La “Ruota per l’infanzia senza diritti”

“Tra gli animali ha trovato l’affetto del quale aveva tanto bisogno”, raccontano lo psicologo e l’assistente sociale che hanno preso in cura Axel, un bambino cileno abbandonato a soli cinque mesi dalla mamma e trovato a 11 anni nudo, allattato dai cani, in una grotta della città di Talcahuano nel Cile Meridionale. Bambini che vivono nelle fogne, che dormono in stazioni dei treni o delle metropolitane, bambini sfruttati nelle miniere o in fabbriche approssimative, bambini stuprati e torturati per il piacere sessuale. Bambini assassinati nelle guerre e piccoli assassini-soldato in spregio alla convenzione Onu dei diritti dell’infanzia. Un infanzia senza alcun diritto, abbandonata che non può più aspettare e chiede attenzione alle multinazionali, ai governi, ai politici a chi gestisce il potere nel mondo e del mondo. Una richiesta di aiuto che fino ad ora non ha ottenuto risposta e i bambini, anche nei paesi occidentali, si trovano spesso soli, isolati in famiglie poco affettive, trattati con indifferenza, abbandonati davanti ad internet, alla televisione, ai videogiochi. Ma anche bambini costretti a subire il dramma che più di ogni altro è in grado di destabilizzare la società attuale, quello di essere uccisi dalla propria mamma. Una madre spesso non consapevole perché l’idea di avere ” quel” figlio non l’ha mai accettata e quindi mai maturata. Una mamma che nella sua mente non riconosce come proprio il bimbo annegato o gettato nel cassonetto, ma intravede solo la conseguenza biologica di una gravidanza mai desiderata e quasi sempre negata. Ma Sally a tre anni ha visto gli occhi di sua madre mentre la chiudeva in lavatrice per essersi fatta la pipì addosso. Sally era in grado di pensare quando la mamma avviava il programma di lavaggio. Sally continuava disperatamente a non trovare risposte fino a quando la morte la raggiungeva nell’ospedale di Detroit a causa dei traumi subiti dalla centrifuga e dal semiannegamento. E sulla scia dell’inaccettabile le istituzioni tentano di correre ai ripari istituendo i baby-sportelli, nuove forme di “ruota” per bimbi indesiderati, più di 80 cassette per bambini sono state già sistemate in Germania e altre in Svizzera, Svezia, Danimarca e Romania. Cestini per raccogliere il “prodotto della gravidanza” non riconosciuta, soluzioni estreme per tappare le falle di una società malata dove noi adulti siamo la principale causa di malattia. I drammi di questi esseri innocenti sono una violenta denuncia alle politiche dei paesi in via di sviluppo ma anche a certe politiche economiche occidentali che aggravano le disuguaglianze indeboliscono la sicurezza sociale, incrementano la migrazione delle popolazioni permettendo lo sviluppo di droga e prostituzone. Istituire dorati cestini per raccogliere le anime sfaldate non serve, bisogna soprattutto divulgare quello che uno stato è in grado di fare per la tutela dei diritti dei più deboli come gli assegni di maternità, il parto anonimo, il divieto di espulsione e l’adottabilità del neonato che l’Italia ha gia istituito. Opportunità da integrare con una rete di servizi pubblici efficienti per dare una corretta informazione e un sostegno immediato a mamme e bambini in condizioni di emergenza in sinergia forte con il volontariato e le associazioni del terzo settore.

Sally non è più con noi mentre Axel oggi per sopravvivere deve poter credere negli uomini. Ma fino a quando una società permetterà l’uccisione dei propri figli nessuno potrà mai credere negli uomini che ne fanno parte….nemmeno un bambino.

di Massimiliano Fanni Canelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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