“Il Paese è unito con Putin”

Larisa Ionova, redattrice di Rossjskaja Gazeta: “Le sanzioni occidentali hanno rafforzato il Presidente. Limitazioni alla libertà dei media? Qui ognuno è libero di scrivere ciò che vuole

Larisa Ionova, redattrice di Rossjskaja Gazeta, quotidiano filogovernativo russo.

Larisa Ionova, redattrice di Rossjskaja Gazeta, quotidiano filogovernativo russo.

C’è la stampa dissenziente, che in un Parlamento senza opposizione (o quasi) rappresenta l’unica voce fuori dal coro. E poi ci sono i giornali (la stragrande maggioranza) più vicini alla “vision” presidenziale. Rossjskaja Gazeta, con la sua tiratura da 200.000 copie, è un quotidiano diffuso in tutto il Paese, con redazioni distaccate – e relative pagine locali – nelle varie regioni. È vicina alle posizioni governative anche se, nelle sue colonne, ha ospitato qualche voce fuori dal coro sulla crisi in Ucraina.
Larisa Ionova, redattrice di Rostov, sul Don, nella Russia meridionale, a due passi dal confine con il Donbass. Quali sono gli effetti delle sanzioni economiche internazionali inflitte al vostro Paese?
“Totalmente contrari a quanto l’Occidente si aspettava. La Russia non si è spaventata, al contrario. È stata incrementata la produzione interna e gli stessi produttori nazionali sono stati aiutati in tutti i modi possibili dal Governo, impegnatosi a stimolare le industrie fondamentali per il fabbisogno del Paese. In questo modo, inoltre, sono state incentivate le assunzioni. Ripeto: nessuno, in Russia, ha paura delle sanzioni e nessuno muore di fame…”.
È vero che le sanzioni, paradossalmente, hanno rafforzato la posizione del Presidente Putin?
“Assolutamente sì”.
Che cosa apprezzano i Russi del Presidente?
“Lo considerano un uomo di ferro, una persona decisa e capace di mantenere la propria parola. Ciò che ha detto, ciò che ha promesso, l’ha sempre mantenuto. E poi, dopo i fatti di Crimea, il sostegno è cresciuto ancor di più”.
Dopo anni di crescita, l’economia russa ha iniziato a rallentare. C’è timore per il futuro?
“No, siamo speranzosi. Come ho accennato prima, le sanzioni stanno conducendo ad un maggiore sviluppo delle nostre imprese: a causa del blocco delle importazioni, possono vendere più di prima sul mercato interno. Il crollo economico non esiste. C’è un po’ di stagnazione, questo sì, ma le previsioni rimangono ottimistiche. Oltretutto, abbiamo avuto un ottimo raccolto, soprattutto dei cereali e questo, per il Paese, è un aspetto importantissimo”.
A suo avviso, quali sono le soluzioni per risolvere la crisi nel Donbass?
“Bisogna rispettare il diritto all’autonomia della Repubblica Popolare di Donetsk e Lugansk. Solo così si può uscire da questa situazione”.
La Russia ha armato e finanziato i separatisti ucraini?
“No. Queste sono voci destituite di ogni fondamento”.
C’è il rischio di un intervento diretto di Mosca se Kiev dovesse riconquistare il Donbass?
“No, non credo. In questo, il Presidente è stato molto chiaro”.
Com’è il panorama dei media in Russia? Gli oppositori di Putin sostengono che ci sono sempre meno tv e giornali indipendenti. È vero?
“No. È il solito disco rotto sentito mille volte che qualcuno, all’occorrenza, tira fuori di nuovo per delegittimare la Russia. Un ritornello trito e ritrito. Qui ognuno è libero di dire e scrivere ciò che vuole”.

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