“Non potevamo permetterci i Giochi a Roma. Le priorità sono altre.”

“Bisogna puntare la nostra programmazione sui piccoli impianti, naturale sfogo per chi pratica quotidianamente sport”

Simone Valente

Una società improntata su stili di vita attivi e sana alimentazione non può fare a meno di dare priorità nel cammino educativo di ciascun individuo alla pratica sportiva. Per far sì che questo avvenga bisogna partire proprio dal percorso scolastico.

L’educazione fisica anche per i più piccoli

Simone Valente movimento 5 stelleIl caposaldo di una realtà che funziona deve essere la scuola primaria. Per questo abbiamo proposto di inserire fin dalla prima età scolare gli insegnanti di educazione fisica (laureati in Scienze motorie e Isef ), al fine di garantire un reale contributo alla crescita motoria dei più piccoli, proprio in quella fase maggiormente sensibili allo sviluppo
delle abilità motorie.
L’attività fisico-motoria in età evolutiva è di rilevante importanza per la salute, la prevenzione, lo sviluppo delle capacità coordinative ed il corretto sviluppo della persona. Non è, perciò, concepibile che, nella scuola primaria, questa materia sia svolta da personale non competente e non adeguatamente formato. Quando si parla di salute e benessere fisico, non ci si può affidare a personale non specializzato.

Si tratta di una cosa seria: soprattutto nelle prime fasce d’età, l’educazione motoria svolta in maniera scorretta influisce gravemente sullo sviluppo e sulla salute della persona. Non dimentichiamo che ogni euro speso in prevenzione tramite una corretta educazione motoria consente di risparmiarne oltre quattro di spese sanitarie.
La nostra proposta, che vede un inserimento costante e duraturo nel tempo di un professionista delle scienze motorie, non andrebbe solo a favore della salute dei giovani alunni, ma porterebbe nuovi sbocchi occupazionali per questo tipo di percorso di studi per un totale di circa 18.000 insegnanti di ruolo nella scuola primaria.

Roma e le Olimpiadi: una questione di sostenibilità economica

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Volendo, invece, affrontare temi oggetto di recenti dibattiti e, purtroppo, di sterili polemiche e strumentalizzazioni, vorrei chiarire la scelta del sindaco Raggi e del MoVimento 5 Stelle in merito alle Olimpiadi. Occorre una premessa: il M5S non è contrario ai Giochi Olimpici.

Crediamo, anzi, siano una splendida occasione di valorizzazione, festa e incentivo alla pratica sportiva, soprattutto per le discipline meno ricche e pubblicizzate. Esiste, però, un altro tema: la sostenibilità economica. Troppo spesso, in maniera praticamente sistematica negli ultimi decenni, le gare d’appalto per la costruzione di strutture e infrastrutture necessarie allo svolgimento delle Olimpiadi sono state gare a costante rialzo. Questo fa sì che le cifre inizialmente quantificate crescano in maniera esorbitante e incontrollabile, creando una sorta di ricatto sul Paese e sulla città organizzatrice. E Roma, oggi, non può permettersi i Giochi, anche perché gli interventi prioritari non sono le grandi cattedrali nel deserto (dal villaggio olimpico alle strutture mastodontiche), ma i piccoli impianti sportivi naturale sfogo per chi pratica sport.

La lotta contro il doping? Superare il conflitto di interessi

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Parliamo, infine, di doping. Da diversi mesi stiamo portando avanti un lavoro in Commissione che ha permesso di far partire un ciclo di audizioni sul tema. Il controllo della lotta al doping non può continuare ad essere appannaggio del Coni, che assume l’ambivalente funzione di controllore e controllato. Il conflitto d’interessi è evidente. Abbiamo chiesto al Governo se intende rivedere l’attuale attribuzione delle competenze in materia di lotta al doping in modo da eliminare il conflitto d’interessi.

Il responso non è stato per nulla soddisfacente, anzi perfino contraddittorio: nella risposta, il Governo ha citato la “Relazione al Parlamento 2014” della Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping omettendo alcuni passaggi chiave del documento, ad esempio quello in cui viene sottolineata l’esigenza di rendere la NADO autonoma rispetto al Coni al fine di eliminare il rilevato conflitto d’interesse “controllore-controllato”.

Il tutto secondo le indicazioni fornite dalla Wada (l’Agenzia Mondiale Anti Doping) che appaiono estremamente chiare: conferire autonomia all’Agenzia nazionale che si occupa di controllo antidoping.

Il conflitto d’interessi è stato, tra l’altro, denunciato non solo dal MoVimento 5 Stelle, ma anche dalla stessa Commissione di Vigilanza sul Doping del Ministero della Salute. Questo episodio, così come altri, sottolinea come ci troviamo in presenza di un Dipartimento per lo Sport incapace di funzionare come dovrebbe e di affrontare i sempre frequenti scandali e violazioni all’interno delle federazioni sportive, di un Governo completamente sottomesso al Coni e di un Presidente del Consiglio che detiene la delega allo sport solo sulla carta, ma che viene, di fatto, sostituito puntualmente da un Presidente del Coni che fa le veci di un Ministro dello Sport.

Simone Valente, deputato del MoVimento 5 stelle

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