Un approccio innovativo all’educazione alimentare è fondamentale per il nostro futuro

L’educazione alimentare è fondamentale perché bisogna insegnare ai bambini come ci si comporta a tavola perché con il raggiungimento dell’età adulta risulta sempre più difficile modificare attitudini e comportamenti ormai stabili nel proprio modo di pensare e di agire

Tiziano Agostini

Professore ordinario di Psicologia generale presso il Dipartimento Scienze della Vita dell’Università di Trieste

L’educazione alimentare rappresenta un tema di grande interesse in un’epoca in cui i disordini alimentari sono diventati molto frequenti ed assume grande rilevanza personale e sociale. Nasce da qui l’importanza di educare ad un sano consumo alimentare fin dall’età evolutiva, nella quale i bambini, in piena formazione cognitiva, possiedono le basi per ridurre atteggiamenti e comportamenti alimentari devianti e per assumere un approccio armonioso e adattivo nei confronti del cibo e dell’alimentazione in generale. Con il raggiungimento dell’adolescenza e dell’età adulta, invece, risulta sempre più difficile andare a modificare attitudini e comportamenti ormai stabili nel proprio modo di pensare e di agire. Tali tratti di personalità e tali atteggiamenti esercitano, inevitabilmente, delle ripercussioni sul proprio modo di vivere e di affrontare l’esperienza alimentare, rendendola adeguata o deviante.

Per intervenire appare fondamentale essere a conoscenza dei meccanismi psicologici, sensoriali, emotivi, culturali, sociali ed affettivi che interessano un individuo, da quando è ancora un feto fino all’età adulta. L’atto alimentare rappresenta un gesto complesso, nel quale intervengono tutte queste dimensioni, le quali si sommano e si sovrappongono delineando il profilo personale di un individuo, in generale e nel contesto dell’alimentazione.

Il Progetto di Educazione ad un Sano Consumo Alimentare – un intervento di educazione alimentare secondo un approccio cognitivo-sensoriale – è nato dall’idea che, per intervenire nel contesto dell’alimentazione sui bambini delle scuole primarie, non sia corretto utilizzare un approccio esclusivamente nutrizionale, che impieghi, ad esempio, le Tabelle Nutrizionali o la nota Piramide alimentare. Piuttosto, bisogna intervenire su dimensioni più profonde, come quella cognitiva e quella sensoriale.

Il carattere cognitivo di questo progetto educativo è dovuto al processo di rottura dei preconcetti alimentari. Questo va a demolire gli schemi conoscitivi disfunzionali che causano atteggiamenti stereotipati verso certi alimenti o, addirittura, inducono a neofobia alimentare, limitando o impedendo l’assaggio di cibi nuovi. Tale rottura è possibile tramite interventi volti all’incremento della familiarità dei prodotti alimentari ed all’esplicitazione delle sensazioni sperimentate durante l’atto del mangiare. Per queste ragioni, gioca un ruolo rilevante il principio dell’alfabetizzazione sensoriale, le cui attività, svolte durante il progetto, hanno educato i bambini al mondo sensoriale, alle sensazioni organolettiche degli alimenti. Il meccanismo ha insegnato ai bambini a decodificare le molteplici informazioni raccolte attraverso gli organi di senso stimolati e ad accrescerne la consapevolezza. Le attività proposte, dunque, sono state un allenamento percettivo: i bambini hanno appreso gli strumenti necessari per utilizzare in maniera consapevole ed efficace i propri sensi. Hanno affinato le loro abilità sensoriali, hanno acquisito un linguaggio sensoriale appropriato e vario che ha permesso loro di verbalizzare sensazioni, percezioni e preferenze alimentari, sono diventati più consapevoli e hanno aumentato la loro conoscenza della realtà circostante.

In parole povere, si è insegnato ai bambini l’utilizzo di tutti e cinque gli organi di senso coinvolti nell’atto alimentare e “le parole del cibo”, ossia a nominare le diverse caratteristiche sensoriali che stimolavano i loro organi di senso nel momento in cui assaggiavano un alimento. Lo scopo era quello di renderli maggiormente consapevoli riguardo ai processi cognitivi messi in atto mentre mangiano e alle scelte alimentari. Viene, dunque, da sé l’aspetto sensoriale del progetto, strettamente connesso a quello cognitivo.

Il progetto di Educazione ad un Sano Consumo Alimentare (P.E.S.C.A.), finanziato nell’ambito della cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia, è stato presentato all’evento territoriale “Food East- Research and Innovation Forum”, tenutosi a Udine dal 24 al 25 giugno 2015. Questo rientra all’interno del programma Expo 2015 e Padiglione Italia. Il progetto P.E.S.C.A. ha affrontato il tema dell’educazione alimentare secondo un approccio innovativo ed è stato individuato dalla Regione Friuli Venezia Giulia come una delle eccellenze regionali sui temi relativi all’alimentazione.

Angela Caporale

Giornalista pubblicista dal 2015, ha vissuto (e studiato) a Udine, Padova, Bologna e Parigi. Collabora con @uxilia e Socialnews dall’autunno 2011, è caporedattrice della rivista dal 2014. Giornalista, social media manager, addetta stampa freelance, si occupa prevalentemente di sociale e diritti umani. È caporedattore della rivista SocialNews in formato sia cartaceo che online, e Social media manager. 

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