Giovanni Paolo II riflette sulla disgregazione familiare

In occasione del Giubileo, il 14 ottobre 2000, il papa ha accolte le famiglie con le seguenti parole: “E’ con grande gioia che vi do il benvenuto, carissime famiglie, qui giunte dalle più diverse regioni del mondo! Saluto anche le famiglie che, sotto ogni cielo, sono ora collegate con noi mediante la radio e la televisione e si associano a questo Giubileo delle Famiglie.” Spesso infatti il Papa si rivolge ai fedeli con riflessioni, preghiere, ma soprattutto, durante i suoi incontri, si sofferma sull’importanza della famiglia, come nucleo fondamentale della nostra società.

In occasione dell’incontro con il Forum delle famiglie cristiane (foto) Giovanni Paolo II ha ribadito oggi questi concetti consegnandoci il compito di essere la voce di chi voce non ha più. Il nostro vivere, l’emancipazione, il progresso hanno portato ad una evoluzione tale, che gli effetti, a volte negativi, si ripercuotono anche sulla famiglia stessa, sui loro membri, sui valori che questa trasmette o che dovrebbe trasmettere. La famiglia non è più vissuta come punto di riferimento principale per i giovani, adulti del domani.

Dalle parole del pontefice sono emerse le critiche sul dominio delle tecnologie e sugli attacchi al matrimonio e alla famiglia che si fanno ogni giorno più forti e radicali sia sul versante ideologico che sul fronte normativo. “La famiglia non è solo al cuore della vita cristiana; essa è anche il fondamento della vita sociale e civile”, ha detto il Pontefice. “Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell’umana convivenza causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili”.

Dalle parole del santo padre risulta evidente il sovvertimento della società messo in pratica con la disgregazione familiare, con il tentativo di equiparare le convivenze ai matrimoni, con la soppressione di vite umane innocenti “con l’aborto volontario”, introducendo forme artificiali di procreazione.  La svalutazione sociale del matrimonio e la perdita di rispetto per la dignità inviolabile della vita umana non è un progresso civile.

“La verità dell’uomo – ha affermato il Papa – la sua chiamata fin dal concepimento ad essere accolto con amore e nell’amore, non può essere sacrificata al dominio delle tecnologie e alla prevaricazione dei desideri sui diritti autentici”.

Ivana Milic

Rispondi