Da Trieste a Sanremo (e ritorno): “Ecco il mio Giro d’Italia”

“Io, i tuoi occhi, tu, l’anima mia” è un libro che racconta l’avventura di Egidio Carantini, in coabitazione con Berti Bruss. Due persone diverse, “che potevano sostenersi, confortarsi e crescere garantendosi l’un l’altro l’aiuto necessario a superare le difficoltà egli ostacoli che si incontravano”

Egidio Carantini

 

io i tuoi occhiEccomi a raccontare in breve una lunga avventura… Iniziamo dalle attività sportive che hanno permesso nei diversi periodi della mia vita di arrivare al giro d’Italia in barca a vela. Premessa: non sono un non vedente dalla nascita, ma la mia non percezione della luce inizia all’età di diciotto anni, quando tutti gli adolescenti subiscono, chi più, chi meno, una mutazione di carattere e/o di vita. Io sono rinato. Il mio cambiamento è stato totale. Il modo di affrontare la vita, gli amici, le cose più semplici sembravano insormontabili nei primi momenti e l’approccio con il prossimo cambiato.
Da prima, fin dalle elementari, ero stato calciatore, per poi diventare pallavolista, cestista e atleta con discreti risultati. Molti hobby, sempre nell’ambito sportivo, ma senza lasciare lo studio in secondo piano, anche se non si parla di “liceo” e di “Università”. Il pensiero arriva fino all’Isef. Tutto, però, termina quell’8 marzo 1981. Parafrasando il titolo di un famoso film italiano, “Ricomincio da tre”, non mi perdo sicuramente d’animo, anche se i primi due anni sono stati i più duri della mia vita. Sono rinato e ricomincio da lì. Nuove attività sportive: prima tento lo sci, bello, ma troppo faticoso; avevo intrapreso lo sci di fondo. Poi il ciclismo, ma anche lì troppo da pedalare; la palestra… Ed ecco qualcosa che inizia a stuzzicare il mio fisico e poi, nel 2005, finalmente trovo la disciplina rimasta in sordina in me forse troppo a lungo: la vela.

So nuotare. Non si tratta di una conoscenza obbligatoria, ma opportuna. Mi piace il mare e tutto quello che circonda questo meraviglioso ambiente. Infine, amo viaggiare, esplorare nuove mete. Frequento dapprima il corso propedeutico di vela autonoma “Homerus Project” di Alessandro Gaoso sul lago di Garda, poi il secondo corso per l’apprendimento della tecnica per gare di match races. Il primo anno non è fruttuoso, ma nei successivi, con continue uscite in barca e con continue legnate, passatemi il termine, anzi, bastonate e sconfitte, inizio ad ottenere i giusti risultati.

Alla fine del 2011, dando risposta ad una e-mail del presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Trieste, mi trovo catapultato in una nuova avventura. Conosco Berti Bruss, con il quale da allora condivido successi non solo nel campo della vela di altura, e speriamo di coronare il nostro sogno: avvicinare al mare tutti i disagiati, gli “esclusi” perché privi di qualcosa, rispetto alla società moderna, per farvi concretamente parte. “Io i tuoi occhi, tu l’anima mia” è il titolo del volume redatto insieme a Berti Bruss. È il nome con cui abbiamo chiamato il nostro progetto-viaggio di circa ottanta giorni per mare, con soste, attorno alla nostra Nazione. Un’iniziativa che è anche un insieme di parole che ci seguiranno sempre ovunque andremo: Berti ed io siamo quelli di “Io i tuoi occhi e tu l’anima mia”. Il viaggio, progetto o avventura, chiamatelo come meglio vi appassiona, è nato per dimostrare che due persone diverse, ma con disabilità associabili, potevano sostenersi, confortarsi e crescere garantendosi l’un l’altro l’aiuto necessario a superare le difficoltà e gli ostacoli che si incontravano.

Dopo un corso di subacquea utile per eventuali problemi in mare, il 25 marzo 2012 prendiamo il largo dal porto della lega navale di Trieste in direzione sud Italia. Per me è la prima volta in cui vengo coinvolto in un viaggio del genere. Sono, però, confortato dalla presenza di una persona esperta. Lo conosco da poco, ma siamo entrati subito in sintonia. Dopo qualche giorno di affiatamento in barca non ci occorreva più la parola, entrambi sapevamo esattamente cosa dovevamo fare e quali erano i nostri compiti. Così per tutto il viaggio. Un viaggio che ci ha visto affrontare il mare grosso dello stretto di Otranto e che ci ha visto toccare le coste più belle della nostra Penisola. In questa avventura di splendidi paesaggi da ammirare, io che ci facevo? Mi preoccupavo di chiedere a Berti cosa vedesse lui, cosa notasse su quelle rive e su quelle coste. Io, invece, gli garantivo la sicurezza di un’anima nuova, un nuovo appiglio, o uno sfogo, per il suo animo. Questa è la storia della nostra avventura per mari.

Da allora la nostra amicizia prosegue, fra progetti e nuove idee. Una è quella di portare la nostra conoscenza del mare e far conoscere questo grande fratello blu, come qualcuno lo chiama, a tutte le persone che, per qualsiasi motivo, sono disperse nella società.

Egidio Carantini, protagonista dell’impresa

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