La lezione di Zorba: la disgregazione familiare

Nel momento stesso in cui uno stato perde di vista la tutela dei bambini e degli indifesi avviene il crollo delle istituzioni di quel paese ed fallimento della sua politica. La cultura del possedere, del consumismo e dell’egoismo, utilizzando prevalentemente gli organi d’informazione, penetra come un virus nella nostra vita sociale e personale, provocando la più grave malattia della famiglia mai accaduta dalla nascita dell’uomo ad oggi. La famiglia è la più importante e antica tra tutte le istituzioni, è l’unità sociale fondamentale, è elemento principale sul quale è stato fondato lo stato, una disgregazione della famiglia è sintomo di una società e quindi di uno stato gravemente malato. L’associazione “papà separati” si batte perchè vengano segnalate le attuali carenze istituzionali e per fare in modo che ai nostri figli vengano dati quei diritti che dovrebbero spettare loro nascendo nello stato italiano. Per tale motivo è stata posta molta attenzione al convegno nazionale sulla tutela dei minori appena conclusosi a Gorizia. Ad ogni giornata del convegno è stato attribuito un nome che ne rappresentava il tema visto dagli occhi del bambino. Nella prima giornata, dedicata ad Alice e al suo Paese delle Meraviglie, si è parlato dell’adolescenza e di tutti i sogni e le paure che caratterizzano tale periodo, ma soprattutto sono state segnalate le inadeguatezze del sistema giudiziario minorile e degli organi di tutela. Il giorno dopo, l’abbandono di Pollicino nel bosco e la sua capacità di riscossa ha caratterizzato gli interventi dei relatori incentrati sulle separazioni conflittuali dei genitori e le conseguenze fisiche e psicologiche dei figli coinvolti. Nel terzo giorno, la Gabbianella imparò a volare grazie ad un Gatto che, per mantenere una promessa, ne divenne il papà adottivo raffigurando così l’importanza dell’aiuto sociale e forse anche quella del padre. Il prof. Alfredo Carlo Moro, fratello del grande statista ucciso dalle Br, ha lanciato il grido d’allarme: «Alla cultura del bambino come persona va sostituendosi la cultura del bambino come risorsa, alla cultura della solidarietà si sostituisce la cultura dell’egoismo, alla cultura del rispetto del bambino si preferisce la cultura dell’appropriazione del figlio, alla cultura dell’attenzione si sovrappone quella dell’ascolto solo formale». E’ infatti necessario prima di tutto saper ascoltare per poter decodificare, depurare, interpretare il messaggio dei propri figli. E’ necessario promuovere la solidarietà e le risorse perché i sogni che tutti bambini nascondono nel proprio cuore possano essere realizzati. A Gorizia Alice, Pollicino e Zorba ci hanno raccontato come l’elemento fondante della società sia l’innocenza, ma è stato il Pubblico Tutore dei Minori, Francesco Milanese, ad avvisarci come sia il bambino ad essere l’unità di misura dell’uomo e che i parametri per misurare i rapporti umani devono essere il rispetto dei diritti nei confronti dei più deboli ma soprattutto il livello di responsabilità assunto dai più forti…. cioè da noi adulti.
Claudio Cettolo

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