La salute dei migranti

Antonio Irlando

A bordo delle unità navali impegnate nell’operazione Mare Nostrum è ormai costante la presenza di personale sanitario con specifica formazione per la gestione delle quarantene. Si utilizza il lasso di tempo tra recupero ed arrivo in porto per effettuare operazioni di controllo. A questo riguardo la comunità scientifica ha riportato l’attenzione su una patologia ritenuta eradicata in Europa, la tubercolosi. Sembrerebbe dimostrata una connessione tra arrivo dei migranti e riaccensione della malattia, spesso provocata da ceppi microbatterici altamente resistenti ai farmaci. La tubercolosi interagisce inoltre col virus HIV e la combinazione delle due infezioni è letale, una accelerando il decorso dell’altra. Solo da poco è stata disposta dal Ministro della Salute Lorenzin l’effettuazione di test di controllo tra i migranti. Recentemente inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza sanitaria internazionale per la poliomielite, malattia che in Europa era da anni pressoché scomparsa grazie al programma vaccinale. Nel 2013, il 60% dei casi di polio nel mondo erano da importazione, legati a viaggiatori adulti. Anche l’epatite B, così come la tubercolosi, propagata da paesi ad alta endemia e con forte spinta migratoria, può essere asintomatica al momento dell’arrivo dei soggetti ammalati e manifestarsi in seguito, favorita dalle precarie condizioni. Ancora, negli ultimi mesi, sono state emesse tre circolari del Ministero della Salute Italiano, tutte con lo stesso argomento in oggetto “Misure di sorveglianza per contrastare la diffusione dell’Ebola”. Ufficialmente rivolte ai punti internazionali d’ingresso, queste raccomandazioni si estendono all’operazione Mare Nostrum. Dal Ministero della Salute è partita anche la richiesta, in chiave anti-Ebola, di avere a bordo delle navi barelle di alto bio-contenimento per l’eventuale trasporto di pazienti infetti. D’altronde è sempre attivo il Protocollo Operativo del Ministero della Salute per la sorveglianza sindromica e la profilassi immunitaria verso l’emergenza immigrati dall’Africa settentrionale.
Le attività di assistenza di primo livello, realizzata sul campo da personale medico e paramedico, prevedono una prima valutazione clinica degli immigrati per selezionare quelli da inviare direttamente alle strutture di accoglienza rispetto a coloro che necessitano di un intervento sanitario urgente. Il Governo Italiano, attraverso il Testo Unico sull’immigrazione del 1998 e le sue successive modifiche, assicura le prestazioni sanitarie a tutti i cittadini stranieri, anche a quelli non regolari; in particolare l’art. 35 regola nei presidi pubblici ed in quelli privati accreditati “le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio” ed estende a tutti i programmi di medicina preventiva, a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Gli immigrati regolari hanno accesso ai servizi forniti dal SSN, qualunque sia la loro condizione economica, ma anche gli irregolari possono recarsi ai centri di assistenza medica speciali del SSN, a condizione che vengano identificati e certificati come “stranieri temporaneamente presenti”. La maggior parte dei migranti che giunge in Italia è comunque in buone condizioni. Ma lo stato di salute di questi soggetti può esaurirsi nel tempo, a causa di precarie situazioni di vita e di lavoro.

Antonio Irlando
Dirigente medico Ass4 Medio Friuli

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