Il Quaderno Bianco sulla scuola

Maria Pia Garavaglia

Da mesi ormai, la scuola è al centro di un grande dibattito. Il decreto di giugno sul contenimento della spesa pubblica e quello che porta il nome del ministro dell’Istruzione Gelmini hanno infatti suscitato forti reazioni in Parlamento e nelle piazze. Gli studenti, insieme a docenti, genitori ed altri lavoratori della scuola, hanno dato vita a cortei e proteste che non sembrano cessare d’intensità con il trascorrere del tempo. L’opposizione del Partito Democratico a questi provvedimenti è stata molto netta e molto chiara, sia nel metodo che nel merito.

Per quanto riguarda il metodo, siamo contrari all’uso del decreto che impedisce ai parlamentari eletti dal popolo di compiere il proprio dovere, contribuire cioè a fare le leggi nell’interesse di tutti i cittadini. Con i provvedimenti ricordati prima, ciò non è stato possibile. I parlamentari dell’opposizione sono stati espropriati della possibilità di incidere sulla formazione delle leggi. Ma il Parlamento deve tornare ad essere il luogo in cui si prendono le decisioni e si sviluppano le idee per rendere migliore la scuola. Per quanto riguarda il merito della questione, siamo preoccupati per i tagli, per la prevalenza di una logica di contenimento della spesa applicata alla scuola, per la mancanza di un progetto educativo e, infine, per il fatto che il governo abbia deciso di cominciare la propria azione partendo dalla scuola elementare. A proposito di quest’ultima decisione, non si capisce perché il governo abbia deciso di introdurre i cambiamenti più rilevanti in un settore scolastico che, non a giudizio nostro, ma sulla base delle classifiche internazionali, risulta essere fra i migliori al mondo. Allo stesso modo, non è comprensibile perché si sia trascurata la scuola media inferiore e superiore, nella quale, invece, urgono cambiamenti rapidi, decisivi e necessari.

Da un punto di vista funzionale, siamo convinti che, calcoli alla mano, secondo quanto riporta il decreto Gelmini, il tanto annunciato ritorno al “maestro unico”, a parità di ore lavorate ogni settimana dal docente rispetto al passato, finirà per tradursi in una contrazione del tempo scuola per i bambini, nel quasi totale annullamento del tempo pieno e in una massiccia chiusura di classi, con un aumento conseguente di alunni nelle restanti. A riprova di quanto sosteniamo, c’è il fatto che, dopo mesi di unanimismo ed appiattimento su queste misure, all’interno della maggioranza hanno iniziato a levarsi voci di dissenso, anche se poi, in sede di voto parlamentare, tutti i partiti del centrodestra hanno votato silenziosi ed obbedienti.

Eppure questa ‘ubbidienza’ contribuisce a colpire proprio quelle realtà locali che alcune forze, come la Lega Nord, dichiarano in continuazione di voler rappresentare. La chiusura delle scuole in alcuni comuni è un fatto che colpisce ogni amministratore, a prescindere dall’appartenenza politica e non si capisce dunque perché il Carroccio ed il Movimento per l’Autonomia abbiano votato a favore. Questo per quanto riguarda il governo e il suo operato. Il PD ha sempre voluto fare un’opposizione costruttiva e presentare le proprie proposte, poiché crediamo che l’importanza della scuola travalichi quella di un governo la cui durata in carica è limitata, mentre l’istituzione scolastica rimane un patrimonio fondamentale per il Paese e per le nuove generazioni.

Il nostro riferimento è il documento presentato in Parlamento nella scorsa legislatura dall’allora ministro dell’Istruzione Fioroni, intitolato Quaderno Bianco sulla scuola. Si tratta di un testo coraggioso, che non esita a mettere in discussione tanti punti controversi, con buona pace di chi ci accusa di essere pronti solo a protestare. Inoltre, a differenza dal governo Berlusconi che non lo considera neanche un problema, il Quaderno Bianco prevede una soluzione pure per le centinaia di migliaia di docenti precari che, grazie al loro lavoro, hanno per anni consentito alla scuola italiana di funzionare. In conclusione, mi auguro che la nostra opposizione, le nostre proposte e le proteste degli studenti e degli insegnanti inducano il governo ad un ripensamento. Se l’atteggiamento dell’esecutivo dovesse mutare, noi non ci sottrarremo a un confronto, anche aspro ma costruttivo, con la maggioranza. Ma se questa manterrà ancora un atteggiamento di piena fiducia nella propria autosufficienza, continueremo a batterci per preservare la fondamentale istituzione scolastica da tagli e provvedimenti che rischiano di comprometterne il suo ruolo fondamentale per la società civile.

Sen. Maria Pia Garavaglia
Ministro Ombra dell’Istruzione

Massimiliano Fanni Canelles

Viceprimario al reparto di Accettazione ed Emergenza dell'Ospedale ¨Franz Tappeiner¨di Merano nella Südtiroler Sanitätsbetrieb – Azienda sanitaria dell'Alto Adige – da giugno 2019. Attualmente in prima linea nella gestione clinica e nell'organizzazione per l'emergenza Coronavirus. In particolare responsabile del reparto di infettivi e semi – intensiva del Pronto Soccorso dell'ospedale di Merano. 

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