più lo ha emozionato è stata la visita all’ospedale Burlo Garofolo, dove è stato a trovare i bambini malati di leucemia. “Le persone che lavorano con questi bambini sono persone meravigliose, e mi hanno comunicato una forza interiore davvero grandiosa. Ci vuole una forza incredibile a lavorare a contatto di queste realtà”.

Povia è una  persona che per la sua umanità, la sua semplicità, la sua spontaneità merita di vincere questa edizione del Festival. “Ma in un certo senso”, continua Povia, “ho già vinto. Ieri infatti ho potuto esibirmi con un artista che è nella storia della musica italiana, Francesco Baccini. Quest’anno è stato escluso dal Festival di San Remo con un pezzo che avrebbe sicuramente vinto”. Non mi è difficile immaginarlo. Infatti ho avuto modo di conoscerlo e di rendermi conto che si tratta, oltre che di un grande artista, di un’altra meravigliosa persona. Felicissimo di ricevere una copia di SocialNews, infatti, inizia a parlare a ruota dell’importanza dell’informazione sociale e del ruolo che gli artisti dovrabbaro avere in questo tipo di comunicazione, prima quasi che abbia il tempo di fargli le mie domande. “Mi sono occupato molto di volontariato in 10 anni di lavoro nella Nazionale Cantanti”, inizia Baccini, “e nelle mie canzoni ho toccato diverse volte temi di valenza sociale. La canzone “Girotondo”, che uscirà nel mio ultimo disco, parla proprio di questi temi. Immagino che se Dio scendesse di nuovo sulla terra, oggi nessuno lo riconoscerebbe più e forse non arriverebbe neanche a 33 anni. Se la Via Crucis non avesse uno sponsor probabilmente oggi non la riprenderebbero neanche in televisione, e nessuno si accorgerebbe che quello è Gesù Cristo”. Baccini continua spiegando come purtroppo oggi la povertà non fa notizia, e spiega che secondo lui questo succede perchè c’è troppa informazione, e di conseguenza c’è informazione sbagliata. “Le notizie si consumano alla velocità della luce e non si riesce più a distinguere quelle importanti da quelle che non lo sono perchè si sovrappongono di continuo: oggi esce una nuova notizia e non ti ricordi più quella di ieri… è l’effetto pubblicità nella buchetta della posta: quando scendi la mattina ti trovi 50 lettere di pubblicità nella cassetta e non le apri e le butti via, senza sapere che magari una di quelle ti diceva che hai vinto un miliardo! Ecco, la musica può aiutare perchè le canzoni fanno riflettere. Certo, non possono risolvere i problemi, ma almeno sollevare dei dubbi, denunciare delle questioni. La gente passa, le canzoni restano: da questo punto di vista le canzoni possono fare più di 1000 parole…”. Più delle canzoni, più delle parole, forse più della politica, invece, per Baccini può fare il volontariato. “A volte la parola -beneficienza-”, conclude l’artista, “può diventare quasi una brutta parola quando qualcuno la sfrutta per i suoi fini. Tante volte, invece, le cose uno le fa perchè le sente e non va a dire in giro di averle fatte. Se vuoi aiutare qualcuno, non è che devi dirlo ogni volta col megafono. Da questo punto di vista, le associazioni di volontariato sono le cose che probabilmente in questo paese oggi funzionano meglio”. Più delle pubbliche amministrazioni, suggerisco io, che spesso e magari per stupide questioni di appartenenza politica, non contribuiscono nemmeno finanziariamente al sostentamento di molte associazioni che vengono invece entusiasticamente sostenute dai privati con piccole ma importantisime elargizioni.

Martina Seleni

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