L’eredità preziosa di Carlo Alfredo Moro

“Il bambino Lei lo vede più come suddito o cittadino?” Una giorno non tanto tempo fa una persona di grande valore etico e sociale mi avvicinò e mi fece questa domanda. Io perplesso, intimidito e un po’ confuso non seppi rispondere. Ma da quella volta con lui cominciò un rapporto di stima e di mia ammirazione. Attendevo spesso impaziente la risposta ad un email o una telefonata dove le sue parole mi permettevano di chiarire i concetti di etica e morale sulla tutela dell’infanzia che spesso nel nostro paese vengono disattese. Un giorno mi disse: “Ti rendi conto che la nostra carta costituzionale, che segue la linea già tracciata dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, riconosce pari dignità sociale di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali ma non cita espressamente l’eta?” . Leggendo da questa angolatura la nostra tavola dei valori rimanevo attonito nel rendermi conto che nel nostro paese sarebbe stato possibile pensare ad una discriminazione secondo l’età della persona! Capii quindi che il nostro impegno non doveva essere solo finalizzato a tutelare i bambini ma a permettere che essi diventino parte integrante la società, persone con una loro identità con relazioni sociali con doveri e soprattutto diritti.

Quella persona era Carlo Alfredo Moro, un Uomo che ha vissuto un impegno civile ispirato ai grandi valori della tradizione del pensiero cattolico. Un Uomo non più tra noi da pochi giorni che, come il nostro presidente Azelio Ciampi ha detto, e’ stato non solo magistrato, giurista, docente universitario, studioso collaboratore con il Parlamento nella predisposizione di vari progetti di legge, un saggista di grande valore (collaboratore di riviste quali “Il ponte”, “Il mulino”, “Civitas”, Studium”, Humanitas”, e “SocialNews”) ma innanzitutto un sincero amico dei bambini e strenuo difensore dei loro diritti, ovvero dei diritti di ogni essere umano.

Fratello dello statista Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse, nel corso di una prestigiosa carriera nella magistratura, dedicata ai temi della giustizia minorile, ci ha insegnato come l’impegno professionale e umano non può essere slegato ai principi dell’etica. In ottobre quando la malattia della quale mai ha voluto parlare era già avanzata e mentre con tutte le sue forze scriveva per noi il suo ultimo articolo, “Repressione una strada a fondo cieco”, gli chiesi che risposta si aspettava quando mi fece quella domanda il primo giorno che ci siamo conosciuti. Lui dolcemente rispose: “abbiamo costruito la società in funzione di noi adulti senza considerare le esigenze dei bambini che risultano quindi sudditi senza diritti, le città del nostro paese devono essere anche le città dei nostri bambini e dobbiamo quindi dare loro lo spazio per ascoltarli”.

di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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