Quanto è difficile esser genitori

La fragilità e la precarietà delle esperienze affettive nel mondo

contemporaneo stanno caratterizzando i nuovi equilibri nella cultura occidentale disgregando le fondamenta della cultura stessa.

L’essere umano si rende conto dell’aridità affettiva di cui è portatore e impedisce l’espressione dei propri sentimenti fino ad arrivare a chiedere alle istituzioni e alla giustizia statale di risolvere i propri contrasti affettivi. In una società basata su queste caratteristiche diventare genitore spesso genera un periodo di crisi caratterizzato da angosce e paure legate alla più o meno coscente responsabilità verso una nuova vita. Già durante la gravidanza cominciano a strutturarsi le dinamiche di adattamento che, secondo alcuni autori, possono provocare un riassestamento globale della personalità. Un processo questo in grado di disgregare la famiglia e portare ad un ulteriore e progressivo inaridimento emozionale e ad una conseguente richiesta di aiuto alla ancor più arida carta bollata e alle sue corollarie figure professionali.

In un sistema caratterizzato dalla perdita dell’amore in tutte le sue forme il padre può risultare una figura di conflittualità, perché rompe l’unione simbiotica che biologicamente il figlio ha intrecciato con la madre. Il padre è colui che evidenzia il distacco del figlio dalla madre ma che avrebbe il compito di favorirne il rapporto in un nuovo equilibrio. La madre dovrebbe fare lo stesso con il padre ed accettare il distacco naturale dal figlio, un figlio che non essendo di proprietà di uno dei due genitori ma nemmeno di entrambi necessita solo di una amorevole guida. Il servizio di giustizia dal canto suo ha un compito preciso: quello di sanzionare, di obbligare, di reprimere le persone consapevoli e responsabili che ledono i diritti degli altri e minimamente dovrebbe essere coinvolto nel vortice della disgregazione affettiva della famiglia. Fino a quando le istituzioni permetteranno questo, fino a quando noi permetteremo questo progressivamente perderemo il rapporto circolare che c’è tra l’amore e la vita.

di Massimiliano Fanni Cannelles

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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